Tre porte in faccia a Salvini
L’accordo con l’Ue sui migranti, i no della destra polacca e il Tav
1. Sea Watch: l’Italia accoglie 15 migranti dopo l’accordo di Conte con la Ue. Il leghista: “Io scavalcato”. E impone un vertice di governo
Il Salvini furioso pretende un vertice di governo: è stato scavalcato sui “suoi” migranti. Vuole chiarimenti. L’incontro prima viene convocato e poi “sconvocato” a mezzo stampa dal capo della Lega: alla fine si tiene in tarda serata ( mentre il giornale va in stampa) tra le mura di Palazzo Chigi, dopo un lungo colloquio telefonico tra il premier e i suoi vice.
L’unica certezza è l’umore del capo della Lega, di ritorno dalla missione in Polonia. Somiglia a quella della trasferta ad Atene dopo l’eliminazione del Milan dalle coppe europee: tetro. La missione di Varsavia non ha portato accordi con i conservatori di Jaroslaw Kaczynski, ma soprattutto – è la notizia del giorno – il braccio di ferro con Giuseppe Conte sull’accoglienza degli immigrati sbarcati a Malta (dopo oltre 10 giorni) si è risolto con una sconfitta: il premier ha deciso che l’Italia ne accoglierà almeno 15.
Con i giornalisti al seguito, Salvini riconosce di essere “arrabbiato, molto”. E come detto, annuncia la convocazione di un vertice nel quale pretende di ottenere chiarimenti. Quando atterra a Roma però l’incontro con Conte e Di Maio diventa un giallo. Si farà a tarda notte. L’altro appuntamento nell’ agende del leghista è quello con Bruno Vespa questa sera, nella solita Porta a Porta. Per tornare a battere il ferro caldissimo dell’ immigrazione. Conte– ragiona “il capitano” con i suoi collaboratori – si assumerà la responsabilità politica di una decisione impopolare, che ha preso in piena autonomia, contro la volontà manifesta del ministro dell’Interno.
I MIGRANTI, ancora i migranti. La partita di Salvini si gioca sempre lì. Con il premier si sono confrontati al telefono nel corso della giornata. “Il tono era cordiale, non si sono mica lanciati i pia tti”, sdrammatizzano dallo staff del Viminale. “Il governo non cadrà”, dice il “capit ano”, ma nelle altre sue dichiarazioni raccolte dai cronisti a Varsavia, non c’è alcuna traccia di diplomazia: “La scelta del premier non la capisco, per me non ha senso. Si prenderà la responsabilità. La questione non sono questi 49, l’Europa deve ancora distribuire centinaia di migranti sbarcati in Italia”. Sul punto è immobile, visto che la sua posizione – ne è convinto – è politicamente proficua: “#Salvininonmollare è il primo trend di Twitter. Grazie ancora per le decine di migliaia di messaggi di sostegno, oggi la vostra e nostra voce si è sentita forte e chiara”. Ai 15 (o poco più) che arriveranno da Malta dedica una battuta sprezzante: “Possono calarsi col parapendio. Non controllo lo spazio aereo”.
L’ennesimo fronte che si apre sui migranti si aggiunge a una lunga serie di partite delicatissime che stanno agitando i rapporti nella maggioranza.
Sulla questione reddito di cittadinanza c’è una schiarita: dopo le minacce leghiste (“non votiamo la riforma se non vengono inseriti fondi per le pensioni di invalidità”), il Movimento Cinque Stelle si è rimesso al tavolo per venire incontro alle richieste dell’alleato. Il problema dovrebbe essere risolto: ci sarebbero 400 milioni di euro di risorse extra “libe- r at e ”, secondo una nuova lettura delle cifre, dal vincolo di 10 anni di residenza in Italia per l’accesso degli stranieri al reddito. Ma l’argomento è stato oggetto di una trattativa serrata, per tutto il pomeriggio, tra i sottosegretari di M5S e Lega a Palazzo Chigi. Il testo, d’altra parte, è lungi dall’e ss er e pronto: diversi i dubbi pure su quota 100 e le modalità del ritorno dei cda in Inps e Inail. Il risultato è che la legge bandiera del governo giallover- de slitta: non sarà oggi pomeriggio in Consiglio dei ministri come annunciato da Conte.
E POI CI SONO tutti gli altri possibili terreni di scontro, o di scambio: la nomina di Marcello Minenna alla Consob, che Di Maio vuole chiudere il prima possibile ed è invece avversata dal premier (e da un bel pezzo del vecchio establishment) che vorrebbe puntare su un altro nome targato Bocconi. Poi c’è la partita dell’Alta velocità, con l’analisi costi- benefici sul Torino-Lione consegnata al ministero di Danilo Toninelli e che conferma la convinzione dei 5 Stelle: quella di fermare un’opera che invece la Lega vuole costruire senza esitazioni.
Ci sono tutti questi temi, e altri, nel vertice notturno tra Conte, Salvini e Di Maio. “Il governo non cade”, ha ribadito Salvini, “lo dite tutti i giorni che c’è una crisi”. Ma l’incontro tra il presidente del Consiglio e i suoi dioscuri non si era mai tenuto in un clima tanto gelido.
Il premier si prenderà la responsabilità: il punto non sono questi 49, l’Ue deve ancora distribuire centinaia di migranti sbarcati in Italia
MATTEO SALVINI
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