Il Fatto Quotidiano

Pisa Cambiano le insegne politiche, non l’inconscio amore per il cemento

- G.C. MICHELE CONTI, SINDACO DI PISA LETTERA FIRMATA TOMASO MONTANARI VITTORE TRABUCCO

La discussion­e su cosa dovrebbe fare il M5S con la Lega non ha scalfito le mie certezze.

Per mesi, i politici “di prima” hanno vivacchiat­o su molte certezze poi rivelatesi infondate, tra queste c’era l’idea che all’italiano non piaccia buttarsi nel vuoto e rischiare. Una consideraz­ione di certo vera ma mancante di un dettaglio fondamenta­le: il renzusconi­smo ha talmente irritato la gente, la sua esistenza ha talmente infastidit­o gli elettori, e la spocchia, l’inciucio, l’arroganza, la supponenza, la menzogna, il crimine vero e proprio hanno talmente esacerbato la rabbia delle persone che letteralme­nte ogni altra cosa è meglio. Gli italiani non hanno fatto un salto nel buio, erano al buio già prima e hanno visto nel Salvimaio un’ancora di salvezza; ciò nonostante, l’idea secondo cui all’italiano non piace buttarsi nel vuoto è vera, siamo costanteme­nte alla ricerca della campana di vetro perfetta sotto cui nasconderc­i. Ora è l’alternativ­a al governo Salvimaio che spaventa: rappresent­erebbe davvero un salto nel buio, questa volta vero, per tantissime persone. Mentre sto scrivendo c’è la notizia dell’Anticorruz­ione approvata alla Camera.

Ci sono stati problemi, forse si metteranno a posto, forse no, ma rispetto a una nuova fibrillazi­one da campagna elettorale - doppia perché ci sarebbero anche le Europee - e alla possibilit­à che, di nuovo, ci ritroverem­mo allo stesso punto avendo perso solo tempo e forse finendo in una situazione anche peggiore, lo stato delle cose è migliore.

Le querele e i risarcimen­ti sono il prezzo della verità

Mi dispiace per le vostre vicende “giudiziari­e”.

Secondo me sono il prezzo che si deve pagare per affermare la verità. Vi prego d’ora in poi di riportare la notizia, io capirò. Noi lettori possiamo comprender­e. Purtroppo i querelanti hanno un forte bisogno GENTILE DIRETTORE, non è la prima volta che il professor Montanari si occupa di Pisa, lo ricordo a perorare la causa della Chiesa di San Francesco chiusa per il crollo di porzione del tetto. Oggi il pretesto è criticare le proposte della giunta di centrodest­ra, senza conoscerle; il piglio polemico èmutuato da uno dei suoi maestri, il professor Settis, che ci ha già dato dei “bruti” e degli “arroganti”. In modo semplice come si confà ad un sindaco concreto e consapevol­e dei propri doveri, faccio notare al professor Montanari due cose: non ho mai detto che le bancarelle torneranno in Piazza dei Miracoli e, qualora lo facessero sarà in via transitori­a, concordand­o con l’amministra­zione le categorie merceologi­che. La paccottigl­ia veniva venduta all’interno del complesso monumental­e nei decenni di governo Pd, ma forse il professor Montanari era distratto. Sull’Acquedotto la proposta ha creato dibattito, ma quelli che la criticano si sono svegliati da un torpore lungo oltre settant’anni, durante i quali ci sono stati crolli, demolizion­i per consentire attraversa­menti stradali, incroci transennat­i con ponteggi arrugginit­i. L’integrità del monumento è perduta da tempo nell’indifferen­za generale. Ricordo inoltre che in nessun programmad­i mandato, prima del nostro, si prevedeva il “recupero definitivo dei Condotti Medicei”. Ho invitato architetti e ingegneri a proporre soluzioni alternativ­e, da condivider­e magari in un convegno aperto insieme alla Soprintend­enza. Esorto il professore Montanari a non farsi offuscare la mente dalla sua vocazione ideologico-militante. Venga a Pisa e scoprirà che non sono arrivati i barbari in città. E la Chiesa di San Francesco, grazie al nostro interessam­ento concreto e quello del Sottosegre­tario Borgonzoni, ha ora ottenuto i sei milioni necessari per la ristruttur­azione. NO, SINDACO, si rassicuri: non è la prima e non sarà l’ultima volta che mi occupo di Pisa, città in cui ho studiato per dieci anni, alla Scuola Normale. E la conosco di euro. Più volte sul Fatto è stato riportato. Purtroppo tanti italiani hanno già dimenticat­o da dove veniamo. Oggi in tv ascoltare quelle frasi sulla riforma della giustizia, del lavoro, della famiglia etc, mi crea un disgusto veramente forte. Le posso dire che quelli del Pd quando parlano perdono automatica­mente consenso. Da un lato c è il Pd “aiutiamo la gente”. Dall’altro abbastanza per comprender­e che non cambia nulla: tranne che nel tasso di barbarie che, sì, dal Pd alla Lega è ancora riuscito a salire. Non cambianemm­enola fumisteria dei sindaci: le bancarelle possono tornare sotto la Torre Pendente, ma in via “transitori­a” (cioè, in Italia, in eterno), e se venderanno plastica cinese o artigianat­o locale, lo “concordere­mo”. L’Acquedotto non sarà demolito (come diceva in campagna elettorale), ma “smontato”. E poi la propaganda: contro i professoro­ni gufi (alla Renzi), e a favore del governo che dà i soldi all’amministra­zione amica (soldi, in verità, chiesti anni fa dalla soprintend­enza, e continuame­nte sollecitat­i dai comitati cittadini). Il diavolo, tuttavia, è nel dettaglio: le chiese medioevali si restaurano, non si “ristruttur­ano” come scrive lei. Cambiano le insegne politiche, non l’inconscio amore per il cemento. lato quello che contesta le manovre di aiuto alle persone. È solo un esempio. Questi sono affamati di soldi, e non perdono occasione.

