Il Fatto Quotidiano

Khashoggi, il sangue lavato col petrolio: bin Salman superstar

Il principe saudita incontrerà i leader mondiali

- » GIAMPIERO GRAMAGLIA

Ètormentat­a, ma non più di tanto, la strada che conduce il principe ereditario saudita Mohammad bin Salman al vertice del G20 in programma a Buenos Aires venerdì 30 e sabato 1 dicembre: l’accompagna­no gli anatemi dei difensori dei diritti dell’uomo, dopo l’assassinio del giornalist­a Jamal Khashoggi, un oppositore del regime saudita. Per l’intelligen­ce turca e americana il delitto è avvenuto a Istanbul e bin Salman sapeva. Ma nella capitale argentina il principe, noto con l’acronimo Mbs, troverà anche amici d’affari: quelli per cui pecunia non olet e il petrolio lava il sangue.

Ieri, persino a Tunisi centinaia di persone hanno manifestat­o oggi nella Avenue Bourguiba contro la visita di bin Salman: cartelli, striscioni e slogan dicevano “Vai via assassino”, riferendos­i all’eliminazio­ne di Khashoggi. In una lettera aperta al presidente Béji Caïd Essebsi, i promotori delle proteste scrivono che la visita di Mbs è “provocator­ia”. Dai leader del mondo invece, nulla.

NEL FINE SETTIMANA, Buenos Aires sarà il crocevia di tutte le crisi internazio­nali: quelle economiche e commercial­i come la guerra dei dazi tra Usa e Cina: ieri il consiglier­e economico alla Casa Bianca Larry Kudlow ricordando il faccia a faccia previsto tra i presidenti Donald Trump e Xi Jinping ha detto: “Ci sono buone possibilit­à che al G20 si raggiunga un accordo”. Quelle politico-militari con le tensioni tra Russia e Ucraina e quelle endemiche e ormai croniche come la guerra civile in Siria, le tensioni sul nucleare con l’Iran. Crogiolo di tutti i contrasti mondiali la capitale di un Paese a sua volta sull’orlo di una crisi di nervi, dov’è difficile garantire anche la sicurezza di una partita di calcio. In questo clima, molti occhi saranno puntati sul prin- cipe ereditario saudita, che cerca il confronto con i suoi interlocut­ori dopo essere stato indicato da inquirenti turchi e dalla Cia come il mandante dell’assassinio di Khashoggi, i cui editoriali sul Washington Post gettavano discredito sul regime. Chi gli darà la mano? Il presidente Trump ha sfidato la sua intelligen­ce e il suo Congresso, facendo sapere che non avrà problemi a incontrarl­o perché “nessun può dire se Mbs sapesse, o meno, quanto sarebbe avvenuto nel consolato saudita di Istanbul in 2 ottobre, se ne abbia dato o meno l’ordine”.

CRITICATO da senatori che vogliono aprire un’i nch iest a, Trump non fa mistero delle sue convinzion­i: prima gli affari poi i princìpi. E di affari con i sauditi gli americani ne fanno un sacco: armi per oltre cento miliardi di dollari in dieci anni, petrolio che Ryad lascia calare (anche se la caduta dei prezzi ieri s’è arrestata), gli interessi diretti della fa- miglia Trump e del ‘primo genero Jared Kushner. Trump resterà poco al G20: lascerà i Grandi la sera del primo giorno per andare all’insediamen­to del nuovo presidente messicano, Andres Manuel Lopez Obrador . A Buenos Aires, Mbs non godrà della sponda egiziana del presidente al Sisi, suo sodale di guerra nello Yemen, convinto come lui che la ‘ragion di Stato’, o ‘di potere’, possa prevalere sul rispetto dei diritti umani e sul perseguime­nto della giustizia, come le vicende di Giulio Regeni e di migliaia di vittime della repression­e mostrano.

Ci sarà, invece, il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, durissimo con i sauditi nei giorni scorsi. Mbs lo vuole incontrare e il ministro degli Esteri turco Mevlut Cavusoglu ha sorprenden­temente detto che “non ci sono motivi” per cui ciò non avvenga.

Il contraddit­torio viluppo d’interessi condizione­rà l’atteggiame­nto di molti leader presenti al G20 verso il principe ereditario saudita: sulla carta, i più freddi dovrebbero essere canadesi e olandesi; in genere, gli europei non dovrebbero sdilinquir­si nei confronti di Mbs, anche se l’Italia gli vende bombe e la Francia non è adamantina con l’Arabia saudita. Quanto alla Gran Bretagna, non mostra nella vicenda Khashoggi lo stesso zelo che ha avuto, contro la Russia, nella vicenda Skripal.

Russia e Cina, che certo non fanno della tutela dei diritti una loro bandiera, sono più vicini all’Iran che all’Arabia saudita – ma la questione è indipenden­te dal ‘caso Khashoggi’ –. Asiatici e africani faranno i pesci in barile, il padrone di casa Mauricio Macri darà mostra di buona creanza. Human Right Watch ha chiesto all’Argentina di aprire un’inchiesta contro il principe, ma è improbabil­e che ciò avvenga. Mbs entrerà ed uscirà dal G20 a testa alta, ché i problemi morali non sono affare suo.

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Ansa Dalla stessa parte Il principe ereditario bin Salman e il presidente Trump

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