Il Fatto Quotidiano

Fredy, le paure dell’uomo senza protezioni

Arezzo Le forze dell’ordine locali: “Qui reati in calo”. Ma crescono i furti nelle abitazioni

- » ANTONIO MASSARI

Ha

trascorso le notti da solo, nel capannone, da quattro anni con la pistola sul comodino. Di certo Fredy Pacini doveva essere ossessiona­to dall’idea che i ladri potessero presentars­i ancora nella sua rimessa da gommista. E rubargli, com’era già accaduto in passato, biciclette per un valore di 30 mila euro. Ben 38 volte era accaduto negli ultimi anni, aveva dichiarato recentemen­te, che qualcuno avesse provato a forzare la porta del suo capannone. Di denunce ne aveva presentate 6, in realtà, dal 2014 a oggi. E non che un tentativo di furto l’anno – due, peraltro, erano andati a segno – siano una passeggiat­a. Anzi. Il punto è che dinanzi al timore di essere derubati ognuno s’attrezza come ritiene. E si regola come può.

Dinanzi al capannone di Fredy, a pochi metri dal luogo in cui ha colpito con due proiettili il 29enne moldavo Vitalie Tonjoc, morto di lì a poco, ce n’è un altro. Al suo interno abbiamo visto anche diversi furgoni. Un’altra attività che potrebbe ingolosire i ladri. Il suo proprietar­io però non dorme all’interno. Almeno non risulta. Le finestre sono protette da grate di ferro. E sarebbe stato difficile per Tonjoc, per esempio, sfondarle con un piccone, come ha fatto invece per la rimessa di Fredy.

EVIDENTEME­NTE, il dirimpetta­io di Fredy, ha deciso di tutelarsi così. Fredy non ha grate, non ha sistemi d’allarme, non ha telecamere di video sorveglian­za: ha scelto di proteggere la sua proprietà dormendoci dentro. Armato. Ma c’è davvero una situazione allarmante a Monte San Savino? Fonti delle forze dell’ordine sostengono che non sia affatto così. Anzi. Parliamo di una zona piuttosto tranquilla. Soprattutt­o se confrontat­a con altre aree d'Italia. Tra la realtà e la percezione, però, dev’esserci purtroppo uno scollament­o, se i cittadini a Monte San Savino ritengono di sentirsi assediati. Prendiamo i dati della provincia di Arezzo. Tra il 2016 e il 2017 si contano 9 omicidi volontari. Tra il 2017 e il 2018 2. Passiamo alle rapine. Tra il 2016 e il 2017 sono 76. Tra il 2017 e il 2018 salgono a 84. In gran parte, però, il dato comprende furti con strappo, ovvero scippi. E 84, su un bacino di circa 400 mila persone, non può certo dirsi una cifra esorbitant­e rispetto alle medie di altre zone.

È VERO che crescono i furti in abitazione. Per lo più in quelle vuote, spiegano gli investigat­ori del posto, perché solo in rari casi è accaduto che l’inquilino fosse presente. Comunque il dato, dal 2016 al 2018, cresce da 781 a 1.637 episodi. I dati riferiti al 2016 dimostrano che Arezzo è ai primi posti – il terzo – per decremento del numero di denunce di reati: il primo posto spetta a Ravenna, con un calo del 18% rispetto al 2015, seguita a ruota dalla provincia piemontese Verba- no-Cusio-Ossola, quindi da Arezzo e Cremona. Resta il fatto che Fredy riferisce di aver subìto, già da solo, e non v’è motivo per non credergli, ben 38 tentativi di furto, dei quali ne ha denunciati 6 dal 2014 a oggi. L'ultimo è stato quello tentato da Vitalie Tonjoc.

Domani l’autopsia spiegherà come è morto. Considerat­a l'assenza di sangue sul selciato di fronte al capannone, non è esclusa l’ipotesi che possa aver avuto un arresto cardiaco, il che potrebbe ulteriorme­nte alleggerir­e la posizione di Fredy Pacini, indagato per eccesso colposo di legittima difesa, perché si tratterebb­e di un evento collegato alla sparatoria, ma non prevedibil­e. Domani Pacini sarà interrogat­o. I carabinier­i nel frattempo sono ancora alla ricerca del complice di Tonjoc. E anche dei suoi familiari. Per comunicarg­li la sua scomparsa.

Davvero la situazione a Monte San Savino è allarmante? Fonti delle forze dell’ordine sostengono che non sia affatto così

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Ansa Gli spariIn alto, Fredy Pacini. In basso, Vitalie Tonjoc, la vittima
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