I cittadini respingono le lezioni calate dall’alto

Se Monti afferma che “i governi dovrebbero operare con maggiore indipenden­za rispetto ai parlamenti ed educarli”, gli fa eco Eugenio Scalfari quando dichiara che “l’oligarchia è la sola forma di democrazia”. Al coro si è unisce un commissari­o Ue a pontificar­e: “I mercati insegneran­no agli Italiani a votare nel modo giusto”. Anche altre istituzion­i internazio­nali sono entrate nel merito delle nostre leggi, raccomanda­ndo di non modificare alcune di esse (il Jobs Act e la Da diverso tempo tiene banco sui media il “modello Treviso” come esempio virtuoso da seguire per il riciclo dei rifiuti urbani attraverso la raccolta differenzi­ata. È proprio così?

Da trevigiano dovrei rallegrarm­i leggendo dati e percentual­i egregi che descrivono un sistema praticamen­te perfetto. Peccato siano gli uffici stampa e marketing delle aziende del settore a fornirle, come dire che è l’oste stesso a certificar­e la bontà del proprio vino.

C'è stato sì uno sforzo per cambiare rotta rispetto agli anni 80, ma non unidirezio­nale.

Le ombre che gravano sul nostro virtuoso modello sono le centinaia di cave - siamo la provincia “groviera” d'Italia per escavazion­i - utilizzate per ogni sorta di rifiuto, anche quelli speciali. Per non dire dei pozzi artesiani dove scaricare senza remore in mezzo ai campi, dei liquami d’ogni tipo raccolti e sparsi a mo’ di concime o delle falde acquifere drammatica­mente inquinate. Ricordo il caso dell’atrazina e il divieto di raccoglier­e frutta e verdura e di utilizzare l’acqua potabile. Ci siamo comportati e continuiam­o a farlo come la domestica che nasconde tutto sotto il tappeto. In altre regioni si stigmatizz­ano le “co r di gl i er e ” d’immondizia nei centri e nelle periferie, noi abbiamo le “do l om it i ” di spazzatura. Modello Treviso? Vediamo d’intenderci bene di che modello parliamo però!

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L’Acquedotto Non sarà demolito ma “smontato”

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