Il Fatto Quotidiano

Legittima difesa Si rischia il Far West È un atto di sfiducia nelle istituzion­i

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NON CONDIVIDO il pensiero di Salvini riguardo la legittima difesa. Quando un ministro della Repubblica e quindi lo Stato stesso, delega ai cittadini la difesa personale attraverso qualsiasi mezzo, vuol dire che abdica alle proprie funzioni. Un Paese civile, dovrebbe abiurare l’uso indiscrimi­nato di armi. Che, come un coltello a doppio taglio, feriscono o uccidono sia le vittime sia chi ferisce o uccide. Finché non si prova cosa vuol dire fare del male o uccidere qualcuno, non si può mai sapere come sarà... “dopo”. E di solito “il dopo”, è spesso peggiore di qualsiasi pur legittima e sacrosanta difesa. Penso, invece, si debba pretendere sicurezza da coloro i quali la devono garantire. Ci troviamo ormai coinvolti in una deriva che ha ribaltato il garantismo. Un sostanzial­e lassismo penale e legislativ­o delle istituzion­i (che non incarcera più nessuno per reati fino a 4 anni), ha costretto a trasformar­e le nostre case in prigioni, protette da inferriate e allarmi di ogni genere. Un paradosso che vede malviventi liberi e cittadini barricati in casa. Una logica assurda, rovesciata, della quale tutti dovremmo chiedere conto, magari indossando dei gilet... di qualsiasi colore e appartenen­za siano. GIOVANNI MARINI CARO GIOVANNI, le sue consideraz­ioni sono così giuste e adeguate da apparire persino banali. Accettare l’idea che armarsi sia la soluzione migliore per tutelare la propria sicurezza significa sfiduciare lo Stato dal suo dovere primario, quello appunto di garantire il diritto da chi lo offende. Ritenere che un’arma messa sul comodino possa essere la difesa (legittima) produce l’idea del far-west. Chi se la sente, spari. Gli altri attendano i carabinier­i. Già non è affatto certo che impugnare una pistola ci aiuti e non rischi invece di pro- vocare guai più grossi, ma immaginare un’estensione infinita della legittima difesa vuol dire incamminar­si verso la stagione del piombo libero. Sento un rumore sospetto? Sparo, intanto sparo. Scambio il mio più caro amico che armeggia al cancello con un rapinatore super specializz­ato? Sparo. Si può mai pensare di arrivare a tanto? Ma se oggi siamo qui, io e lei, a dibattere su questo tema è perché negli anni questa enorme violenza ai danni di persone inermi è stata giudicata un reato trascurabi­le. E un ladro, almeno alla sua prima prova d’autore, sa che nessuno mai lo manderà in galera. Gli effetti collateral­i della trascurate­zza si vedono ora, con questa ansia collettiva da polvere da sparo. ANTONELLO CAPORALE

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Ansa Il ladro ucciso La ditta del gommista Fredy Pacini

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