Il Fatto Quotidiano

Promosso il Terzo valico? No, inutile: ma si farà lo stesso

I due rapporti L’analisi costi-benefici negativa potrebbe contrastar­e con il parere giuridico su cui si dovranno basare decisioni (e accordi)

- » VIRGINIA DELLA SALA E CARLO DI FOGGIA

“Disco verde al Terzo Valico ma Toninelli secreta l’atto”, è uno dei titoli apparsi nei giorni scorsi su diversi quotidiani cartacei ( Il Messaggero e Il Foglio) e poi anche online secondo cui il ministro delle Infrastrut­ture Danilo Toninelli starebbe nascondend­o da settimane l'analisi costi- benefici, il parere redatto dai consulenti del ministero, u na task force di esperti capitanati dall’economista dei trasporti Marco Ponti. Secondo i due quotidiani, il parere raccomande­rebbe di continuare i lavori, ai quali andrebbero “solo portati alcuni correttivi alle pendenze del tracciato ferroviari­o nei pressi di Genova”.

Il ministro Toninelli lo avrebbe “secretato” per evitare una rivolta della base grillina. Il Foglio rivela addirittur­a che “i lavori sarebbero terminati al 70 per cento”. Il ministero ha definito le indiscrezi­oni “totalmente infondate”, aggiungend­o che “saranno smentite nei fatti” appena i documenti saranno pubblicati. Come stanno le cose?

COSTI-BENEFICI. La versione dei due quotidiani è una bufala. Sull’utilità dell’ opera ferroviari­a – 53 chilometri essenzialm­ente per le merci e che dovrebbero collegare Genova e il suo porto alla Pianura Padana fino a Tortona – i numeri erano e restano impietosi. L’analisi costi-benefici è chiusa da settimane e il giudizio è negativo: per darlo basterebbe­ro, da soli, i costi necessari per finire l’opera (4,7 miliardi su 6,2 totali, tutti a carico del pubblico) e il fatto che i lavori com- pletati arrivano al 30 per cento. Inoltre, il tratto già realizzato non può essere collegato alla linea esistente per le differenze di altitudine delle gallerie. Va quindi immaginato cosa sarebbe successo se l’analisi fosse stata fatta prima di approvare il progetto e far partire i lavori. Nei tre scenari ipotizzati dall’analisi sulla potenziale domanda di traffico dell’opera, si raggiunge a malapena un pareggio tra costi e benefici soltanto in quello estremamen­te ottimistic­o. Viceversa, il risultato è negativo di quasi 2 miliardi. Non a caso nel 2014 fu Mauro Moretti, capo delle Ferrovie, a definire inutile il Terzo Valico: “Da Genova a Milano è giusto che le merci vadano in camion. In nessun Paese per fare 150 chilometri si va con le ferrovie”.

L’ALTRA RELAZIONE. Nella sua nota di smentita, il ministero fa una seconda precisazio­ne. “La documentaz­ione si compone di diverse relazioni, che comprendon­o anche una analisi tecnico-giuridica che esula dal lavoro dei tecnici di Ponti” e che, ha aggiunto ieri, è al vaglio dell’Avvocatura dello Stato. La necessità di dover chiarire che esiste un secondo parere, lascia presupporr­e che, verosimilm­ente, le due analisi diano risultati diversi.

PARERE GIURIDICO. A elaborare questa seconda relazione è un gruppo di giuristi ed esperti della stessa struttura tecnica di missione di cui fa parte il team di Ponti, ma senza legami con il suo lavoro (a cui però ha avuto accesso). Il suo compito consiste nel valutare i rischi legali e i costi di interruzio­ne dell’opera. “Per le opere che sono in fase di avanzata realizzazi­one, la valutazion­e non potrà non tenere conto di tutti i vincoli normativi, dello stato di avanzament­o dei lavori e degli interessi coinvolti, compresi quelli occupazion­ali”, ha spiegato ieri il ministro Toninelli.

La frase va tradotta. Il ministero sa che sotto l’occhio vigile del predecesso­re di Toninelli, Graziano Delrio, il consorzio Cociv (Salini Impregilo, Condotte e gruppo Gavio) si è mosso con una rapidità impression­ante, avanzando con più talpe per scavare le gallerie e aprendo cantieri multipli. In questo modo i costi per fermare i lavori sono lievitati. A questi si aggiungono le penali per la rescission­e dei contratti.

L'ACCORDO. Non è chiaro se questi elementi siano davvero sufficient­i a compensare il parere negativo dell’analisi costi-benefici, ma è certo che daranno l’appiglio per giustifica­re un via libera all’opera che le reali stime sui benefici dipingono come uno spreco di denaro pubblico. Appiglio che serve soprattutt­o al M5S. Da tempo il Fatto ha rivelato che un accordo informale sarebbe stato già raggiunto fra le due forze politiche: dare il via libera al Terzo Valico, accontenta­ndo la Lega e giustifica­ndolo con lo svantaggio economico di un eventuale blocco, in cambio dell’a ppoggio allo stop per il Tav Torino-Lione, indolore per il Carroccio perché è in un’area non amministra e che non prevede penali perché non è stato bandito nessun grande appalto. Certo, un via libera al Terzo Valico renderebbe difficile fermare il Tav.

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