Strano furto al reporter di Fanpage
Sacha Biazzo smascherò la corruzione sui rifiuti
Sono entrati dalla finestra della sala da pranzo, ritrovata completamente spalancata, senza forzare nulla. E hanno “visitato” la casa di Milano del giornalista Sacha Biazzo, il reporter che ha firmato per la testata web Fanpage la videoinchiesta Bloody Money. E con questo titolo a fine mese uscirà in edicola con Il Fatto e in tutte le librerie il libro che racconta l’inchiesta sul sistema di corruttela che gira intorno agli appalti sul ciclo dei rifiuti. Sasha accompagnava l’ex boss Nunzio Perrella negli incontri con politici e faccendieri, tutto documentato con una telecamera nascosta.
I ladri sono entrati in azione in casa di Biazzo il 5 gennaio e hanno compiuto una azione mirata: non hanno toccato gli oggetti preziosi, hanno lasciato in un cassetto alcune perle, hanno ignorato una telecamera da 2.500 euro e un drone Maverick di grande valore, ma si sono portati via il personal computer del giornalista, un MacBook usato e malconcio, nonché due cellulari, uno zaino da spalla con dentro un orologio e una chiavetta per le operazioni di home banking. Un hard disk custodito nello zaino rubato, che conserva dati sensibili del cronista, è stato invece ritrovato sotto al letto.
Un lavoro da professionisti, secondo la ricostruzione riportata nella denuncia alla polizia di Biazzo. I ladri hanno agito con comodo, dopo aver usato una cassettiera a mo’ di barriera dietro la porta. Il giornalista si era allontanato da casa chiudendo regolarmente la porta d’i ngresso, ma quando è rientrato ha dovuto forzare il blocco e si è accorto quasi subito che qualcuno si era portato via qualcosa dal salotto e dalla camera da letto.
IL SOSPETTO, rilanciato dal vicepremier Luigi Di Maio in un post, è che il furto sia da mettere in relazione con alcune videoinchieste ancora top secret su politica e corruzione, sulle quali la reda- zione di Fanpagesta lavorando da tempo e che potrebbero andare in onda nelle prossime settimane. “Un furto inquietante – sostiene il presidente della commissione parlamentare antimafia Nicola Morra – e non si può escludere che quanto accaduto sia collegato a Bloody Money e nuove inchieste della testata. Ritengo necessario e doveroso che non cali l’attenzione su questa situazione, perché proprio quando cala il silenzio che cominciano le ritorsioni”. Già all’epoca di Bloody Money, primi mesi del 2018, ai giornalisti di Fanpage successero cose strane. A febbraio scoppiò un incendio nell’edificio di Napoli dove viveva la cognata del diret- tore, Francesco Piccinini. Pochi giorni dopo, un altro incendio a Cava dei Tirreni devastò il bar dei genitori del reporter Carmine Benincasa. Le indagini non hanno finora appurato collegamenti tra questi episodi e i reportage della testata web.