Onu, vince Salvini: “Il voto in Parlamento a febbraio”
Il no al protocollo sulle migrazioni è quasi un fatto: mozioni alle Camere solo dopo la riunione di Marrakech (alla quale l’Italia non si presenterà)
“La
nostra mozione? Non la voteremo prima di febbraio”. A metterla così è una fonte leghista ben informata sui fatti. Che a proposito del documento per chiedere il no al Global Migration Compact, presentato dal deputato Formentini, vicinissimo a Guglielmo Picchi, sottosegretario agli Esteri, si spinge ancora oltre: “Un voto ci sarà solo quando saremo sicuri di bocciarlo”.
Insomma, la discussione in Parlamento sul trattato Onu ci sarà, ma a data da destinarsi, e sicuramente molto dopo il vertice a Marrakech per firmarlo il 10 e 11 dicembre, dove l’Italia non si presenterà. Certo, il trattato Onu sulle migrazioni può essere eventualmente sottoscritto anche dopo. Ma la strategia della Lega è quella di rin- viare il più possibile un dibattito e, soprattutto, un voto sul tema. E intanto mettere l’Italia di fatto fuori dall’accordo. Tanto è vero che la capigruppo ieri ha calendarizzato la mozione di Fratelli d’Italia per il 22 e 23 dicembre. Che sarà comunque un primo momento di difficoltà: il partito di Giorgia Meloni è per il no, il Carroccio non ha voglia di contare i voti.
DUNQUE, il governo apparentemente ha preso tempo, ma di fatto, rinviando la decisione a data da destinarsi, fa passare la scelta di Matteo Salvini contro l’accordo Onu. Non solo: la spaccatura all’interno della maggioranza è abbastanza profonda da essere preoccupante. Per il sì si stanno schierando pubblicamente vari esponenti dei Cinque Stelle (come Giuseppe Brescia, presidente della Commissione Affari costituziona- li). “In Parlamento una maggioranza contraria al Global compact esiste. O il M5S si adegua alla Lega o nasce una nuova maggioranza, con pezzi del centrodestra e alcuni grillini che voterebbero insieme ai leghisti, ma a quel punto cadrebbe il governo”, sono i commenti leghisti.
Nel frattempo, ieri il ministro degli Esteri Enzo Moavero Milanesi, dopo un intervento in Commissione tutto incentrato sulla Brexit, non ha risposto alla domanda della deputata Pd, Lia Quartapelle, che chiedeva un’informativa sui temi di più stretta attualità a partire dal Global compact. A quel punto Pd e LeU hanno abbandonato i lavori.
Il premier Conte ha ribadito che “esiste una diversità di vedute” all’interno del governo “che non deve spaventarci”. Ma la richiesta dell’opposizione di andare a riferire in aula non
Numeri sul filo
Il testo di FdI in aula il 22 e 23 dicembre Quello del Carroccio almeno un mese dopo
ha avuto risposta. “È lo strumento più potente che abbiamo per servire i nostri interessi nazionali”, ha sottolineato l’Alto Rappresentante dell’Ue per gli Affari esteri Federica Mogherini, intervenendo nella mini-plenaria dell’Europarlamento. È potente ma, secondo Mogherini, “giuridicamente non vincolante”. Di fronte a una situazione abbastanza fuori controllo, Salvini ha ribadito in serata: “Faremo un documento condiviso coi Cinque Stelle”. A proposito di dichiarazioni di intenti.