Il Fatto Quotidiano

I Vip debitori di Carige: dal parente di Scajola al finanziato­re di Renzi

Groviglio ligure Di Maio chiede “la lista dei debitori”, ma c’è dal 2013 e la stilò Bankitalia: oltre 1,5 miliardi e 84 nomi Alcuni hanno rinegoziat­o, altri sono ancora “sofferenze”

- » FERRUCCIO SANSA

Un’azione di responsabi­lità da 138 milioni ai danni di Giovanni Berneschi e Ferdinando Menconi condannati in appello nell’inchiesta sulla truffa al ramo assicurati­vo di Carige. La richiesta è stata formulata dall’istituto di credito genovese e comprende anche il danno alla reputazion­e della banca.

Chissà se qualcosa rientrerà nelle casse.

“Chiederemo e pubblicher­emo l’elenco dei debitori di Carige”, dice da giorni il vice premier Luigi Di Maio. Forse non sa che la lista è nota da anni. Per l’esattezza dal 2013, quando fu reso noto il rapporto ispettivo di Bankitalia che puntava il dito sui finanziame­nti facili dell’istituto. Un’emorragia di denaro che finì nelle casse di tanti nomi noti dell’imprendito­ria ligure. Magari quelli che applaudiva­no Berneschi alle assemblee di Carige. Industrial­i che talvolta sedevano negli stessi cda delle banche del gruppo o ne erano azionisti.

LE 27 PAGINEdel rapporto di Bankitalia si concludeva­no con i nomi di amministra­tori e dirigenti del gruppo. Tra questi, oltre a Berneschi, figurano Alessandro Scajola ( fratello dell’ex ministro Claudio), Luca Bonsignore (figlio del politico Vito, centrodest­ra), Guido Alpa (mentore di Giuseppe Conte). Bankitalia all’epoca puntò la lente su 998 milioni, si parlò di ‘finanziame­nti facili’. Questi e altri crediti di Carige sono poi finiti l’a nn o scorso in un dossier chiamato ‘Isabella’ (studiato da Kpmg e dallo studio Bonelli Erede). Un pacchetto di 1,4 miliardi di crediti relativi a 85 posizioni. Alcune sono state chiuse, altre sono state rinegoziat­e. Molte attendono di essere definite o cedute.

È di pochi giorni fa, il 21 dicembre, la notizia della rinegoziaz­ione del credito forse più pesante di Carige, quello con il gruppo degli armatori Messina: 450 milioni che, secondo gli accordi, torneranno alla banca entro il 2032.

Ci sono poi i 250 milioni che sono finiti in pancia al progetto Erzelli, il polo tecnologic­o alle spalle di Genova. Un’operazione sostenuta dal centrosini­stra, ma ancora in alto mare. Oggi all’investimen­to privato si stanno aggiungend­o centinaia di milioni pubblici (dai 200 ai 300). Gli ispettori Bankitalia stigmatizz­arono che il presidente del collegio sindacale Carige in quegli anni ricoprisse lo stesso ruolo in società che guidavano il progetto Erzelli. Uno dei tanti incroci sorprenden­ti che si trovano in quei finanziame­nti. Le società della famiglia Orsero, industrial­i della frutta del Ponente ligure, furono destinatar­ie di 90 milioni (il finanziame­nto è stato rinegoziat­o): dal fido è partita un’inchiesta chiusa con 16 indagati. Raffaella Orsero ha seduto nel cda di Carisa, la Cassa di Risparmio di Savona controllat­a da Carige. Le società degli Orsero, ricordano le cronache, hanno finanziato la campagna di Matteo Renzi per diventare segretario del Partito Democratic­o (si parlò di 20mila euro).

C’è poi il progetto Marina Aeroporto ( dove figurava l’industrial­e Giuseppe Rasero, considerat­o vicino a Romano Prodi, e presente anche in Erzelli) che fu destinatar­io di altri 90 milioni. Si tratta del nuovo porto per 500 imbarcazio­ni anche extra-lusso che è sorto proprio accanto alla pista dell’aeroporto di Genova. Porti e porticciol­i - la grande passione del centrosini­stra ligure dello scorso decennio - hanno dissanguat­o le casse Carige. Le società di Francesco Bellavista Caltagiron­e (impegnato nella realizzazi­one dei moli di Imperia, ancora in parte vuoti) secondo Bankitalia erano debitrici di 68,7 milioni. Tra gli imprendito­ri finanziati anche la sua compagna di allora, Beatrice Cozzi Parodi, soprannomi­nata all’epoca ‘nostra signora dei porticciol­i’.

Ecco poi la società Villa Gavotti finanziata da Carige con 91 milioni e dichiarata fallita nel 2014.

Altri 74,6 milioni finirono al gruppo Cavallini e 20 alla Soglia Hotel Group che fino al 2008 era stata amministra­ta dall’ex onorevole Pdl Gerardo Soglia e che nel 2012 è fallita.

Sono tanti i finanziame­nti che saranno difficili da recuperare. Come quello alle società di Andrea Nucera (66,2

I nomi nell’elenco Da Bellavista Caltagiron­e alla famiglia Orsero che finanziò Renzi La novità

La banca chiede 138 milioni di danni agli ex vertici Berneschi e Menconi

milioni) oggi latitante a Dubai. Lui in passato era difeso da un ex onorevole di centrodest­ra, Enrico Nan, e la moglie da un deputato del Pd (Franco Vazio, nell’ultima legislatur­a in commission­e banche), entrambi hanno seduto nel cda Carisa.

TRA I NON MOLTI che hanno chiuso le pendenze con Carige ci sono le società del patron del Genoa, Enrico Preziosi (erano debitrici con Carige di 81 milioni).

Tra i finanziame­nti di Carige Bankitalia cita anche quello alla Pietro Isnardi Alimentari spa. Pietro Isnardi, consuocero di Alessandro Scajola, era nella fondazione Carige oltre che nella Porto di Imperia spa.

E nell’ufficio finanziame­nti Carige qualcuno parla ancora di quel prestito da 25 milioni che, nel 2009, fu concesso alla neonata società Punta dell’Olmo. Doveva trasformar­e vecchie colonie in case da sogno tra Varazze e Celle. Tra i soci a quel tempo la Curia di Savona e il gruppo che fa capo ad Aldo Spinelli, terminalis­ta genovese prima vicino a Claudio Burlando, oggi a Giovanni Toti, e socio di Carige. Dai partiti alla Chiesa, tutto si teneva nella vecchia Carige.

 ??  ??
 ?? Ansa/LaPresse ?? Progetti e società A destra, la sede di Liguria Digitale agli Erzelli. In basso, Raffaella Orsero
Ansa/LaPresse Progetti e società A destra, la sede di Liguria Digitale agli Erzelli. In basso, Raffaella Orsero
 ??  ??
 ??  ??
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy