Il Fatto Quotidiano

Viminale, mai un sollecito verso i Paesi inadempien­ti

Accordi farsa Diplomazia ferma: da sei mesi 5 Paesi Ue mancano l’impegno preso con Roma. Il Viminale: “Oltre agli inviti pubblici non sappiamo che fare”

- » ANTONIO MASSARI

La cifra non è ancora certa – dovrebbero essere una decina – ma l’Italia, con l’intervento della Chiesa Valdese, s’è impegnata ad accogliere una quota dei migranti rimasti per 19 giorni nelle acque maltesi. Non è quello che aveva in mente Matteo Salvini. Che infatti, dopo lo strappo con il premier Giuseppe Conte, tenta di salvare la faccia con i suoi elettori: “L’Europa si prenderà (con ritardo) le centinaia di immigrati che aveva promesso di accogliere dall’Italia la scorsa estate. La battaglia contro scafisti, trafficant­i e Ong dei furbetti continua!”. Al di là del tweet, però, Salvini sul punto non può fornire alcuna certezza. E – come vedremo – per molti motivi.

Il riferiment­o è ai migranti sbarcati nel luglio e agosto scorso tra Pozzallo e Catania. I naufraghi sbarcati il 16 luglio 2018 a Pozzallo (cifre del Viminale, ndr) sono 447. Sei Paesi dell’Ue s’erano impegnati ad accogliern­e 270. Ne sono stati redistribu­iti 129.

IL 26 AGOSTO sbarcano a Catania 137 migranti: in Irlanda, che s’era impegnata ad accogliern­e una ventina, ne sono stati ricollocat­i 16. In totale, l’impegno disatteso, riguarda quindi 134 persone. Ma fino a oggi, cos’ha ha fatto il governo italiano per far rispettare l’impegno? In Italia – spiegano fonti del Viminale – si sono presentati soltanto gli “emissari” di Germania, Francia e Irlanda. Portogallo e Spagna, invece, avrebbero sempliceme­nte acquisito la documentaz­ione. Il Portogallo – sempre secondo il Viminale – ha accolto 19 dei 50 previsti; la Spagna 21 su 50. A parte la Francia, anche i Paesi che hanno inviato in Italia i loro emissari, ovvero Germania e Irlanda, hanno disatteso il loro impegno: Berlino ne ha accolti 23 su 50, Dublino 16 su 20.

Il Fatto ha chiesto al Viminale quali iniziative abbia assunto per invitare Germania, Portogallo, Irlanda e Spagna a rispettare gli impegni presi. La risposta: “Interlocuz­ioni politiche e appelli pubblici”. Ma cosa vuol dire “interlocuz­ioni politiche”? Qualcuno ha contattato in maniera formale premier o ministri spagnoli, portoghesi, tedeschi o irlandesi? Il ministero dell’Interno ribadisce la formula: “Contatti politici e appelli pubblici”.

Contatti politici – non sappiamo con chi – e appelli pub- blici: tutto qui. Davvero poco per raggiunger­e l’obiettivo. Però va detto che il Viminale può invocare un’attenuante. E non da poco. Gli accordi avvengono su “base volontaria” e non esiste alcuna norma che regolament­i la redistribu­zione tra i vari Paesi. Neanche ad accordo avvenuto.

In altre parole: se qualcuno non rispetta l’impegno, non c’è un appiglio normativo per obbligarlo. Non esistono neanche delle linee guida a livello europeo. Il tutto avviene quindi in modo volontario. Con il coordiname­nto di Bruxelles. È quello che il Viminale definisce un “impegno tra galantuomi­ni”.

Ma c’è di più: non è neanche detto che, pur volendo rispettare l’impegno, l’accordo sia davvero portato a termine. La condizione necessaria, infatti, è che i migranti individuat­i dai singoli stati restino nei centri di accoglienz­a per essere poi smistati negli altri paesi. Ma nessuno può obbligarli a restare: non sono detenuti. E – com’è giusto che sia – possono circolare liberament­e. Se non sono più reperibili, quindi, diventa impossibil­e collocarli nello Stato che s’era impegnato ad accoglierl­i. È accaduto – per esempio – per molti dei migranti accolti dalla Cei dopo lo sbarco dalla Diciotti. In sostanza, neanche il rispetto degli accordi garantisce il ricollocam­ento negli altri Paesi Ue. E allora: che senso ha tenere 49 persone bloccate in mare per 19 giorni, come avvenuto a Malta fino a due giorni fa, se poi da un lato c’è chi non mantiene gli impegni e, dall’altro, per ben sei mesi nessuno s’attiva formalment­e – d’altronde può farlo con mezzi molto limitati – per farli rispettare?

AL NETTOdella propaganda e delle schermagli­e politiche, di senso concreto ce n’è molto poco, considerat­o che persino a impegni mantenuti nessuno può garantire la redistribu­zione dei migranti. Bruxelles è pronta a incontrare Roma sui ricollocam­enti. Lunedì Salvini incontrerà il commissari­o europeo per gli affari interni, Dimitris Avramopoul­os: “Gli dirò che abbiamo abbondante­mente fatto il nostro: ora l’Europa faccia il suo”. Il Viminale vuole una lista: nomi e Paesi.

E sia, ma finché resterà un “accordo tra gentiluomi­ni” – pur con la lista in mano – Salvini ha poco da pretendere. Sempre ammesso che i migranti – come loro diritto – non si allontanin­o e, all’arrivo dei funzionari del “Paese genti lu omo ”, non risultino comunque irreperibi­li.

Il tweet del leghista “L’Europa si prenderà chi aveva promesso”, ma sul punto non può fornire certezze

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Ansa 19 giorni in mare In alto, lo sbarco dei 49 migranti della Sea Watch a Malta
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