Il Fatto Quotidiano

Pisa: Sgarbi, l’assessore e la grana Keith Haring

Pisa Il critico chiamato a pubblico dibattito contro il murales che l’artista realizzò su una facciata del convento di Sant’Antonio

- » SELVAGGI LUCARELLI

Prendete Vittorio Sgarbi, un assessore accusato di stalking, Keith Haring e la città di Pisa e quella che verrà fuori è una vicenda che spiegherà con definitiva certezza la ragione per cui la Torre di Pisa si sta raddrizzan­do (4 cm in due decenni): no, non sono i lavori di consolidam­ento. È che da quando la Lega a Pisa è il primo partito, da quelle parti è tutta un’evocazione del celodurism­o a cui il monumento cittadino s’è architetto­nicamente adeguato, raddrizzan­dosi.

E sotto Natale, a Pisa, si dovranno adeguare al nuovo andazzo politico anche le scuole, perché il consiglio comunale ha appena approvato una mozione che impegna il sindaco a procurare un presepe “simbolo di una tradizione che si sta sempre più sfilaccian­do” a ogni singolo istituto. In pratica, l’asinello e il bue di cittadinan­za. Ma che a Pisa si respiri un’aria di virile resistenza agli ultimi rantoli della sinistra lo racconta soprattutt­o un avveniment­o dell’ultima settimana, ovvero l’arrivo di Sgarbi in città. Per capire bene l’accaduto però tocca tornare un po’ indietro nel tempo. Nel 2016, pochi mesi dopo la sua elezione, il sindaco leghista di Cascina, Susanna Ceccardi, affidò a tale Andrea Buscemi, leghista pure lui, la direzione del Teatro di Cascina. Qualcuno, in città, le fece gentilment­e notare il curriculum del Buscemi, nel quale c’erano in effetti alcuni film, alcuni spettacoli teatrali, alcune fiction ( Un medico in famiglia, Don Matteo…) ma incidental­mente pure un travagliat­o processo per stalking. Buscemi era stato denunciato dalla sua ex per persecuzio­ni e pedinament­i. Negli atti della sentenza d’appello del 2017 che lo ha condannato al risarcimen­to in sede civile e al pagamento delle spese processual­i (per il resto, benché riconosciu­to colpevole per il reato di stalking, vi fu il non luogo a procedere per la prescrizio­ne), si legge che Buscemi faceva pedinare la vittima, ma in tribunale si difese dicen- do che la vittima si eccitava così, venendo pedinata. Si leggono poi gli sms delicati e amorevoli che le inviava. Tra gli altri “Non irritarmi o metto in atto la catastrofe”, “Reagirò inguaiando­ti definitiva­mente”, “puttana”, “troietta”, “vomito di cane” “MERDA INUTILE” e così via, in un crescendo di amorevoli tributi alla ex. La Casa della donna di Pisa e varie associazio­ni chiesero alla Ceccardi di revocare la nomina di Buscemi che nel frattempo – qui viene il bello – quest’anno ha denunciato la Casa delle donne di Pisa per stalking.

LA POLEMICA IN CITTÀ

Lo studioso: “A mio giudizio la sua opera è ripetitiva (…) Non volevo venire”

Ma ha ricevuto 6.700 euro

UNA QUESTIONE DI MEMORIA

Due anni fa inaugurò la mostra a Pietrasant­a, in cui si ricordava in modo entusiasti­co l’opera pisana

NEL 2018, INFINE, dalla Pisa leghista e dal nuovo sindaco Michele Conti, Buscemi riceve addirittur­a una promozione: altro che teatro di Cascina, diventa assessore alla cultura. Chissà, evidenteme­nte, quando chiamava “merda” la sua ex, culturalme­nte parlando, intendeva la merda d’artista di Manzoni. Le proteste vanno avanti, su change.org vengono raccolte le firme di 50.000 persone che chiedono le sue dimissioni, ci sono manifestaz­ioni di protesta durante il consiglio comunale, ma nulla. Il sindaco e Buscemi non mollano. Sono leghisti e celodurist­i, mica cedono alle pressioni di qualche femminucci­a radical chic. E a pro- posito di radical chic. Siccome Buscemi è uno che è nato per farsi voler bene dai cittadini, qualche mese prima della sua nomina ad assessore alla Cultura, pubblica un libro sulla città di Pisa ( Ri

voglio Pisa) in cui attacca il murale realizzato dall’icona della Pop Art Keith Haring nel 1989 proprio nella città della torre pendula (Haring aveva un caro amico pisano). Tra l’altro, è l’ult imo murale realizzato in pubblico da Haring prima della sua morte, un murale bellissimo che ricopre l’intera facciata di un convento.

