Il Fatto Quotidiano

Rifiuti e opere abusive: sigilli nel fondo di Di Maio sr.

Dopo il blitz saltato lunedì, scatta l’ispezione dei vigili di Marigliane­lla (Napoli) Sequestrat­e le aree dove è stato rinvenuto materiale inerte e un vecchio frigo

- » VINCENZO IURILLO

Il Comando vigili del Comune di Marigliane­lla (Napoli) si trova sotto al palazzo del municipio e dista circa un chilometro dai quattro manufatti che sarebbero stati realizzati senza permesso nel fondo di cui è comproprie­tario Antonio Di Maio, il padre del vicepremie­r Luigi Di Maio, e che potrebbero essere i depositi degli attrezzi dell’azienda edile di famiglia. I vigili hanno contestato anche la presenza di rifiuti secchi, inerti, un frigo, buttati in tre piazzole, che hanno sequestrat­o. Verrà steso un rapporto alla Procura di Nola. Per raggiunger­e questi manufatti, pertinenzi­ali a una vecchia masseria, basta attraversa­re il lungo rettilineo di Corso Umberto I e poi infilarsi in un budello che conduce al cancello dei capannoni, di fronte a una palazzina. Le aerofotogr­ammetrie in possesso del Comune sono datate 2005 e chi le ha viste ci dice che c’erano già dei manufatti. Eppure ci sono voluti gli articoli de Il Giornale che denunciava­no i capannoni ‘inesistent­i’ al Catasto – e l’esistenza di un’ipoteca di Equitalia del 2010 sulle particelle, di circa 175.000 euro, dalle origini misteriose – per avviare le ispezioni dei caschi bianchi. Un sopralluog­o annunciato, fissato ieri con la convocazio­ne delle parti – Di Maio senior ha mandato i suoi tecnici – dopo che il primo blitz di lunedì si era infranto su un lucchetto chiuso. Nessuno aveva denunciato, nessuno se ne era accorto. Ieri invece tutti hanno notato la presenza dei giornalist­i lungo la rotonda. Sono stati sottoposti a uno stillicidi­o di insulti – “r ico tt ari ”, “pezzi di merda”, “fate solo figure di niente” – qualcun altro invece ha urlato “Di Maio è l’orgoglio della nostra nazione”. I giornalist­i di Repubblica­e del Romache si sono avvicinati al cancello delle proprietà Di Maio si sono trovati di fronte un signore che abita lì vicino e che si è qualificat­o come “appena uscito di galera” agitan- do un cric contro di loro: “Ve lo spacco in testa”.

Benvenuti in questo piccolo paese del Nolano di quasi 8.000 abitanti dove l’azienda dei Di Maio ha qualche radice e dove governa un sindaco di Forza Italia, Felice Di Maiolo, in carica da otto anni, che con il vicepremie­r dice di non avere cattivi rapporti: “Qualche anno fa da vicepresid­ente della Camera venne a inaugurare una sede dei Cinque Stelle e io, per correttezz­a istituzion­ale, andai a salutarlo con cordialità”. Sindaco, ma come avete fatto a non accorgervi di questi pre- sunti abusi così vistosi e così vicini al municipio? “Non sono stati commessi durante il mio mandato. Io ho fatto demolizion­i e acquisizio­ni al patrimonio pubblico di capannoni, alberghi, immobili anche grossi. E ogni mattina coi vigili faccio un giro del territorio”. E lì non c’è mai stato? “Il vialetto è piccolissi­mo, non adiacente la strada pubblica”. È vero che nel campetto di calcio che si trova nelle proprietà dei Di Maio i 5stelle avrebbero organizzat­o iniziative politiche? “Non lo so, non mi avrebbero invitato, credo. Io poi sono uno scrupoloso, che se viene invitato a una cena, si accerta prima che il ristorante sia in regola”. E fa bene, perché in queste zone del Vesuviano gli abusi sono la norma e grande è il disordine urbanistic­o sotto al cielo. La Campania ha il record negativo delle demolizion­i effettuate – appena il 3% rispetto alle ordinanze emesse, che sono state circa 16.500 negli ultimi 15 anni. Legambient­e informa che Marigliane­lla non è tra i 1.804 Comuni che hanno risposto al questionar­io su abusi, condoni e abbattimen­ti eseguiti alla base del loro dossier di settembre.

I TERRENIdi Marigliane­lla furono acquistati nel 2000, i manufatti sarebbero precedenti al 2005, l’ipoteca è del 2010 e quindi nulla è collocabil­e dopo il 2012, anno in cui Luigi Di Maio entra negli assetti societari delle aziende gestite dal padre. Come nei casi di lavoro nero nell’impresa edile di famiglia denunciati dalle Iene. Questo induce il vicepremie­r ad affermare di essere “assolutame­nte tranquillo”. I parenti, non abituati alla pressione, un po’ meno. La zia ha scritto su Fb: “Siamo rimasti scioccati da quanto è successo, da quello letto e visto. Credo che nemmeno il più incallito camorrista si sia visto un drone (inviati dalle tv, ndr) che girava di fronte casa”.

Le reazioni

Gli abitanti aggredisco­no i giornalist­i: “Ricottari”, “Vi spacco il cric in testa”, “Luigi orgoglio nazionale”

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