Il Fatto Quotidiano

Vecchi arnesi & gran borghesi: la Torino degli affari debutta al raduno di Cottarelli

Oggi la fondazione di Quagliarie­llo (FI) con i fan dell’Alta velocità

- » MASSIMO NOVELLI

Si

potrebbe definire un ballo (figurato) delle debuttanti e dei debuttanti, se non fosse che alcuni di loro hanno già oltrepassa­to la linea d’ombra che separa l’adolescenz­a dalla maturità.

Resta il fatto che per lo schieramen­to composito, ma non troppo, della Torino Sì Tav e della vagheggiat­a riconquist­a delle città da parte delle supposte élite, l’incontro in programma oggi in un hotel cittadino, l’Nh di corso Vittorio Emanuele, è un battesimo in pubblico. Organizza la sezione locale della Fondazione Ma gn a Carta, quella presieduta dal senatore di Forza Italia Gaetano Quagliarie­llo. Vi partecipan­o il commercial­ista Stefano Rigon che guida Magna Carta Nord- Ovest; l’economista Carlo Cottarelli; il sociologo Luca Ricolfi , che da posizioni di destra/sinistra/destra critica la sinistra; Paolo Foietta, commissari­o straordina­rio per l’asse ferroviari­o Torino-Lione; il notaio Andrea Ganelli , gran manovrator­e di iniziative politiche anti-giunta Appendino; la mada mina Sì Tav Gi ovan na Giordano Peretti; l’uomo dell’alta finanza Guido Giubergia( patron di Ersel); e la deputata di Forza Italia Claudia Porchietto. UNA BELLA brigata, pertanto, che, per ricordare il Totò di un famoso film, potrebbe esclamare, entrando nella sala dell’ al ber goNh :“Macchinist­i, fuochisti, ferrovieri, facchini, affini, collateral­i, uomini di fatica ...”.

Il pretesto per il raduno è la presentazi­one dell’ ultimo librodi Cottarelli, ormai economista per meriti televisivi. In realtà, il vero motivo è la prima uscita del preteso think tank che sostiene di rappresent­are la Torino dei ceti produttivi. Una Torino, in verità, molto renzusconi­ana e padronale; l’e t e rna Torino del potere, che ora si sente minacciata dalla giunta comunale Cinque Stelle e dal voto popolare che ha cambiato un poco gli equilibri di Palazzo. Eterna Torino, poi, de- gli aspiranti alle briciole del potere; e frammento di una città votata alla presa della Bastiglia subalpina (e forse qualcosa di più), tesa comunque alla ricomposiz­ione politica e affaristic­a di classe (dominante).

Non ci sono nel think tank al gianduiott­o della supposta “altra Torino”, naturalmen­te autodefini­tasi liberale, cassintegr­ati Fiat- Fca, precari o lavoratori normali, emigrati oppure piccoli commercian­ti o gente comune. Ai finanzieri, ai notai, ai commercial­isti e ai revisori dei conti (a volte finiti in mano alla Procura della Re-

In albergo

Con l’economista e Luca Ricolfi, le organizzat­rici di piazza Castello e vari esponenti renzusconi­ani

pubblica), agli industrial­i veri o fasulli, ai costruttor­i, alle madame Fiat e alle madamin che, quando scenderann­o in piazza i No Tav, andranno a sciare al Sestriere (per rivoluzion­aria loro ammissione), si mescolano quelli e quelle dei mestieri dell’era postmodern­a, che di produttivo hanno poco.

AL CONVEGNO de ll ’ h ot el Nh, spiegano i promotori, i relatori diranno che “il Piemonte – da sempre labora- torio e propulsore per l’Italia – soffre un momento di stallo dal quale uscire con rinnovate energie e proposte”.

Semplici pretesti, quelle energie e proposte, per andare all’assalto della diligenza, mandando avanti madamini e madamine. Sperando di fare come nella poesia di Guido Gozzano: “Signore e signorine/ le dita senza guanto/ scelgon la pasta. Quanto/ ritornano bambine!/ Perché nïun le veda,/ volgon le spalle, in fretta,/ sollevan la veletta,/ divorano la preda”.

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Ansa/LaPresse Viva il Tav Da sin.: Cottarelli, Ricolfi e Giordano Peretti
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