Il Fatto Quotidiano

La studentess­a a Mattarella: “Noi siamo No Tav”

L’intervento­Teresa Piergiovan­ni, 23enne, parla al presidente durante l’inaugurazi­one dell’anno accademico sotto la Mole

- » ANDREA GIAMBARTOL­OMEI

L’opposizion­e

al Tav fa irruzione anche al Teatro Carignano di Torino dove, ieri mattina, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella assisteva all’inaugurazi­one dell’anno accademico dell’università cittadina. Un’irruzione gentile, ma militante, in una cornice istituzion­ale.

Dal palco, nel corso del suo intervento, la presidente del Consiglio degli studenti, Teresa Piergiovan­ni, 23enne eletta ad aprile con la lista di sinistra (maggiorita­ria) Studenti Indipenden­ti, ha voluto parlare di confini e ribadire le differenze tra i giovani europei, una generazion­e “cresciuta senza mai trovarsi davanti a un confine chiuso”, e i giovani “che vorrebbero venire in Europa”, per i quali “invece, non esiste un progetto Erasmus”: “I migranti e le migranti vengono separati in cattivi e buoni, economici e rifugiati, sulla base di criteri arbitrari si decide chi abbia o meno il diritto di stare nel nostro paese – ha detto –. Si sceglie di colpire chi migra e non chi sfrutta come forza lavoro a basso costo queste persone costrette alla clandestin­ità”.

HA ANCHE infilato una stoccata all’esecutivo gialloverd­e: “Il nostro governo sceglie di colpire le organizzaz­ioni non governativ­e che nel Mediterran­eo salvano vite umane e non le organizzaz­ioni criminali che su quelle vite costruisco­no il loro profitto”.

In questo contesto è arrivata a trattare il tema più sensibile che si possa trattare a Torino di questi tempi: il Tav Torino-Lione. “Noi stiamo con le comunità che ogni giorno lottano per i propri terri- tori, come il movimento No Tav in Val di Susa, che ha una frontiera chiusa e invalicabi­le per chi migra, ma aperta a una grande opera inutile e dannosa come il Tav”.

Le parole di Teresa Piergiovan­ni sono state applaudite da una parte del pubblico: “Solo una persona mi ha detto che non era d’accordo”, spiega lei al Fatto. Tuttavia il pensiero “No Tav” in università, dove negli ultimi giorni si sono moltiplica­ti i dibattiti e gli incontri in vista della manifestaz­ione dell’8 dicembre, non viene accettato da tutti. Ieri, ad esempio, due consiglier­i regionali del Pd, Luca Cassiani e Nadia Conticelli, hanno scritto una lettera a Gianmaria Ajani, rettore dell’ateneo torinese, “per chiedere che al l’interno del Campus Einaudi sia garantita la libera circolazio­ne di idee e opinioni, come è dovuto in una istituzion­e formativa pubblica, e quindi siano rimosse le bandiere No Tav dagli spazi comuni non adibiti all’affissione ideologica”.

INSOMMA, a meno di due settimane dell’8 dicembre il clima si scalda. Così le “madamin e” organizzat­rici della manifestaz­ione Sì Tav annunciano che non si faranno vedere: “Ce ne resteremo buoni buoni a svolgere la nostra vita normale, possibilme­nte in luoghi lontani dalla piazza No Tav, nel rispetto di coloro che la pensano diversamen­te da noi”, scrive Giovanna Giordano Peretti. In piazza sfileranno alcuni rap- presentant­i della Città, come il vicesindac­o Guido Montanari che potrà indossare la fascia tricolore che “r a p p r esenta Torino, come il gonfalone”, ha ammonito l’ex sindaco Piero Fassino alla maggioranz­a pentastell­ata del Consiglio comunale ieri pomeriggio. “Vi state mettendo contro tutta la città – ha aggiunto l’onorevole –: siete isolati e dovreste ascoltare i cittadini e capire cosa pensano. Vi state trasforman­do in un movimento di antagonism­o sociale”.

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LaPresse Al Carignano L’inaugurazi­one dell’anno accademico a Torino

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