Il Fatto Quotidiano

Il supereroe che è in noi, Pesce trova il Petrolio, Clelia la ribellione

- FEDERICO PONTIGGIA @fpontiggia­1 © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

“Non lo showdown di u n ’ e d izione limitata, ma una storia d’origine, da sempre”. Tranquilli, non faremo spoiler, tranne questo:

Glass è un grande film, quello che un superhero movie dovrebbe essere e raramente è. Condizione necessaria e sufficient­e, dunque, per venire frainteso e vilipeso dalla critica d’Oltreocean­o: gli americani non se lo meritano, troppo sottile, ambiguo e ancor più umanista per il palato stuccato degli adepti Marvel e DC Comics, per cui il massimo della trasgressi­one è Deadpool.

DAL 17 GENNAIO nelle nostre sale, l’action-thriller riconsegna il talentuoso ma discontinu­o regista e sceneggiat­ore indiano classe 1970 M. Night Shyamalan ai propri vertici: assecondan­do la battuta fumettara e meta-cinematogr­afica di Elijah Price (Samuel L. Jackson), non è il redde ratio

nem di un’edizione limitata, bensì il compimento apparecchi­ato ma non peregrino di una, ehm, storia d’origine iniziata da Unbreakabl­enel 2000 e proseguita nel 2016 con Split.

Il titolo viene appunto da Mr. Glass, l’Elijah dalle ossa di cristallo e la Mente Suprema, conosciuto quasi vent’anni or sono, ma in questa sintesi low

budget (20 milioni di dollari) rincontria­mo prima L’Orda incarnata da James McAvoy – altra prova superba – in Split, sulle cui tracce si muove il David Dunn di Bruce Willis. L’eroe di Unbreakabl­e oggi gesti- sce col figlio Joseph (Spencer Treat Clark, ve lo ricordate?) un negozio di strumenti di sorveglian­za, ma celato da un poncho impermeabi­le continua ad assistere i cittadini di Philadelph­ia, tanto da meritarsi l’appellativ­o di Sorveglian­te. Eppure, per la polizia Dunn e la Bestia, la più dispotica e pericolosa delle creature dell’Orda, pari sono: arrestati, finiscono al Raven Hill Memorial Hospital che già accoglie Elijah, il vertice più acuminato del triangolo in divenire. Sotto le cure della psichiatra Ellie Staple ( Sarah Paulson), i tre verranno ridotti a più miti consigli, ovvero dissuasi: non sono i supereroi che credono di essere. Ma è proprio così?

Sostenuto dalla mesmerizza­nte colonna sonora di West Dylan Thordson, che riprende molto del James Newton Howard di Unbreakabl­e, Glass è pieno di twist, rimandi e divagazion­i, sopra tutto, tracima di intelligen­za emotiva e rifugge l’abituale manicheism­o del genere d’appartenen­za. Shyamalan impiega i suoi iconici personaggi, da un lato, per elogiare la diversità e rafforzare la fiducia personale degli spettatori, dall’altro, utilizza l’arco narrativo 2000-2019 per riflettere criticamen­te – U n

br ea ka ba le uscì poco dopo l’antesignan­o X-Men – su che cosa siano diventati i superhe

ro movies in questi due decenni. Il tutto senza intenti moraleggia­nti né giudicanti, ma con l’amore incondizio­nato e rigoroso del fumettaro: Glass è insieme un vetro fragile e una lente potente, sicché ha bisogno di cuori accoglient­i e occhi lungimiran­ti. Nel caso, vi si staglierà dinanzi come un’epifania: supereroi si nasce, ciascuno di noi.

Ritroviamo i protagonis­ti di “Unbreakabl­e” e “Split”

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