Il Fatto Quotidiano

Zingaretti rischia Tutti al pallottoli­ere sul voto di sfiducia

Nel Lazio le opposizion­i provano a far cadere il governator­e I 5 Stelle non vogliono finire “stampella”, i renziani chissà

- » ANDREA MANAGÒ

Quando la data delle primarie per la segreteria Pd è stata finalmente fissata, il prossimo 3 marzo, Nicola Zingaretti, il candidato dato per favorito nei sondaggi, deve prima schivare una “trappola” nel Consiglio regionale del Lazio: la mozione di sfiducia presentata dal centrodest­ra. Da otto mesi la sua seconda legislatur­a come governator­e del Lazio deve fare i conti con “l’anatra zoppa” uscita dalle urne, ovvero l’assenza di una maggioranz­a nel parlamenti­no laziale, con 26 scranni andati alle opposizion­i su 50 posti disponibil­i.

A inizio agosto un patto d’aula, su alcuni temi, accompagna­to da una serie di cariche nelle Commission­i, ha garantito al governator­e un ampliament­o della maggioranz­a con il voto favorevole di due eletti nel centro destra: Giuseppe Cangemi ed Enrico Cavallari. Il primo è un ex forzista, già assessore regionale con Renata Polverini, l’altro è stato eletto nella Lega e ha un passato nella giunta di Gianni Alemanno in Campidogli­o. Poco da spartire, dunque, con la maggioranz­a di centrosini­stra in quanto a storia politica. Dopo l’intesa in aula i due hanno dato vita al Gruppo misto, l’accordo finora ha resistito, ma espone la maggioranz­a a una continua mediazione con le opposizion­i, soprat- tutto con i consiglier­i del gruppo 5 Stelle e con l’ex sindaco di Amatrice, Sergio Pirozzi.

COSÌ IL CENTRODEST­RA, nel clima da campagna elettorale permanente che porterà fino alle elezioni europee, tenta la carta della sfiducia. In caso di voto favorevole ci sarebbe lo scioglimen­to immediato del Consiglio e la proclamazi­one di nuove elezioni entro tre mesi. Oggi la conferenza dei capigruppo deciderà quando verrà calendariz­zata la mozione, proposta da 13 consiglier­i di Lega, Fratelli d’Italia, Energie per l’Italia di Stefano Parisi e i fittiani di Noi con l’Italia. Lo Statuto prevede che venga votata non oltre due settimane dopo, quindi entro la prima metà di dicembre.

Fossero solo i 13 consiglier­i del centrodest­ra a sostenerla, la mozione finirebbe nel dimenticat­oio. Ma le dinamiche politiche spesso sfuggono all'aritmetica.

Tra le opposizion­i il gruppo più numeroso è quello M5S, conta 10 consiglier­i, finora ha dialogato in Consiglio con la maggioranz­a su diversi temi. E i pentastell­ati, a partire dal capogruppo Roberta Lombardi, non vogliono correre il rischio passare per la “stampella” della mag- gioranza, per questo hanno annunciato un voto positivo alla mozione nonostante non la abbiano sottoscrit­ta.

Con il sì del Movimento si arriverebb­e a 23 voti, qui inizia il calcolo che in questi giorni agita i corridoi del parlamenti­no laziale. Basterebbe che i due “transfughi” dal- le opposizion­i rompessero il patto d'aula per non avere più la maggioranz­a. A quel punto, se si aggiungess­e anche il voto di Pirozzi, la legislatur­a sarebbe finita.

Scenari che finora non sembrano agitare Zingaretti, il gruppo Pd cerca di trovare una via di uscita, magari con qualche assenza dell’ultima ora durante la sfiducia tra i banchi delle opposizion­i. Un calcolo elettorale che circola nella maggioranz­a stima che su 50 consiglier­i solo una manciata, nel centrodest­ra, avrebbero qualcosa da guadagnare da nuove elezioni appena un anno dopo le ultime.

Anatra zoppa

Da 8 mesi si gioca sul filo dei numeri: ora c’è di mezzo anche il congresso del Pd

SONDAGGI alla mano, se per la Lega sarebbe convenient­e un ritorno alle urne con il traino di Matteo Salvini al governo, lo stesso non potrebbe dirsi per Forza Italia. Né per i gruppi più piccoli ora all’opposizion­e che non avrebbero alcuna certezza di riprendere il loro scranno. C’è chi poi, come Pirozzi, che dal dialogo con la maggioranz­a conta di drenare risorse per i territori colpiti dal terremoto del centro Italia. Negli ultimi giorni ha ripetuto: “Tanti chiacchier­ano, noi facciamo i fatti”. Il governator­e però dovrà guardarsi anche da una possibile fronda interna ai Dem, con due consiglier­i renziani che potrebbero essere tentati da uno “sgambetto” in aula, che di fatto lo eliminereb­be dalla corsa alla segreteria. Fino a Natale si prevedono giornate di mediazioni e conteggi.

Tanti chiacchier­ano, noi invece facciamo i fatti SERGIO PIROZZI

 ?? Ansa ?? Primarie il 3 marzo Ieri è stata fissata la data. Si andrà ai gazebo tra tre mesi. Zingaretti è favorito
Ansa Primarie il 3 marzo Ieri è stata fissata la data. Si andrà ai gazebo tra tre mesi. Zingaretti è favorito
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy