La guerra di Trump ai tecnici
▶MOLTI benpensanti si sono indignati in questi anni per i tweet di Donald Trump. Ma dietro quelle intemperanze si intravedono ora segnali più preoccupanti. Negli ultimi mesi è iniziato uno scontro frontale tra la Casa Bianca e la Federal Reserve guidata da Jerome Powell. L’economia americana ha raggiunto da mesi la piena occupazione, l’aumento dei tassi di interesse – oggi al 2,25% – è necessario per evitare che si gonfi una bolla come quella che, forse, sta esplodendo a Wall Street nel settore tecnologico. Ma Trump non può permettersi una frenata dell’economia nella (lunga) vigilia delle Presidenziali 2020 e così è iniziato il più classico degli scontri: da una parte il politico che preferisce un’economia surriscaldata oggi e una crisi devastante quando sarà un altro a governare; dall’altra il banchiere centrale che vuole qualche sacrificio oggi per evitare tragedie domani. All’improvviso si è aperto un secondo fronte alla Banca mondiale: Jim Yong Kim ha annunciato le sue dimissioni anticipate (rispetto alla scadenza del 2022), pare proprio per dissidi con la presidenza degli Stati Uniti che, di fatto, propone il presidente (Kim è americano di origine coreana). Trump ha così la possibilità di condizionare la nomina di una delle istituzioni cardine del multilateralismo: dopo aver mandato l’incendiario John Bolton come ambasciatore all’Onu, ora può indicare un isolazionista alla banca mondiale. Al Fondo monetario internazionale Christine Lagarde ha ancora due anni e mezzo di mandato, ma il suo nome circola sempre per caselle di peso nelle istituzioni europee dopo il voto 2019 (Bce, Consiglio europeo ecc.). Anche quella poltrona potrebbe tornare presto contendibile. Chi crede (o ha bisogno, come l’Italia) in una gestione multilaterale degli affari mondiali vede solo due scenari. Uno negativo in cui Trump nomina dei trumpiani col mandato di sabotare la governance globale dall’interno. E uno peggiore in cui Trump non si occupa abbastanza di queste nomine e la Cina riesce finalmente a conquistare quell’influenza che insegue da anni.