Faccia da Renzi RENZI CONFESSA “SCUSACI, SILVIO”
L’EX PREMIER CONDONA TUTTE E 41 LE LEGGI AD PERSONAM DI B. E DICE CHE SALVINI FA PEGGIO. MA LA NORMA SALVA-BOSSI È DEL PD
Che stesse per dirlo, in preda ad attrazione fatale, si capiva da tempo. Il coming out ce l’aveva sulla punta della lingua da una vita, ma non si decideva mai a sputare il rospo. Ora finalmente, dopo anni di petting clandestino, ha deciso di ufficializzare la liaison. “Dobbiamo chiedere scusa a Silvio Berlusconi che faceva le norme ad personam più incredibili: ha fatto votare la nipote di Mubarak e via dicendo”. Lo scrive Matteo Renzi sulla sua pagina Facebook, per la gioia degli eventuali elettori superstiti del Pd. Il figlio di babbo Tiziano sostiene che l’altro Matteo è molto peggio di B., ma è un espediente retorico: ciò che davvero gli sta a cuore è la riabilitazione del Caimano. Infatti, fra le 60 leggi vergogna dei suoi 11 anni di governo (di cui almeno 41 ad personam o ad aziendam, che poi è la stessa cosa), non ne cita nemmeno una: Ruby nipote di Mubarak non era una legge, ma un’inutile mozione parlamentare, fra l’altro votata anche da Alfano e dagli altri ex forzisti di Ncd, accolti a braccia aperte nel governo Renzi e persino (vedi Lorenzin) nel Pd. La lista completa delle leggi ad personam di B. lo trovate a pag. 2. Facile confrontarle con quelle che Renzi attribuisce alla Lega per sostenere – restando serio – che B. al confronto “era un pischello” perché “non ha mai fatto quello che ha fatto Salvini in questa settimana: sigarette elettroniche, voto segreto sul peculato che cambia la sorte dei processi in cui sono implicati deputati della Lega, l’accordo sui 49 milioni e la querela solo per Bossi”.
1) L’emendamento all’Anticorruzione approvato dalla Camera col voto segreto svuota il peculato di consiglieri comunali e regionali (Lega, Pd, FI e FdI) che si facevano rimborsare con soldi pubblici spese private spacciate per “istituzionali”. Se è passato, col parere contrario del governo e il voto contrario del M5S, è perché l’han votato molti deputati di Lega, Pd e FI. Ma non sarà mai legge: la maggioranza s’è impegnata a cancellarlo in Senato.
2) I produttori di sigarette elettroniche potrebbero ottenere, grazie a un emendamento leghista alla legge di Bilancio (non ancora approvato), uno sgravio fiscale. E il Fatto ha scoperto che uno di essi, il milanese Vaporart, ha finanziato la campagna elettorale leghista con 100 mila euro. Lo sgravio fiscale è discutibile, come tutti: ma nessuna norma lo vieta e il finanziamento di Vaporart ha rispettato la riforma dei finanziamenti ai partiti votata da Pd e alleati nel 2013 (governo letta). Una seria legge sul conflitto d’interessi dovrebbe vietare a chi è finanziato da un’azienda di legiferare a vantaggio (anche) di quella.
Lo premette lui stesso: “La dico grossa...”. E in effetti, ieri, Matteo Renzi è tornato a farsi sentire pronunciando l’impronunciabile: “Dobbiamo chiedere scusa a Silvio Berlusconi”. Quella che, letta così, somiglierebbe quasi a un oltraggio alla pubblica morale, è la frase scelta dall’ex segretario del Pd per denunciare la fiacca con cui la sinistra sta facendo opposizione al Salvimaio.
Una singolare maniera di rieditare il patto del Nazareno di due anni fa, che Renzi spiega così: “Berlusconi faceva le norme ad personam più assurde, ha fatto votare la nipote di Mubarak e via dicendo” però, sostiene l’ex premier, “non ha mai fatto quello che ha fatto Salvini in questa settimana e ci metto dentro siga- rette elettroniche, voto segreto sul peculato che cambia la sorte dei processi in cui sono implicati deputati della Lega, l’accordo sui 49 milioni e la querela solo a Belsito e non a Bossi”. Per questo adesso “la sinistra italiana che ora sta zitta su Salvini dovrebbe chiedere scusa a Berlusconi”.
IL RAGIONAMENTO arriva dritto ai suoi “amici” della pagina Facebook, collegati ieri pomeriggio in diretta video. Eppure il filo logico che lo tiene insieme è di meno facile comprensione, a meno di non volerlo derubricare a una battuta riuscita male. E di certo non aiuta a sgonfiare la mole di retroscena che in questi giorni raccontano di una possibile scialuppa di responsabili renziani in caso di caduta dell’esecutivo gialloverde. Perché con tutte le buone ragioni con cui Renzi avrebbe potuto fare ammenda sulla scarsa “alternativa” offerta da chi non sta al governo, le scuse a Berlusconi non si capisce davvero che c’a z ze cchino, si sarebbe detto nella Seconda Repubblica.
Renzi fa riferimento ad alcuni degli ultimi fatti che hanno visto protagonista il leader della Lega, in Parlamento e non solo. La prima è nel decreto fiscale: il regalo alle aziende produttrici di sigarette elettroniche tra le quali, guarda caso, ce n’è una che ha finanziato la campagna elettorale del Carroccio. Poi c’è il voto segreto sull’emendamento che ha fatto andare sotto il governo sull’Anticorruzione, la settimana scorsa: nonostante non si possa attribuire la paternità dei “ribelli”, certo è che quel testo – che alleggeriva alcuni casi di peculato in abusi d’ufficio – era assai caro ad alcuni e-
A confronto
Il regalo sulle sigarette elettroniche, il peculato e i 49 milioni: “Meglio B.”
sponenti della Lega a processo proprio per quei reati. E ancora la storia dei 49 milioni, il bottino sparito dalle casse della Lega che il partito ha ottenuto di poter restituire in comode rate. Solo un appunto, all’ex segretario Pd: quando rimbrotta Salvini per aver querelato solo l’ex tesoriere Belsito e non Umberto Bossi, rifaccia mente locale: la legge per cui quei reati non sono procedibili d’ufficio ma soltanto a querela, l’ha voluta il Pd. A proposito di ad personam: è stata utile ai fratelli di suo cognato.