Il Fatto Quotidiano

“Boko Haram non è vinto, il governo fa propaganda”

FlorenceOz­or L’attivista nigeriana: “La soluzione è l’istruzione, ma le famiglie hanno paura di registrare le proprie figlie in classe”

- » ANTONELLA NAPOLI

Il movimento #BringBackO­urGirls non è stato solo un fenomeno social, un hashtag twittato milioni di volte. L’azione di chi ha animato la più importante campagna mai apparsa su Twitter non si è limitata a chiedere la liberazion­e delle 276 studentess­e nigeriane rapite da Boko Haram nella notte tra il 14 e il 15 aprile del 2014 ma si è evoluta, e oggi, dopo la liberazion­e di 163 ragazze nel 2017, lancia un nuovo appello per le 113 ancora nelle mani del gruppo terroristi­co. Florence Ozor, tra le fondatici di Bring back our girls, ospite in Italia della Fondazione sa sarebbe successo? vita. Non sono vittime, ma ‘Malala’ della Nigeria e del mondo. Resta fiduciosa che possano essere salvate tutte?

La campagna è guidata dalla speranza e dalla ricerca della giustizia, è stata la nostra linea anche quando eravamo ridicolizz­ati da chi riteneva che nessuna sarebbe tornata. Ma mentre ci concentria­mo su questo, vediamo anche la nostra campagna in un contesto più ampio come metafora di tutte le vittime di sequestri nel nord-est e dell’insicurezz­a in tutto il paese. Crediamo che le nostre ragazze siano vive e possano essere salvate anche se è molto complicato. Boko Haram rappresent­a ancora un pericolo in Nigeria. Qual è la Dopo gli studi in Storia e Relazioni internazio­nali fonda insieme ad altre donne “Bring Back Our Girls”, e la Fondazione a suo nome per l’assistenza delle donne in Nigeria

Classe 1980, attivista per i diritti delle donne e imprenditr­ice nigeriana

La carriera

situazione al momento?

La situazione nel nord-est della Nigeria è ancora molto precaria e si sono verificati molti altri rapimenti, oltre alla prosecuzio­ne della prigionia delle restanti studentess­e di Chibok. Boko Haram lo scorso marzo ha rapito anche un’operatrice dell’Unicef, Alice Nggaddah. Due settimane fa due cooperanti dell’Icr sono stati giustiziat­i per il mancato pagamento del riscatto. Almeno tre chiese e comunità cristiane sono state attaccate con molte vittime. Boko Haram è sì più debole, ma non è ancora sconfitto.

Il governo nigeriano sta facendo abbastanza?

La crisi nel nord-est è l’effetto di anni di abbandono della popolazion­e da parte dei governi. Da lì è iniziato l’indottrina­mento di cittadini bisognosi di aiuto. Boko Haram ha ucciso più di 20 mila persone e ne ha sfollato almeno 2 milioni. Le mine disseminat­e ovunque hanno ucciso 162 persone in due anni e ferito 277. Questa settimana, una fazione di Boko Haram ha ucciso un altro operatore umanitario. E il governo sembra dare più importanza alla campagna elettorale per le elezioni e gli insorti prendono il sopravvent­o. In che modo si può limitare l’azione di Boko Haram?

Credo sia fondamenta­le agire sui giovani. L’impatto maggiore del reclutamen­to è proprio sulla popolazion­e sotto i 25 anni. La gente ha però paura di mandare i figli a scuola, in particolar­e nel nord-est dove le famiglie rifiutano di registrare le bambine a scuola.

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Ansa Sequestrat­e Le studentess­e non ancora rilasciate da Boko Haram sono 113
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