Pisa Cambiano le insegne politiche, non l’inconscio amore per il cemento
La discussione su cosa dovrebbe fare il M5S con la Lega non ha scalfito le mie certezze.
Per mesi, i politici “di prima” hanno vivacchiato su molte certezze poi rivelatesi infondate, tra queste c’era l’idea che all’italiano non piaccia buttarsi nel vuoto e rischiare. Una considerazione di certo vera ma mancante di un dettaglio fondamentale: il renzusconismo ha talmente irritato la gente, la sua esistenza ha talmente infastidito gli elettori, e la spocchia, l’inciucio, l’arroganza, la supponenza, la menzogna, il crimine vero e proprio hanno talmente esacerbato la rabbia delle persone che letteralmente ogni altra cosa è meglio. Gli italiani non hanno fatto un salto nel buio, erano al buio già prima e hanno visto nel Salvimaio un’ancora di salvezza; ciò nonostante, l’idea secondo cui all’italiano non piace buttarsi nel vuoto è vera, siamo costantemente alla ricerca della campana di vetro perfetta sotto cui nasconderci. Ora è l’alternativa al governo Salvimaio che spaventa: rappresenterebbe davvero un salto nel buio, questa volta vero, per tantissime persone. Mentre sto scrivendo c’è la notizia dell’Anticorruzione approvata alla Camera.
Ci sono stati problemi, forse si metteranno a posto, forse no, ma rispetto a una nuova fibrillazione da campagna elettorale - doppia perché ci sarebbero anche le Europee - e alla possibilità che, di nuovo, ci ritroveremmo allo stesso punto avendo perso solo tempo e forse finendo in una situazione anche peggiore, lo stato delle cose è migliore.
Le querele e i risarcimenti sono il prezzo della verità
Mi dispiace per le vostre vicende “giudiziarie”.
Secondo me sono il prezzo che si deve pagare per affermare la verità. Vi prego d’ora in poi di riportare la notizia, io capirò. Noi lettori possiamo comprendere. Purtroppo i querelanti hanno un forte bisogno GENTILE DIRETTORE, non è la prima volta che il professor Montanari si occupa di Pisa, lo ricordo a perorare la causa della Chiesa di San Francesco chiusa per il crollo di porzione del tetto. Oggi il pretesto è criticare le proposte della giunta di centrodestra, senza conoscerle; il piglio polemico èmutuato da uno dei suoi maestri, il professor Settis, che ci ha già dato dei “bruti” e degli “arroganti”. In modo semplice come si confà ad un sindaco concreto e consapevole dei propri doveri, faccio notare al professor Montanari due cose: non ho mai detto che le bancarelle torneranno in Piazza dei Miracoli e, qualora lo facessero sarà in via transitoria, concordando con l’amministrazione le categorie merceologiche. La paccottiglia veniva venduta all’interno del complesso monumentale nei decenni di governo Pd, ma forse il professor Montanari era distratto. Sull’Acquedotto la proposta ha creato dibattito, ma quelli che la criticano si sono svegliati da un torpore lungo oltre settant’anni, durante i quali ci sono stati crolli, demolizioni per consentire attraversamenti stradali, incroci transennati con ponteggi arrugginiti. L’integrità del monumento è perduta da tempo nell’indifferenza generale. Ricordo inoltre che in nessun programmadi mandato, prima del nostro, si prevedeva il “recupero definitivo dei Condotti Medicei”. Ho invitato architetti e ingegneri a proporre soluzioni alternative, da condividere magari in un convegno aperto insieme alla Soprintendenza. Esorto il professore Montanari a non farsi offuscare la mente dalla sua vocazione ideologico-militante. Venga a Pisa e scoprirà che non sono arrivati i barbari in città. E la Chiesa di San Francesco, grazie al nostro interessamento concreto e quello del Sottosegretario Borgonzoni, ha ora ottenuto i sei milioni necessari per la ristrutturazione. NO, SINDACO, si rassicuri: non è la prima e non sarà l’ultima volta che mi occupo di Pisa, città in cui ho studiato per dieci anni, alla Scuola Normale. E la conosco di euro. Più volte sul Fatto è stato riportato. Purtroppo tanti italiani hanno già dimenticato da dove veniamo. Oggi in tv ascoltare quelle frasi sulla riforma della giustizia, del lavoro, della famiglia etc, mi crea un disgusto veramente forte. Le posso dire che quelli del Pd quando parlano perdono automaticamente consenso. Da un lato c è il Pd “aiutiamo la gente”. Dall’altro abbastanza per comprendere che non cambia nulla: tranne che nel tasso di barbarie che, sì, dal Pd alla Lega è ancora riuscito a salire. Non cambianemmenola fumisteria dei sindaci: le bancarelle possono tornare sotto la Torre Pendente, ma in via “transitoria” (cioè, in Italia, in eterno), e se venderanno plastica cinese o artigianato locale, lo “concorderemo”. L’Acquedotto non sarà demolito (come diceva in campagna elettorale), ma “smontato”. E poi la propaganda: contro i professoroni gufi (alla Renzi), e a favore del governo che dà i soldi all’amministrazione amica (soldi, in verità, chiesti anni fa dalla soprintendenza, e continuamente sollecitati dai comitati cittadini). Il diavolo, tuttavia, è nel dettaglio: le chiese medioevali si restaurano, non si “ristrutturano” come scrive lei. Cambiano le insegne politiche, non l’inconscio amore per il cemento. lato quello che contesta le manovre di aiuto alle persone. È solo un esempio. Questi sono affamati di soldi, e non perdono occasione.
I cittadini respingono le lezioni calate dall’alto
Se Monti afferma che “i governi dovrebbero operare con maggiore indipendenza rispetto ai parlamenti ed educarli”, gli fa eco Eugenio Scalfari quando dichiara che “l’oligarchia è la sola forma di democrazia”. Al coro si è unisce un commissario Ue a pontificare: “I mercati insegneranno agli Italiani a votare nel modo giusto”. Anche altre istituzioni internazionali sono entrate nel merito delle nostre leggi, raccomandando di non modificare alcune di esse (il Jobs Act e la Da diverso tempo tiene banco sui media il “modello Treviso” come esempio virtuoso da seguire per il riciclo dei rifiuti urbani attraverso la raccolta differenziata. È proprio così?
Da trevigiano dovrei rallegrarmi leggendo dati e percentuali egregi che descrivono un sistema praticamente perfetto. Peccato siano gli uffici stampa e marketing delle aziende del settore a fornirle, come dire che è l’oste stesso a certificare la bontà del proprio vino.
C'è stato sì uno sforzo per cambiare rotta rispetto agli anni 80, ma non unidirezionale.
Le ombre che gravano sul nostro virtuoso modello sono le centinaia di cave - siamo la provincia “groviera” d'Italia per escavazioni - utilizzate per ogni sorta di rifiuto, anche quelli speciali. Per non dire dei pozzi artesiani dove scaricare senza remore in mezzo ai campi, dei liquami d’ogni tipo raccolti e sparsi a mo’ di concime o delle falde acquifere drammaticamente inquinate. Ricordo il caso dell’atrazina e il divieto di raccogliere frutta e verdura e di utilizzare l’acqua potabile. Ci siamo comportati e continuiamo a farlo come la domestica che nasconde tutto sotto il tappeto. In altre regioni si stigmatizzano le “co r di gl i er e ” d’immondizia nei centri e nelle periferie, noi abbiamo le “do l om it i ” di spazzatura. Modello Treviso? Vediamo d’intenderci bene di che modello parliamo però!