“Matteo nervoso” e Conte si riscopre l’anti-Salvini ideale
L’avvocato del popolo non è un uomo di paglia, ormai l’hanno capito tutti. Casomai quando serve è di gomma: ottima per attutire e paralizzare Matteo Salvini, che infatti gli ha sbraitato contro a colpi di post. E allora l’altro vicepremier Luigi Di Maio ha deciso che in questa fase verso le Europee è meglio lasciare un passo avanti Giuseppe Conte, il presidente del Consiglio, l’anti-Salvini perfetto.
DIETRO LE QUINTE i consigli su come muoversi glieli darà lui, il capo politico, più libero di gestire il Movimento in Europa e in Italia. Con l’obiettivo di non perdere il passo della Lega e magari anche di superarla in velocità. