La mafia dei pascoli, dai Nebrodi all’Etna
I giovani che vogliono investire nella terra tra criminali e burocrazia
Salvo
Rubulotta aveva un sogno: creare un villaggio eco-sostenibile alle pendici dell’Etna rivolto a giovani under30e basato sull’autosufficienza alimentare, sull’auto produzione energetica ricavata dai pannelli fotovoltaici e sul lavoro collettivo. Etna Bio Valley ha vissuto pochi mesi, la notte del 30 maggio 2017 un incendio lo ha trasformato in cenere, e le due ospiti presenti sono riuscite a salvarsi. “Ho motivo di credere – ha detto Rubulotta al sito Sicilia Report – che dietro l’incendio doloso ci sia la criminalità organizzata e che qualcuno abbia costretto le due ragazze ad allontanarsi dal villaggio durante la notte’’. Etna Bio Valley, che Rubulotta si ostina oggi a ricostruire (“sono pronto a morire per il mio sogno”) è la punta di un iceberg di iniziative e in- vestimenti, le prime finora solo potenziali, sul versante occidentale dell’Etna (Randazzo, Bronte e Linguaglossa) che si scontrano con la mafia dei terreni, acquisiti anche con atti di acquisto falsi, e con la parte più retriva della burocrazia siciliana, probabilmente gli stessi che il gover- natore Musumeci ha definito senza giri di parole “criminali”. Giovani siciliani che vogliono investire sul futuro della propria terra oggi intrappolati in una tela di ragno tessuta da mafia, burocrazia e professionisti compiacenti.
“HO AVUTO MODO di prendere atto, anche parlando con la comunità locale, che l’intera zona che si estende dal monte Spagnolo fino al lago Gurrida e oltre, fino alla strada Quota mille, è sotto lo scacco di persone che comprimono la libertà personale e impediscono ai legittimi proprietari dei fondi rurali di fruirne com’è loro diritto – dice a Meridionews Sebastiano Blanco, 46 anni, proprietario di 6 ettari a Randazzo. La prassi è sempre la stessa: prima le offerte di collaborazione degli allevatori e al primo diniego spuntano paletti e filo spinato a delimitare il terreno dall’inter- no. Il giorno dopo arrivano mucche e pecore a pascolare dentro”. E aggiunge: “Dalle nostre parti succede quello che tante indagini hanno evidenziato sul parco dei Nebrodi”. Dove i mafiosi dei pascoli battono cassa con l’Ue per decine di milioni di euro e dove il presidente del Parco, Giuseppe Antoci, vittima di un attentato fallito, ha denunciato che migliaia di ettari di terreni agricoli di proprietà degli enti pubblici sono diventati fonte di finanziamento dei mafiosi che su quei terreni hanno chiesto i contributi previsti per legge. E alla prima verifica antimafia, 14 imprese su 15 sono risultate vicine a Cosa Nostra. E mentre Musumeci dispone ispezioni negli agriturismi (“per accertare casi di abusivismo e di bassa qualità dei servizi, la ricreazione è finita anche per gli speculatori”) a Randazzo il sospetto di una combine tra burocrati e mafiosi è forte: “È vero che in questi dipartimenti c’è gente incompetente, che non ha il controllo dei procedimenti e dove ognuno si muove randomcome un’armata Brancaleone – dice Vincenzo Caruso, con la pratica della figlia bloccata da 5 anni – ma a oggi l’Ue ha stanziato oltre 130 milioni di euro destinati a bandi per promuovere l’ag ri tu rismo rurale pubblicati un anno fa, dei quali non è mai stata fatta una graduatoria.
E dal marzo scorso, il Comune di Randazzo non pubblica una delibera del commissario ad acta che ha modificato il regolamento autorizzando le costruzioni rurali nei boschi con una cubatura dello 0,03, che darebbe il via libera al progetto di mia figlia. Non è da escludere, dunque, che qualcuno abbia interesse a non far sviluppare quest’area”.
Dietro l’incendio doloso all’Etna Bio Valley ritengo ci sia la criminalità organizzata Ma sono pronto a morire per il mio sogno
SALVO RUBULOTTA