Il Fatto Quotidiano

Il superboiar­do della Salute è un ras della sanità vaticana

Le poltrone del capo di gabinetto della ministra Grillo

- » CARLO TECCE

■Qualche giorno prima di ricevere l’incarico, Guido Carpani ha lasciato il cda di Mater Olbia (controllat­a dal Qatar). Ma per la legge dovevano passare due anni

Va bene cambiare, ma non troppo. Il ministro Giulia Grillo, già capogruppo dei Cinque Stelle, un mese fa, ha arruolato Guido Carpani alla Salute per la carica strategica di capo di gabinetto. Una nomina nel segno della restaurazi­one che ripropone una domanda ricorrente: come scelgono i loro tecnici di fiducia nel Movimento? Carpani è un burocrate di rango con una carriera al Quirinale, dirigente a Palazzo Chigi e in svariati ministeri – tra i quali, la Salute con Renato Balduzzi – nonché esponente degli interessi cattolici (vaticani) tra l’università e la stessa sanità. Qualche giorno prima di ricevere l’incarico da Grillo, Carpani ha lasciato la poltrona (ottenuta nel giugno 2017) nel cda della Mater Olbia, la società per azioni – controllat­a dal fondo sovrano del Qatar attraverso una fiduciaria con sede in Lussemburg­o – che ha costruito un ospedale in Sardegna e attende i 60 milioni di euro all’anno dalla Regione per aprire i reparti con circa 200 posti letto.

MATER OLBIA era un progetto del San Raffaele di don Verzé all’epoca di Silvio Berlusconi a Palazzo Chigi. Il governo di Matteo Renzi ha ereditato uno scheletro in cemento e coinvolto l’emiro del Qatar per ultimare l’opera vista mare, spesso inaugurata e molto discussa. Nel frattempo, il Qatar aveva comprato un pezzo di Costa Smeralda dall’americano Tom Barrack, unendo il solito desiderio di aumentare le cubature degli alberghi alla premura di curare i sardi in una struttura di eccellenza. Su spinta del cardinale Angelo Becciu, sardo di Pattada, allora sostituto agli affari generali della Segreteria di Stato, il Vaticano ha partecipat­o all’impresa con il Bambino Gesù per offrire un servizio pediatrico; per imprecisat­i motivi, però, è subentrato il Policlinic­o Gemelli con una quota del 35 per cento. Completa l’azionariat­o la Fondazione Luigi Maria Monti, proprietar­ia dell’istituto dermopatic­o Immacolata. Per oltre un anno, Carpani ha frequentat­o il medesimo cda di Giovanni Raimondi, amministra­tore delegato del Mater Olbia, ma il rapporto profession­ale può continuare. Perché Carpani è pure vicepresid­ente del prestigios­o I- stituto Toniolo, in cui siede il già citato Raimondi, da sempre legato all’Università Cattolica del Sacro Cuore. Il capo di Gabinetto del ministro Grillo ha scalato il Toniolo il 27 marzo, dopo la gavetta nel comitato di indirizzo, al fianco del sensale Gianni Letta, del generale Leonardo Gallitelli, dell’ex ministro Dino Piero Giarda, del monsignore Mario Enrico Delpini, presidente e arcivescov­o di Milano.

Il 18 febbraio 2014, nell’interregno tra il mandato di Maria Chiara Carrozza e di Stefania Giannini, cioè tra l’uscita di Enrico Letta e l’arrivo di Renzi, il ministero dell’Istruzione ha inviato Carpani a rappresent­are il governo nel cda dell’Università Cattolica, missione confermata dal ministro Valeria Fedeli e non revocata dall’attuale esecutivo. Lì ha incontrato ancora Raimondi, consiglier­e e presidente del cda del Gemelli. Per semplifica­re: il Toniolo è un ente fondatore e garante dell’Università Cattolica che, a sua volta, è la fucina dei medici del Gemelli. Il Policlinic­o si è staccato dalla Cattolica un paio di anni fa per conquistar­e maggiore autonomia e ulteriori finanziame­nti. Il metodo e le relazioni sono ben descritte nel documento del ministero della Sanità che ha riconosciu­to il carattere scientific­o della Fondazione Gemelli: “L’istituto gode della personalit­à giuridica di Fondazione, un ente di diritto privato senza scopo di lucro, costituito il 21 novembre 2014 da ll’Università Cattolica e dall’Istituto Toniolo”.

DAL PRIMO marzo, dunque, il Gemelli è un Irccs, un istituto di ricovero e cura a carattere scientific­o. In Italia esistono 49 Irccs (21 pubblici e 28 privati), ospedali che possono utilizzare contributi regionali e anche nazionali. Secondo il ministero della Salute, che ha fornito al Fattole carte ufficiali, il ginepraio di poltrone – quella mollata a ottobre al Mater Olbia e quelle occupate al Toniolo e alla Cattolica – non configuran­o per Carpani una violazione della legge sulle incompatib­ilità ( n. 39/ 2013), che impedisce di passare dal ruolo di controllat­o a controllor­e se non trascorron­o due anni. Il ministero sostiene che Carpani era nel cda del Mater Olbia con l’ospedale ancora inattivo e che per il Toniolo ha chiesto l’autorizzaz­ione a Chigi con la promessa di non incassare compensi, così anche per la Cattolica. Per la Salute non sussiste un problema giuridico, ma di certo rimane un rebus politico: quando il capo di gabinetto Carpani tratterà temi che riguardano il Policlinic­o Gemelli e il Mater Olbia, il suo cuore batterà per la sanità privata o per lo Stato?

Conflitti di interessi Ha lasciato da poco la società dei qatarini e del Gemelli. La replica: “No incompatib­ilità”

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Ansa Al tavoloAl centro, Guido Carpani, capo di gabinetto del ministero della Salute con il ministro Giulia Grillo, esponente dei Cinque Stelle

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