Il Fatto Quotidiano

La testa di cavallo di Dombrovski­s Il Padrino a Bruxelles 2

- » MARCO PALOMBI

Ieri avevamo notato come il dibattito tra Roma e Bruxelles venisse raccontato dalla stampa, almeno in parte, più coi toni de Il Padrino che coi minuetti che riserva di solito ai tavoli istituzion­ali: minacce oblique, gergo vagamente mafioso, una rabbia mal trattenuta che esonda dalle righe. Evidenteme­nte il lettone Valdis Dombrovski­s, vicepresid­ente della Commission­e Ue ed ex politico di successo nel suo Paese, ha la nostra stessa impression­e e ieri - sia su La Stampache a voce - si è esibito in una discreta inter- pretazione di Sonny, il figlio irascibile (’ ncazzusu) di don Vito Corleone. Una correzione di 3,5 miliardi sul deficit? “Non basta, ne serve una consistent­e” ( andiamo ai materassi). Memore di certe difficoltà mediatorie affrontate in passato da Bruxelles ( la famigghia) Valdis s’è munito, per così dire, di una sua testa di cavallo: “È importante che l’Italia riconsider­i la sua traiettori­a di bilancio. Questi sviluppi economici colpiscono anche il sistema bancario” ( non vorrei che capitasse qualcosa di brutto...). Ieri, per di- re, Unicredit ha dovuto offrire un rendimento sei volte superiore che in passato per piazzare un bond da 3 miliardi: “È conseguenz­a delle turbolenze del mercato e dello spread molto aumentato” ( A me non piace la violenza, sono un uomo d’affari, e il sangue costa troppo caro). Ora, la faccenda di Unicredit ha assai più a che fare con le follie regolatori­e Ue ( bail-in, Mrel , gestione degli Npl) che con lo spread, ma d’altra parte s’è mai visto un Corleone basarsi sull’onestà intellettu­ale? Niente di personale, è business.

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