Olimpiadi 2026, Malagò&Sala sfilano a Tokyo
Milano-Cortina Candidatura, logo e prime spese dell’evento: 200 mila euro per il dossier, senza gara
Le
guglie tricolori del Duomo, lo sfondo delle Dolomiti e una pista da sci che le attraversa: Milano e Cortina corrono verso le Olimpiadi invernali 2026. C’è la presentazione ufficiale del progetto. C’è il logo che fonde l’identità delle due città mettendo finalmente in rilievo Milano, ora che Torino è fuori ed è possibile esaudire i desideri di Beppe Sala. Ci sono pure le prime “spese olimpiche”: 200 mila euro per il dossier, soldi pubblici ma senza gara; anche il codice degli appalti chiude un occhio per i Giochi.
A TOKYO l’assemblea dell’Anoc (i comitati olimpici nazionali) è stata l’occasione per mostrare al mondo Milano- Cortina 2026. Giovanni Malagò nei panni di gran cerimoniere con al fianco il governatore Zaia, il sindaco Sala e la testimonial Arianna Fontana, tante belle immagini sul Belpaese, un po’ meno precisione sui numeri (anche all’estero si chiedono come un’Olimpiade possa costare solo 400 milioni) ma non è il caso di formalizzarsi. La presenta- zione – filtra dalla delegazione – “è andata molto bene”. Del resto è più facile quando gli avversari in pratica non ci sono: l’unica rivale Stoccolma si è presentata in Giappone senza appoggio del governo e in tono dimesso, in attesa di capire come finirà la crisi politica (da cui dipende anche il sostegno ai Giochi). E, mentre gli scandinavi snocciolavano freddamente le cifre del masterplan, Malagò girava tra i tavoli dei grandi elettori che a giugno 2019 voteranno la sede.
L’Italia sembra in vantaggio, almeno fino a quando la Svezia non si metterà davvero in carreggiata (e non è detto che lo faccia). Motivo in più per aprire il portafoglio. Si parte dal dossier: sarà realizzato da WePlan srl e costerà 195 mila euro (Iva esclusa), in linea con la candidatura di Roma 2024, quando il lavoro fu affidato a uno studio internazionale ( Wilson Owens Owens). Stavolta il Coni punta sul made in Italy: la società fondata da Roberto Daneo (cresciuto al comitato di Torino 2006) ha sede a Milano, conosce bene Sala (ha lavorato a Expo 2015) e pure il Coni (ha seguito la tanto discussa Ryder Cup 2022 di golf e la sessione Cio 2019, poi cancellata). A gennaio aveva ricevuto l’incarico per lo studio di fattibilità, in affidamento diretto perché di soli 38 mila euro (appena “sotto soglia”). Ora l’importo superiore avrebbe richiesto una procedura pubblica ma proprio grazia alla “continuità con gli incarichi precedenti” (ha fatto anche il dos- sier di Cortina, non di Torino), è stato possibile derogare al codice degli appalti. Il Coni si è fatto confezionare un parere legale “su l l’i nq u ad r am e nt o giuridico dell’attività contrattuale di Coni servizi ai fini della candidatura” che, in ragione della “partecipazione a un evento internazionale” e visto il “ristretto lasso di tempo a disposizione”, di fatto dà mani libere al comitato coordinato da Diana Bianchedi.
È LO STESSOschema già utilizzato per Roma 2024, quando il comitato presieduto da Montezemolo riuscì a “bruciare” quasi 13 milioni in due anni, attirando diverse polemiche (e pure gli accertamenti della guardia di finanza). Stavolta ci sono meno soldi (3 milioni tra Coni, Lombardia e Veneto) e soprattutto meno tempo per spenderli, visto che la scelta avverrà fra pochi mesi. La competenza sui grandi eventi di WePlan (esperienza anche ai Giochi di Rio 2016) è indiscussa: il contratto per Milano-Cortina comprende tutte le attività della fase di candidatura fino a giugno 2019. Non il logo che sta riscuotendo apprezzamenti (di sicuro del sin- daco Sala, che ha avuto il brand come voleva). Sarebbe stato un extra: l’ha realizzato l’ufficio comunicazione del Coni, a costo zero. Almeno quello.