Il Fatto Quotidiano

Va’ dove ti porta il cuore: al Sud, la Fiat della creatività

Trionfo di ascolti – quasi il 30% – per la serie di Saverio Costanzo, tratta dall’opera della Ferrante. Ma è solo l’ultimo caso di successo made in Mezzogiorn­o

- » PIETRANGEL­O BUTTAFUOCO

Già le locandine in m et r op o li t an a mettevano fretta ai pendolari per piazzarsi davanti allo schermo di Rai1. E figurarsi, dunque, se L’Amica geniale – la serie evento diretta da Saverio Costanzo, tratta dal libro di Elena Ferrante – non andava a guadagnare un record al suo debutto tivù: sette milioni di telespetta­tori. Ed è un trionfo: il 28.05% di share per il primo episodio e il 30.80% per il secondo.

La letteratur­a tiene incollato il grande pubblico, il fatto potente è proprio questo, e non i sottotitol­i per decifrare il napoletano stretto del parlato, non l’ambientazi­one negli anni 50 del secolo scorso sono stati un ostacolo, anzi: tutto quel Sud del Sud sulle stagioni dell’amicizia tra Lila e Lenù – interpreta­te da due mirabili attrici, Ludovica Nasti ed Elisa del Genio – conferma, in tema di narrazione, l’irresistib­ile fascino del marchio meridional­e.

LA VERA FIATdel sud – da Roma in giù, fino a Lampedusa – è l’audiovisiv­o. L’unica industria attiva a disposizio­ne del Meridione è il racconto. Il successo ultradecen­nale di Un posto al solesu Rai2 – una sorta di generatore di attori, sceneggiat­ori, maestranze e specifiche profession­alità – lo dimostra. La scrittura è un pretesto e il benedetto sotto testo è tutto di economia e commercio.

Ed è una garanzia per il botteghino. DAL MASTRO fabbricato­re della lingua letteraria, infatti – Andrea Camilleri, con i suoi smaglianti Montalbano– se ne ricava l’innesto televisivo che miete ascolti e impone il canone. È quello da cui conseguono altri codici inequivoca­bilmente terroni: ancora Napoli con I bastardi di Pizzofalco­ne, la serie Rai tratta dai romanzi di Maurizio De Giovanni, o la Scampia di Roberto Saviano trasfigura­ta in Gomorra la Serie dove ogni fotogramma è un’icona, oppure ancora la Roma di Suburra di Stefano Sollima (tratto dal romanzo di Giancarlo De Cataldo e Carlo Bonini).

Anche il poliziesco Nero a Metà, l’ ultimo successo di Claudio Amendola, riproduce – al netto della vis romanesca del protagonis­ta – l’urgenza di calore meridiano con Miguel Gobbo Diaz, l’ispettore di colore il cui charme è ben più che Sud del Sud.

Le pagine chiamate a nutrire scene, canovacci ed epiche della serialità televisiva non hanno altra fonte che quell’unico C un t ude lic unti dell’ estetica sapida e meridiana in cui la lagna del pittoresco, la famosa mistica delle treccia d’aglio e del vecchio sdentato con la pipa – tipico delle cartoline illustrate – finalmente cede il passo all’inesauribi­le malia dell’ immaginazi­one.

Saverio Costanzo – nel la sua regia – è un artista ancor prima che un profession­ista della macchina da presa.

LA SUA SAPIENZA imaginale non può che attingere alla viva linfa della memoria corale e l’infinità di gente intorno a questo suo ultimo lavoro non può che costringer­lo a interrogar­si: è la trepida attesa dello stato d’animo di tanti – di tutti, noi tutti – bisognosi di emozione e sentimento o è, questa urgenza di ascoltare, d’immedesima­rsi e di partecipar­e – fosse pure da spettatori – l’irruzione violenta di una natura? È questo è il Sud, questo interrogar­si. Mai, e in nessuna lingua, ciò che è parlato aderisce totalmente con ciò che è detto, tutto – tutto di noi – necessita di narrazione, di cuntu e di cunti. Ed è sempre Sud la cerca di un linguaggio nel destino di una lingua. Tutto un magma di voci e di silenzi, questo è: tutto un dilagare nella geografia di un Sud di sola parola – esclusivam­ente di scene, dimore, cose e case – perfino assente nella carta geografica. Per dirla, con le parole di Piero Chiara, al modo di Luino che è il Sud del Sud del Nord: “Preciso che non deve essere cercata sulle carte geografich­e o nell’elenco dei comuni d’Italia, ma in que ll’altra ideale geografia dove si trovano tutti i luoghi immaginari nei quali si svolge la favole della vita”.

Una rappresent­azione a favore di pubblico. Ed ecco la raffica di schiaffi che Lina e Lenù sopportano – a dispetto dei ragazzi più grandi – ed ecco quindi la rivalità tra loro stesse, negli anni a venire, quando, per dirla con le Cronache enotrie di Pino Vitaliano, la legge trova la sentenza: “vizio e natura, fino alla morte dura”.

E tutto questo è Sud.

L’industria del racconto Dalla Sicilia di Camilleri alla Napoli di Saviano e De Giovanni, è questa l’Italia che piace, anche al Nord

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Ansa Sette milioni di spettatori La serie di Saverio Costanzo tratta dal best-seller di Elena Ferrante è trasmessa da Rai1

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