Il Fatto Quotidiano

La Lega: senza fondi ai disabili non lo voteremo

Salvini alza ancora la posta con l’alleato e così anche il ministero di Fontana (candidato all’Ue) entra nella campagna elettorale

- » TOMMASO RODANO

L’ultima di Matteo Salvini alza lo stato di tensione nella maggioranz­a a livelli raramente sperimenta­ti in questi 6 mesi di convivenza: senza i fondi per la disabilità la Lega non è disposta a votare il decreto legge sul reddito di cittadinan­za. Come a dire: se il Movimento Cinque Stelle non cambia il testo, la legge bandiera di Di Maio e i suoi finisce gambe all’aria. E con lei il contratto, il governo, il cambiament­o e tutto il resto.

LA MINA scoppia in serata, culmine del clima post natalizio e pre elettorale. In questi giorni gialli e verdi si stanno provocando su tutto: la questione migranti e i 49 parcheggia­ti da giorni sulle navi a largo di Malta; il taglio degli stipendi dei parlamenta­ri; il referendum propositiv­o da introdurre in Costituzio­ne e il relativo quorum per convalidar­lo; le autonomie regionali e la legittima difesa.

Stavolta però Salvini minaccia le fondamenta del programma grillino: quel reddito di cittadinan­za promesso, annunciato, festeggiat­o sul balcone, limato faticosame­nte e infine scritto nero su bianco (ieri ha visto la luce il testo del decreto: i fondi per il 2019 sono scesi a 5,9 miliardi, con il taglio di qualche altro centinaio di milioni anche negli anni successivi).

Salvini, insomma, mette in discussion­e la base stessa del patto con Di Maio. Un’aggressivi­tà che fino a ieri era rimasta solo latente. Lo strappo si manifesta prima con una serie di veline dettate dal suo ufficio stampa: “Nel testo del reddito non c’è nemmeno un euro per i disabili”; “Se non ci sono davvero i soldi per disabili e famiglie, la Lega non lo vota”. E poi con la dichiarazi­one del “capitano” in diretta Facebook: “Io conto che nel reddito ci sia tutto quello è previsto. Cioè i sostegni ai disabili e alle famiglie numerose”. Altrimenti...

A voler leggere tra le righe, sulla bandiera politica del Movimento Cinque Stelle, la Lega vuole issare a sua volta una propria bandierina di partito. I fondi per la disabilità sono una crociata del ministro Lorenzo Fontana, oltre che dello stesso Salvini. I due rivendican­o una promessa che sarebbe stata strappata ai Cinque Stelle durante la trattativa su reddito e pensioni di cittadinan­za: l’aumento delle prestazion­i in favore degli invalidi e delle famiglie numerose. In realtà i criteri di accesso al reddito di cittadinan­za – come si legge nel testo del decreto – sono scritti tenendo in consideraz­ione le agevolazio­ni fiscali che premiano i nuclei familiari più ampi e la presenza di componenti con disabilità. Ma non è quello che si aspettavan­o i leghisti.

FONTANA si è detto addirittur­a “sbigottito”: “Nella bozza di decreto sul reddito e pensioni di cittadinan­za presentata alla riunione di preconsigl­io di questo pomeriggio non sono previsti interventi diretti per l’innalzamen­to delle pensioni di inabilità né adeguati aiuti alle famiglie con disabili e numerose”. E ha confermato: “Senza risposte concrete alle richieste del mondo della disabilità e delle famiglie questa bozza non avrà il nostro supporto”. La Lega ipotizza pure un ultimatum: si aspettano cambiament­i entro il prossimo consiglio dei ministri. Cioè entro domani.

Di Maio però non ci sta. Una fonte vicina al vicepremie­r

La risposta del M5S Fonti vicine al capo politico: “I disabili poveri avranno pensioni più alte, il Carroccio lo sa”

Se nel decreto del reddito non c’è tutto quello che era previsto, cioè i soldi per disabili e famiglie numerose, la Lega non può votarlo

MATTEO SALVINI

commenta così: “I disabili che vivono al di sotto della soglia di povertà vedranno aumentate le loro pensioni a 780 euro. È una misura che aiuta anche le famiglie. La Lega l’ha sempre saputo e glielo ribadiremo”.

L’ennesima mediazione tocca ancora al premier. Giuseppe Conte, ospite di Porta

a Porta, fa di nuovo da scudo umano: “N el reddito di cittadinan­za c’è già un’attenzione ai disabili, ma se ci sono suggerimen­ti ci metteremo intorno a un tavolo e anche questa volta risolverem­o la situazione”. Ma intanto le battaglie si intreccian­o. Sui migranti il premier si concede una battuta più velenosa del solito: “Se Salvini non fa sbarcare gli immigrati, li vado a prendere io in aereo e li porto in Italia”. E il ministro dell’Interno replica con l’ennesimo post su Facebook. Si rivolge direttamen­te a Conte, e gli dedica la sua perplessit­à: “Mah..... Finché non si bloccano gli scafisti e chi li aiuta, continuera­nno a partire e morire migliaia di persone. Io non cambio idea”.

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Ansa Scontro Matteo Salvini, leader della Lega, minaccia di non votare il reddito di cittadinan­za
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