Atac, arriva l’ok dei creditori La partecipata dei trasporti verso il concordato preventivo
Raggi: “L’azienda resta ai romani”
▶VIA LIBERA dell'assemblea dei creditori al piano di concordato preventivo presentato daAtac, l'azienda del trasporto pubblico di Roma, per rientrare dal debito monstre di 1,4 miliardi di euro maturato negli anni dalla partecipata che gestisce bus, tram e metro. La votazione, partita il 19 dicembre scorso, si è conclusa a mezzanotte ma fonti qualificate parlano di una ampia maggioranza dei 1.200 creditori (i maggiori sono alcune banche, Trenitalia, la Regione
Lazio e Cotral) in favore del programma predisposto per ripagare i debiti. La scorsa estate il piano aveva già ottenuto parere favorevole dal Tribunale fallimentare e dalla Procura di
Roma, che avevano però sottolineato come il concordato risultasse più “conveniente” per i creditori rispetto al possibile scenario alternativo di una procedura di amministrazione controllata, ossia l'anticamera del fallimento di una società con poco meno di 13 mila dipendenti.
Il programma di rientro prevede di pagare 150 milioni ai creditori privilegiati entro il 2019 e il 30% del credito chirografario (non garantito da pegni, ipoteche o fideiussioni) entro il 2022. Per il resto i creditori dovranno aspettare forse anche decenni. Per finanziare le diverse fasi del concordato Atac si è impegnata ad aumentare i ricavi da bigliettazione e contratto di servizio con il Comunetramite l'incremento dei chilometri percorsi. Una strategia per provare a rilanciare un'azienda – da anni al centro di inchieste giudiziarie – che ruota attorno all'acquisto di 600 nuovi bus, di cui 227 entro il 2019. Soddisfatta Virginia Raggi: "Sapevamoche era la strada giusta per mantenereAtac pubblica, in mano ai romani e per restituire ai cittadini un’azienda sana. Andiamo avanti spediti per dare alla città un servizio di trasporto pubblico davvero efficiente”. Ora la sfida sono i nuovi bus per rinnovare una flotta piccola, appena 1.400 vetture, con un'età media di ben 11 anni.