La Lega: senza fondi ai disabili non lo voteremo
Salvini alza ancora la posta con l’alleato e così anche il ministero di Fontana (candidato all’Ue) entra nella campagna elettorale
L’ultima di Matteo Salvini alza lo stato di tensione nella maggioranza a livelli raramente sperimentati in questi 6 mesi di convivenza: senza i fondi per la disabilità la Lega non è disposta a votare il decreto legge sul reddito di cittadinanza. Come a dire: se il Movimento Cinque Stelle non cambia il testo, la legge bandiera di Di Maio e i suoi finisce gambe all’aria. E con lei il contratto, il governo, il cambiamento e tutto il resto.
LA MINA scoppia in serata, culmine del clima post natalizio e pre elettorale. In questi giorni gialli e verdi si stanno provocando su tutto: la questione migranti e i 49 parcheggiati da giorni sulle navi a largo di Malta; il taglio degli stipendi dei parlamentari; il referendum propositivo da introdurre in Costituzione e il relativo quorum per convalidarlo; le autonomie regionali e la legittima difesa.
Stavolta però Salvini minaccia le fondamenta del programma grillino: quel reddito di cittadinanza promesso, annunciato, festeggiato sul balcone, limato faticosamente e infine scritto nero su bianco (ieri ha visto la luce il testo del decreto: i fondi per il 2019 sono scesi a 5,9 miliardi, con il taglio di qualche altro centinaio di milioni anche negli anni successivi).
Salvini, insomma, mette in discussione la base stessa del patto con Di Maio. Un’aggressività che fino a ieri era rimasta solo latente. Lo strappo si manifesta prima con una serie di veline dettate dal suo ufficio stampa: “Nel testo del reddito non c’è nemmeno un euro per i disabili”; “Se non ci sono davvero i soldi per disabili e famiglie, la Lega non lo vota”. E poi con la dichiarazione del “capitano” in diretta Facebook: “Io conto che nel reddito ci sia tutto quello è previsto. Cioè i sostegni ai disabili e alle famiglie numerose”. Altrimenti...
A voler leggere tra le righe, sulla bandiera politica del Movimento Cinque Stelle, la Lega vuole issare a sua volta una propria bandierina di partito. I fondi per la disabilità sono una crociata del ministro Lorenzo Fontana, oltre che dello stesso Salvini. I due rivendicano una promessa che sarebbe stata strappata ai Cinque Stelle durante la trattativa su reddito e pensioni di cittadinanza: l’aumento delle prestazioni in favore degli invalidi e delle famiglie numerose. In realtà i criteri di accesso al reddito di cittadinanza – come si legge nel testo del decreto – sono scritti tenendo in considerazione le agevolazioni fiscali che premiano i nuclei familiari più ampi e la presenza di componenti con disabilità. Ma non è quello che si aspettavano i leghisti.
FONTANA si è detto addirittura “sbigottito”: “Nella bozza di decreto sul reddito e pensioni di cittadinanza presentata alla riunione di preconsiglio di questo pomeriggio non sono previsti interventi diretti per l’innalzamento delle pensioni di inabilità né adeguati aiuti alle famiglie con disabili e numerose”. E ha confermato: “Senza risposte concrete alle richieste del mondo della disabilità e delle famiglie questa bozza non avrà il nostro supporto”. La Lega ipotizza pure un ultimatum: si aspettano cambiamenti entro il prossimo consiglio dei ministri. Cioè entro domani.
Di Maio però non ci sta. Una fonte vicina al vicepremier
La risposta del M5S Fonti vicine al capo politico: “I disabili poveri avranno pensioni più alte, il Carroccio lo sa”
Se nel decreto del reddito non c’è tutto quello che era previsto, cioè i soldi per disabili e famiglie numerose, la Lega non può votarlo
MATTEO SALVINI
commenta così: “I disabili che vivono al di sotto della soglia di povertà vedranno aumentate le loro pensioni a 780 euro. È una misura che aiuta anche le famiglie. La Lega l’ha sempre saputo e glielo ribadiremo”.
L’ennesima mediazione tocca ancora al premier. Giuseppe Conte, ospite di Porta
a Porta, fa di nuovo da scudo umano: “N el reddito di cittadinanza c’è già un’attenzione ai disabili, ma se ci sono suggerimenti ci metteremo intorno a un tavolo e anche questa volta risolveremo la situazione”. Ma intanto le battaglie si intrecciano. Sui migranti il premier si concede una battuta più velenosa del solito: “Se Salvini non fa sbarcare gli immigrati, li vado a prendere io in aereo e li porto in Italia”. E il ministro dell’Interno replica con l’ennesimo post su Facebook. Si rivolge direttamente a Conte, e gli dedica la sua perplessità: “Mah..... Finché non si bloccano gli scafisti e chi li aiuta, continueranno a partire e morire migliaia di persone. Io non cambio idea”.