Il superboiardo della Salute è un ras della sanità vaticana
Le poltrone del capo di gabinetto della ministra Grillo
■Qualche giorno prima di ricevere l’incarico, Guido Carpani ha lasciato il cda di Mater Olbia (controllata dal Qatar). Ma per la legge dovevano passare due anni
Va bene cambiare, ma non troppo. Il ministro Giulia Grillo, già capogruppo dei Cinque Stelle, un mese fa, ha arruolato Guido Carpani alla Salute per la carica strategica di capo di gabinetto. Una nomina nel segno della restaurazione che ripropone una domanda ricorrente: come scelgono i loro tecnici di fiducia nel Movimento? Carpani è un burocrate di rango con una carriera al Quirinale, dirigente a Palazzo Chigi e in svariati ministeri – tra i quali, la Salute con Renato Balduzzi – nonché esponente degli interessi cattolici (vaticani) tra l’università e la stessa sanità. Qualche giorno prima di ricevere l’incarico da Grillo, Carpani ha lasciato la poltrona (ottenuta nel giugno 2017) nel cda della Mater Olbia, la società per azioni – controllata dal fondo sovrano del Qatar attraverso una fiduciaria con sede in Lussemburgo – che ha costruito un ospedale in Sardegna e attende i 60 milioni di euro all’anno dalla Regione per aprire i reparti con circa 200 posti letto.
MATER OLBIA era un progetto del San Raffaele di don Verzé all’epoca di Silvio Berlusconi a Palazzo Chigi. Il governo di Matteo Renzi ha ereditato uno scheletro in cemento e coinvolto l’emiro del Qatar per ultimare l’opera vista mare, spesso inaugurata e molto discussa. Nel frattempo, il Qatar aveva comprato un pezzo di Costa Smeralda dall’americano Tom Barrack, unendo il solito desiderio di aumentare le cubature degli alberghi alla premura di curare i sardi in una struttura di eccellenza. Su spinta del cardinale Angelo Becciu, sardo di Pattada, allora sostituto agli affari generali della Segreteria di Stato, il Vaticano ha partecipato all’impresa con il Bambino Gesù per offrire un servizio pediatrico; per imprecisati motivi, però, è subentrato il Policlinico Gemelli con una quota del 35 per cento. Completa l’azionariato la Fondazione Luigi Maria Monti, proprietaria dell’istituto dermopatico Immacolata. Per oltre un anno, Carpani ha frequentato il medesimo cda di Giovanni Raimondi, amministratore delegato del Mater Olbia, ma il rapporto professionale può continuare. Perché Carpani è pure vicepresidente del prestigioso I- stituto Toniolo, in cui siede il già citato Raimondi, da sempre legato all’Università Cattolica del Sacro Cuore. Il capo di Gabinetto del ministro Grillo ha scalato il Toniolo il 27 marzo, dopo la gavetta nel comitato di indirizzo, al fianco del sensale Gianni Letta, del generale Leonardo Gallitelli, dell’ex ministro Dino Piero Giarda, del monsignore Mario Enrico Delpini, presidente e arcivescovo di Milano.
Il 18 febbraio 2014, nell’interregno tra il mandato di Maria Chiara Carrozza e di Stefania Giannini, cioè tra l’uscita di Enrico Letta e l’arrivo di Renzi, il ministero dell’Istruzione ha inviato Carpani a rappresentare il governo nel cda dell’Università Cattolica, missione confermata dal ministro Valeria Fedeli e non revocata dall’attuale esecutivo. Lì ha incontrato ancora Raimondi, consigliere e presidente del cda del Gemelli. Per semplificare: il Toniolo è un ente fondatore e garante dell’Università Cattolica che, a sua volta, è la fucina dei medici del Gemelli. Il Policlinico si è staccato dalla Cattolica un paio di anni fa per conquistare maggiore autonomia e ulteriori finanziamenti. Il metodo e le relazioni sono ben descritte nel documento del ministero della Sanità che ha riconosciuto il carattere scientifico della Fondazione Gemelli: “L’istituto gode della personalità giuridica di Fondazione, un ente di diritto privato senza scopo di lucro, costituito il 21 novembre 2014 da ll’Università Cattolica e dall’Istituto Toniolo”.
DAL PRIMO marzo, dunque, il Gemelli è un Irccs, un istituto di ricovero e cura a carattere scientifico. In Italia esistono 49 Irccs (21 pubblici e 28 privati), ospedali che possono utilizzare contributi regionali e anche nazionali. Secondo il ministero della Salute, che ha fornito al Fattole carte ufficiali, il ginepraio di poltrone – quella mollata a ottobre al Mater Olbia e quelle occupate al Toniolo e alla Cattolica – non configurano per Carpani una violazione della legge sulle incompatibilità ( n. 39/ 2013), che impedisce di passare dal ruolo di controllato a controllore se non trascorrono due anni. Il ministero sostiene che Carpani era nel cda del Mater Olbia con l’ospedale ancora inattivo e che per il Toniolo ha chiesto l’autorizzazione a Chigi con la promessa di non incassare compensi, così anche per la Cattolica. Per la Salute non sussiste un problema giuridico, ma di certo rimane un rebus politico: quando il capo di gabinetto Carpani tratterà temi che riguardano il Policlinico Gemelli e il Mater Olbia, il suo cuore batterà per la sanità privata o per lo Stato?
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