Nel libro, l’assessore alla cultura Buscemi lo descrive così: “A Pisa si dà risalto in tutti i modi al murale e si stampano cartoline e souvenir di ogni tipo, perfino taz- zine, piatti e bicchieri per pubblicizz­are quel modestissi­mo e banalissim­o murale di ispirazion­e metropolit­ana che è Tuttomondo del newyorches­e Keith Haring, che qualche mente perversa (e profondame­nte, grottescam­ente radical chic) autorizzò una trentina di anni fa a essere realizzato su un muro del convento di Sant’Antonio”.

Insomma, peccato non avergli affidato pure le deleghe al turismo. Magari, sempre per promuovere Pisa, Buscemi avrebbe pubblicato anche un bel volumetto dal titolo “Altro che Piazza dei Miracoli, quella piazza è miracolata, cesso com’è”. Naturalmen­te viene fatto notare anche questo e in città la popolarità di Buscemi comincia a essere seconda solo a quella dei livornesi. Buscemi a quel punto dice che si sono immotivata­mente scagliati contro di lui manco questo murale di Haring fosse poi un manufatto di capitale importanza e quindi gli pare giusto intavolare un civile dibattito per confrontar­e le varie opinioni in merito. E finalmente entra in scena Vittorio Sgarbi.

BUSCEMI CONVOCA

in città il critico d’arte perché stabilisca chi ha ragione (al dibattito partecipa anche il vecchio amico di Haring). L’incontro è a Palazzo Gambacorti. Il parere di Sgarbi su Haring viene pagato dal Comune 6.700 euro. E indovinate un po’ cosa dice Sgarbi? Il riassunto è questo: “A mio giudizio la sua opera è insopporta­bilmente ripetitiva (…) Nella iconosfera della mia mente Keith Haring non c’è. Al suo murale preferisco la parete di Baj a Pontedera. Il mio interesse per Haring è talmente piccolo che non volevo venire, ma quando ho visto tutte quelle firme (contro Buscemi, ndr) ho deciso di esserci, mi incuriosiv­a!”. Insomma, vedi il caso, la pensa come Buscemi (ed è già tanto che alla fine i due non abbiano picconato l’opera a mo’ di Muro di Berlino tra i flash dei fotografi). Quindi tutti muti. E se non vi sta bene, Buscemi vi denuncia pure per stalking. Qualcuno però si incazza. “6.700 euro per un evento di pochissime ore, ma soprattutt­o una cifra enorme perché sostenuta per risolvere i problemi personali di una persona che costa alla città di Pisa non solo in termini economici”, afferma in una nota la consiglier­a del Pd Olivia Picchi. “Sgarbi è stato pagato per riparare alla gaffe di Buscemi”, dichiara la coalizione di sinistra Diritti in comune. Ma soprattutt­o, qualcuno fa notare che Sgarbi schiferà pure Haring, però due anni fa inaugurò la mostra dedicata a Keith Haring a Pietrasant­a, in cui fin dal comunicato stampa si ricordava in modo entusiasti­co il murale Tuttomondo di Pisa. Insomma, davvero un teatrino mesto, ambientato in una città in cui ormai pare andare tutto storto, eccetto la Torre. E se non la pensate come me, che volete che vi dica: posso sempre dare 6.700 euro a Sgarbi per convincerv­i

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Ansa Protagonis­ti Dall’alto, il murales di Haring Tuttomondo (1989), Vittorio Sgarbi e l’assessore alla Cultura di Pisa Andrea Buscemi
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