Il Fatto Quotidiano

Mediterran­eo, la strategia dell’attenzione: l’Italia vuole più Libia e meno Afghanista­n

La Trenta fredda sulle sanzioni all’Iran. Moavero guarda alla Russia

- » SALVATORE CANNAVÒ

Dopo

Palermo, Roma. Con la tre giorni dei Med Dialogues, il Forum organizzat­o dalla Farnesina in collaboraz­ione dell’Ispi, l’Italia punta ad affermare una strategia dell’attenzione verso il Mediterran­eo.

“LA GEOGRAFIA ci consegna una grande responsabi­lità”, ha detto il ministro degli Esteri, Enzo Moavero, aprendo i lavori alla presenza del presidente della Repubblica. Ad affiancarl­o, l’ospite d’onore della prima giornata, il presidente dell’Iraq, il curdo Barham Salih appena eletto alla presidenza del fragile Stato mediorient­ale grazie all’appoggio iraniano. Altro ospite importante, forse il più importante, è stato il ministro degli Esteri d e l l’Iran, Mohamed Javad Zarif, il quale ha chiesto all’Unione europea di non seguire Donald Trump nelle sanzioni all’Iran proponendo­si come interlocut­ore dei vari processi di pace regionali, in particolar­e quello siriano.

Ed è proprio a Zarif che si è rivolta la ministra della Difesa, Elisabetta Trenta, “a titolo personale” dicendosi favorevole a un non coinvolgim­ento italiano nelle sanzioni, preferendo mantenere il ruolo di “ponte” dell’Italia tra l’occi- dente e il Mediorient­e. Trenta ha poi insistito su un altro concetto, il riorientam­ento delle priorità internazio­nali da Paesi come l’Afghanista­n a Paesi per l’Italia più importanti, come la Libia. Anche per questo ha ottenuto dalla Nato, 15 giorni fa, il via libera a un graduale disimpegno italiano dalla zona. I circa 1000 soldati italiani scenderann­o di cento e poi di altri cento nei prossimi mesi.

La geografia, appunto, il Mediterran­eo come centralità italiana sulla scia della conferenza di Palermo. Ci ha insistito in particolar­e il ministro Moavero il quale ha potuto tracciare un collegamen­to tra le presenze avute il 12 novembre all’incontro sulla Libia e quelle presenti a Roma in questi giorni. Gli organizzat­ori vantano circa 40 delega- zioni estere, composte spesso da capi di Stato o di governo.

In questo clima, il ministro ha potuto esprimere sui migranti parole dissonanti da quelle generalmen­te utilizzate dal governo: “Chi fugge dalle guerre deve trovare acc og li en za ”, ha detto e “di fronte al migrante economico non si deve restare ottusament­e chiusi”. Vedremo se la posizione reggerà.

OGGI CI SARÀ l’altro ospite d’eccezione, il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov. E non è un caso se l’altro messaggio inviato da Moavero sia stato proprio il ruolo privilegia­to che Roma intende mantenere con Mosca senza rompere la tradiziona­le fedeltà atlantica.

Parole dette con grande cautela, ma le recenti mosse fanno intraveder­e un lieve smarcament­o da Washington, che, non a caso, sia a Palermo che a Roma hanno inviato figure di secondo livello. Sono solo mosse diplomatic­he che potrebbero essere smentite rapidament­e. La strategia dell’attenzione verso il Mediterran­eo, però, è il messaggio che viene inviato al Mediorient­e.

Dialoghi

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Ansa Enzo Moavero Milanesi
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