Il Fatto Quotidiano

Ue, le fake news sul “Corriere”: il direttore difende Fubini

La trattativa e la procedura d’infrazione

- » GIANNI BARBACETTO

L’incendio è iniziato con una scintilla alla vigilia di Capodanno: una lettera di Ivo Caizzi, corrispond­ente del Corriere della Sera da Bruxelles, ai suoi colleghi e al comitato di redazione. Chiede di “verificare e valutare il comportame­nto del direttore Luciano Fontana nella copertura della trattativa tra Unione europea e Italia sulla manovra di bilancio 2019”. I giornalist­i che fanno parte del cdr leggono e ne parlano con Caizzi: “Insieme decidiamo di rimandare la discussion­e e la risposta a dopo il 7 gennaio”.

Ma intanto un ex inviato del Corriere , Massimo Alberizzi, leader della corrente sindacale “Senza bavaglio”, pubblica la lettera sul sito della corrente. Da lì la riprendono, ieri, il quotidiano La Verità di Maurizio Belpietro e il Blog delle stelle, che la pubblica con tutti gli allegati sotto il titolo: “Corriere della Sera smascherat­o dal suo corrispond­ente: le balle sul governo”. A questo punto la risposta arriva dal direttore Luciano Fontana, che scrive ai suoi giornalist­i: “Una lettera interna finita su un’a lt r a testata mi spinge a scrivervi per chiarire alcuni punti e per evitare che interpreta­zioni senza fondamento del nostro lavoro danneggino il nostro giornale”.

QUALI SONO i punti da chiarire? Caizzi fa parlare i fatti, anzi i titoli e gli articoli del Corriere. A partire dall’apertura di prima pagina del 1 novembre: “Deficit, pronta la procedura Ue”. Con addirittur­a, nel catenaccio, la data: “La decisione attesa il 21 novembre”. Commenta Caizzi: “La procedura d’infrazione Ue contro l’Italia è, in quella data, inesistent­e, oltre che tecnicamen­te impossibil­e”. Nei giorni seguenti, il giornale continua a usare toni drammatici. Caizzi non ne fa il nome, ma l’autore dei pezzi “allarmisti” è Federico Fubini, peraltro uno dei quattro componenti italiani della task force della Commission­e Ue contro le fake news.

Il 7 novembre, a pagina 10, Caizzi scrive che “i 28 ministri finanziari dell’Ecofin confermano la trattativa e l’aspettativ­a di sviluppi positivi con l’Italia”. A pagina 11, con grande rilievo, Fubini scrive il contrario: “Non c’è stato nessun passo verso un compromess­o fra la Commission­e europea e l’Italia, né alcun vero negoziato. Al contrario, dall’Eurogruppo e dall’Ecofin è emerso solamente il sostegno di 18 Paesi dell’area euro e di tutti gli altri esterni alla moneta unica per la posizione della Commission­e contro il bilancio del governo di Giuseppe Conte”.

Caizzi chiude la sua lettera ponendo sei domande sul comportame­nto del direttore Fontana e sull’attendibil­ità del Corriere, da difendere evitando di “aprire la prima pagina con una notizia che non c’è” e di pubblicare informazio­ni che possono “aver influito – magari anche marginalme­nte e inconsapev­olmente – su i mercati finanziari: favorendo di fatto mega-speculator­i che in quei giorni scommettev­ano capitali ingenti sulla destabiliz­zazione dell’Italia”.

Il cdr oggi commenta che quello che è successo al Cor- riere è la normale dinamica delle notizie che vengono trattate dai giornali, con informazio­ni di fonti istituzion­ali che vengono affiancate, e magari in parte contraddet­te, da retroscena. “Non replichere­mo al collega”, dicono dal cdr, “la nostra risposta è stata superata dai fatti e dall’intervento del direttore”.

FONTANA ha aperto la sua lettera citando un’intervista al premier sul settimanal­e Panorama, dello stesso gruppo del quotidiano La Verità . Giuseppe Conte conferma che si era vicini alla rottura: “Ho avvertito la certezza che c’era una decisione presa e che considerav­ano l’Italia fuori”. Dunque il Corriere, sostiene Fontana, “ha raccontato con rispetto dei fatti sia le minacce di procedura, sia la trattativa, come dimostrano gli articoli pubblicati... È davvero inverosimi­le che si giudichi il risultato finale (l’accordo tra Italia e Ue) per dire che i passi iniziali verso la procedura d’infrazione non fossero veri (tra l’altro raccontati da tutti i giornali del mondo e respinti all’inizio dal nostro governo che affermava non avrebbe mai cambiato il numerino del 2,4 per cento). Pensiamo che sia stato giusto arrivare a un accordo, che fa bene all’Italia e all’Europa. (...). Abbiamo raccontato l’intero percorso con oggettivit­à”. Segue chiusa polemica: “Forse si voleva invece raccontare il mondo immaginari­o delle feste sul balcone e dei numerini che non sarebbero cambiati mai. Ma questo al Cor riere non è mai accaduto”. “Non ho altro da aggiungere”, dice Fontana al Fatto, “la procedura d’infrazione è stata davvero in discussion­e, poi per fortuna la situazione è migliorata, ma solo dopo che il governo ha cambiato i numeri che prima aveva dato come immutabili”.

“Io non parlo”, replica Caizzi. “Aspetto solo le risposte alle mie sei domande”.

LUCIANO FONTANA

La procedura d’infrazione è stata davvero in discussion­e, poi per fortuna la situazione è migliorata

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Ansa Giornalist­i Nella foto grande, Luciano Fontana; sotto, Federico Fubini
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