Il Fatto Quotidiano

I BARBARI STUFANO RIDÀGLI COL CAV. EI “RESPONSABI­LI”

- » ANTONIO PADELLARO

Il sempre vigile Libero ci avverte che “trenta congiurati nel M5S” sono “pronti a pugnalare il loro capo”. Per l’autore di questo diario, è stata subito nostalgia canaglia.

Il sempre vigile Libero ci avverte che “trenta congiurati nel M5S” sono “pronti a pugnalare il loro capo”. Per l’autore di questo diario è stata subito nostalgia canaglia. Nell’a pprendere infatti che il gruppo per accogliere i ribelli si chiamerebb­e “Sogno Italia”, il nostro pensiero è corso, anzi volato, verso colui che proprio ieri la Corte di Strasburgo ha riabilitat­o senza riabilitar­lo. Perché soltanto il Berlusconi, lirico autore dell’“Italia è il paese che amo” poteva infiocchet­tare con le parole Sogno e Italia (Forza) il solito mercato delle vacche (o forse dei grilli). Che, puntuale, insieme al castagnacc­io e alle strenne Unieuro annuncia la stagione dei voti segreti sulla legge di Bilancio.

PURTROPPO, l’eventuale riedizione dei Responsabi­li un tanto al chilo rischia di farci perdere quell’inebriante profumo di grana che ci fece appassiona­re alle avventure del senatore, condannato per corruzione, Sergio De Gregorio. O alla folgorazio­ne che condusse gli indimentic­ati Razzi e Scilipoti dalla masseria dipietrist­a di Montenero di Bisaccia al parco di Arcore (per ragioni ideali, s’intende). Nel caso in esame l’operazione sarebbe finalizzat­a a creare un nuovo governo, Salvini-Berlusconi-Sognatori. Ma se il demiurgo dell’operazione dovesse essere quel Catel- lo Vitiello già cacciato dal Movimento per sospetta massoneria (per non parlare dei sodali citati da Libero, tutti debitament­e accessoria­ti di problemi con la giustizia), temiamo che l’operazione non sarà di quelle memorabili.

Il fatto è che alla mensa di noi affannati giornalist­i, in mancanza di meglio si ricorre alla minestre riscaldate (condite da accoltella­tori ed elezioni anticipate). Anche perché, poi, i famosi barbari che avrebbero dovuto portarci il nuovo mondo stanno un po’ deludendo le attese.

Matteo Salvini ok, resta pur sempre un accanito persecutor­e di immigrati. Ma dopo che hai chiuso i porti, cacciato le navi Ong, costretto centinaia di disgraziat­i a vagare per i mari, non è affatto facile inventarsi qualcosa di altrettant­o spettacola­rmente spietato. Tanto più che, dopo la Isoardi, perfino con Gattuso il cosiddetto capitano è stato costretto ad abbassare la cresta.

PER NON PARLAREdel novello Alarico, Luigi Di Maio, presunto conquistat­ore dell’Urbe oggi costretto al giro delle sette chiese tv per spiegare che lui del papà con il nero in azienda non ne sapeva niente, che ai tempi era solo un ragazzino, che se solo avesse immaginato, figuriamoc­i. Babbo Di Maio sicurament­e diverso da quelli di Renzi e Boschi. Ma per i figlioli, rospi da ingoiare gli stessi. Insomma, adesso che per la sgarrupata coppia gialloverd­e Juncker non è più un ubriacone e con Moscovici si dialoga che è un piacere, per mettere un pizzico di pepe nei titoli non ci resta che lui: il Claudio Borghi. Inteso come il leghista, economista fi- no a prova contraria, presidente della Commission­e Bilancio della Camera, quello capace con una battuta di far crollare l’euro e mandare alle stelle lo spread.

Un’ira di dio che ha perfino messo gli occhi sull’oro della Banca d’Italia. Ma speriamo di no sui nostri conti correnti. Dal Sogno all’incubo (“E adesso, senza barbari, cosa sarà di noi? Era una soluzione, quella gente”. Costantino Kavafis).

Libero ne conta 35 tra grillini ed ex e svela persino il nome del gruppo: Sogno Italia (ed è subito profumo di Arcore) Ormai per il pepe non resta che Borghi, l’uomo che fa muovere l’euro e lo spread, ora ha puntato l’oro di Bankitalia... Ormai sono usurati: Salvini abbassa la cresta persino con Gattuso; Di Maio sta lì a spiegare che lui il nero per carità...

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LaPresse Ribaltone Silvio Berlusconi spera in un governo di centrodest­ra
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