Il Fatto Quotidiano

“XLaw”: un algoritmo può davvero prevedere (e impedire) un reato?

Il software della Polizia creato da un ispettore napoletano: “Ero stanco di correre dietro ai ladri”

- » VIRGINIA DELLA SALA

Mestre, piena notte, la sequenza è rapida: un ladro cerca di rubare l'incasso di un hotel, un portiere avvisa la polizia, il ladro scappa ma c'è già una volante pronta ad arrestarlo. Una fuga sfortunata? Non proprio. Il fatto è stato comunicato nei giorni scorsi come il primo reato sventato perché predetto da una macchina. La polizia era già lì perché sapeva ci sarebbe stato. Una sorta di Minority Report. Ma è davvero così? In parte.

IL SISTEMA. Dietro il successo dell'operazione c'è un sistema chiamato XLaw, un software basato su un algoritmo che è in grado di identifica­re luoghi, orari e condizioni che rendono più probabile che avvenga un reato. Sulla base di questi scenarti probabilis­tici, vengono poi inviate le volanti della polizia. Se dovesse davvero esserci un crimine, sarebbero già nei paraggi (ottimizzan­do l'uso delle risorse).

CHI LO HA CREATO. Elia Lombardo è ispettore superiore di Polizia a Napoli e la mente che, da sola, ha creato l'algoritmo e sviluppato il programma. “L'idea – spiega al Fatto - è nata dopo vent'anni a rincorrere il crimine, letteralme­nte. Arrivavamo sempre dopo, dovevamo correre dietro ai malviventi ”. Così inizia a immaginare un modo per automatizz­are e amplificar­e un lavo- ro che la mente umana poteva fare in modo limitato. “Ho studiato informatic­a e ho ideato e sviluppato XLaw ”.

COME FUNZIONA. Il sistema identifica quelle che Lombardo definisce delle vere e proprie “riserve di caccia”. Non si limita però a far dialogare tra loro i dati geografici. Il software sovrappone due livelli: il primo che ha informazio­ni statiche, come il numero di abitanti, il numero di negozi, di istituti di credito, di scuole, di abitazioni, di parchi pubblici, di vie di fuga, di nascondigl­i e di copertura criminale; il secondo che contiene invece informazio­ni variabili come orari di apertura e chiusura, le condizioni meteorolog­iche, l'orario dei traghetti, quello dei treni e degli autobus, se sia in arrivo una nave da crociera o se siano in corso manifestaz­ioni o iniziative.

I DATI. Tutti questi dati si incrociano poi con più informazio­ni possibili sui reati che avvengono sul territorio, reperite dai database della polizia, dai media, dai social network, dalle denunce dei cittadini. Si costruisco­no così dei modelli basati su concomitan­ze di condizioni che - rileva la macchina – statistica­mente producono un reato. Esempio semplice: ci si accorge che la probabilit­à di un furto aumenta alla chiusura dei negozi, in quartieri periferici con alta densità di anziani e fa- cili vie di fuga. XLaw segnalerà la necessità di una volante nel luogo in cui dovessero manifestar­si insieme tutte queste condizioni.

QUALI REATI. Il metodo non ha però la stessa efficacia se applicato a tutti i reati. Riguarda soprattutt­o quelli predatori: rapine, scippi, borseggi, truffe agli anziani. “Sono reati ciclici e stanziali – spiega Lombardo – perché chi li compie di solito vive di questo e ha bisogno di reiterarli. Ha quindi una strategia basata su principi oggettivi che è possibile rintraccia­re e probabilis­ticamente prevedere: il territorio, le prede, le vie di fuga, il rifugio, la copertura criminale”.

MACHINE LEARNING. Non è una completa novità: algoritmi simili sono già stati realizzati e utilizzati, basati sulla geolocaliz­zazione oppure sulla sola statistica. A fare la differenza, l'introduzio­ne del cosiddetto “modello euristico”: l’algoritmo stesso è in grado di rintraccia­re nuovi modelli e nuove corrispond­enze sulla base dei dati introdotti che magari l’uomo, con post-it, carte geografich­e e bandierine non avrebbe individuat­o. “La macchina impara da se stessa - spiega Lombardo - e si evolve. Molti dei modelli criminali li ho inseriti io ma altri, come le baby gang, l i ha isolati XLaw”.

SP ER IM EN TA ZIO NE . Og gi XLaw è operativa a Napoli ( dal 2011), a Prato ( da fine 2017) e infine a Venezia (da qualche mese). L’idea è riuscire a renderla disponibil­e su tutto il territorio. Anche perché maggiore è la mole di dati che si raccolgono, maggiore è la precisione e la sua capacità di identifica­re modelli criminali e presuppost­i per i reati. Inoltre, l’uso è molto semplice: nelle sale operative un computer indica aree e orari in cui inviare i poliziotti, gli agenti possono consultarl­e con una app sullo smartphone. E aumenta l’efficienza. “Si è passati da oltre 120 km in auto al giorno a circa 20”.

Minority Report Identifica situazioni e modelli e avvisa quando c’è la probabilit­à di un crimine

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La notizia Il rapinatore di Mestre bloccato grazie a “XLaw”
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