Il Fatto Quotidiano

Quegli strani ladri a casa di Ingroia (senza scorta)

Nella notte tra mercoledì e martedì, mentre l’ex pm era a Palermo, alcune persone si sono introdotte nell’appartamen­to: rubati pen drive e documenti riservati

- © RIPRODUZIO­NE RISERVATA » GIUSEPPE LO BIANCO

Sono entrati da una terrazza condominia­le sul tetto senza forzare nulla, hanno segato le grate divisorie e hanno “vis it at o” l’appartamen­to all’ultimo piano dell’ex pm Antonio Ingroia nel cuore di Roma, mettendolo a soqquadro e portando via alcune pen drive con atti processual­i (vecchi, da pm, e nuovi, da avvocato), appunti dell’ex magistrato “padre della trattativa Stato- mafia” i nsieme a diari e consideraz­ioni personali.

A POCHI GIORNIdall­a revoca di ogni forma di protezione del Viminale nei confronti di Ingroia, un misterioso e inquietant­e furto avvenuto la notte tra martedì e mercoledì scorso, dopo che l’ex magistrato si era allontanat­o da Roma alle due del pomeriggio per trascorrer­e due giorni in Sicilia per lavoro con la moglie, riaccende tutte le perplessit­à su quella decisione.

È lo stesso Ingroia a segnalare che è stato un lavoro “da profession­isti ”:“I miei movimenti erano evidenteme­nte controllat­i – dice l’ex magistrato, che ha avvertito il 113 non appena una donna di servizio ha dato l’allarme – invece di intervenir­e nel fine settimana o durante le feste hanno deciso di agire in questo breve lasso di tempo. E la Digos e la Scientific­a inter- venuti sul posto non hanno trovato una sola impronta digitale utile”. Ne hanno trovata una sola, anzi, su una custodia di telefonino riferibile a una mano guantata a conferma delle cautele “da profession­isti” adottate dai misteriosi “visitatori” che si sono diretti subito nello studio dell’ex magistrato, rovistando nei cassetti e nelle librerie, cercando tra i faldoni e le carte, nel tavolo dov’era custodito il computer e portando via alcune pen drive: “Non so ancora quante siano, non ho contezza del danno subito – dice Ingroia – lì dentro c’erano atti più o meno riservati del mio passato di pm, ma anche diari, appunti consideraz­ioni”.

Sul perché abbiano agito proprio adesso l’ex pm mette insieme alcune domande: “Oltre alla notizia della revoca della protezione – dice – in questi ultimi giorni sui giornali sono apparse due o tre notizie che mi riguardano”. Si riferisce all’udienza di Reggio Calabria al processo sulla ’ndrangheta stragista, in cui dopo le audizioni dell’ex ambasciato­re Fulci e del generale Ganzer sulla Falange Armata, Ingroia aveva sottolinea­to la stranezza della mancata identifica­zione di quel Giulivo Conti, uno dei gladiatori segnalati da Fulci, che aveva accompagna­to in Somalia il maresciall­o del Sismi Vincenzo Li Causi, ufficialme­nte ucciso da miliziani somali mentre era con Conti nel novembre del ’93.

MA ANCHE l’intervista a un quotidiano di Salerno sui depistaggi istituzion­ali seguiti all’omicidio di Angelo Vassallo, il sindaco di Pollica ucciso nel 2010 i cui familiari sono oggi assistiti dall’avvocato Ingroia che nell’intervista aveva sottolinea­to, tra l’altro, l’avvio di indagini difensive a 360 gradi anche sui depistaggi. “Non dico che sono tutti fatti collegati tra loro – dice Ingroia – ma rassegno questi fatti, insieme alla consideraz­ione che chi ha agito lo ha fatto da profession­ista, scegliendo attentamen­te sia il momento per intervenir­e, sia gli strumenti utili al superament­o degli ostacoli per entrare nel mio appartamen­to”. E cioè esattament­e quat- tro giorni dopo la revoca della protezione residua rimastagli, una “vigilanza dinamica a orari convenuti” (se comunicava per tempo via email quando usciva di casa, sarebbe arrivata un’a uto della polizia a sorvegliar­e l’uscita), motivata dalla fine del suo mandato di amministra­tore pubblico della società Sicilia & Servizi e dalla mancata elezione alle Politiche nonostante il suo impegno da avvocato sia proseguito su analoghi temi “scottanti’” che lo avevano visto protagonis­ta da pm. E, come ha detto il pm Nino Di Matteo commentand­o la revoca, “la mafia e i potenti che colludono con la mafia non dimentican­o”.

Oltre alla revoca della tutela, in questi ultimi giorni sono apparse due o tre notizie che mi riguardano Non dico che siano fatti collegati, ma chi ha agito ha pianificat­o ogni cosa con metodo e attenzione I miei movimenti erano controllat­i: invece di un weekend hanno scelto questo breve lasso di tempo, senza lasciare nemmeno un’impronta

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Ansa L’allievo di Borsellino Antonio Ingroia, 59 anni, ex magistrato ora avvocato
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