La testa di cavallo di Dombrovskis Il Padrino a Bruxelles 2
Ieri avevamo notato come il dibattito tra Roma e Bruxelles venisse raccontato dalla stampa, almeno in parte, più coi toni de Il Padrino che coi minuetti che riserva di solito ai tavoli istituzionali: minacce oblique, gergo vagamente mafioso, una rabbia mal trattenuta che esonda dalle righe. Evidentemente il lettone Valdis Dombrovskis, vicepresidente della Commissione Ue ed ex politico di successo nel suo Paese, ha la nostra stessa impressione e ieri - sia su La Stampache a voce - si è esibito in una discreta inter- pretazione di Sonny, il figlio irascibile (’ ncazzusu) di don Vito Corleone. Una correzione di 3,5 miliardi sul deficit? “Non basta, ne serve una consistente” ( andiamo ai materassi). Memore di certe difficoltà mediatorie affrontate in passato da Bruxelles ( la famigghia) Valdis s’è munito, per così dire, di una sua testa di cavallo: “È importante che l’Italia riconsideri la sua traiettoria di bilancio. Questi sviluppi economici colpiscono anche il sistema bancario” ( non vorrei che capitasse qualcosa di brutto...). Ieri, per di- re, Unicredit ha dovuto offrire un rendimento sei volte superiore che in passato per piazzare un bond da 3 miliardi: “È conseguenza delle turbolenze del mercato e dello spread molto aumentato” ( A me non piace la violenza, sono un uomo d’affari, e il sangue costa troppo caro). Ora, la faccenda di Unicredit ha assai più a che fare con le follie regolatorie Ue ( bail-in, Mrel , gestione degli Npl) che con lo spread, ma d’altra parte s’è mai visto un Corleone basarsi sull’onestà intellettuale? Niente di personale, è business.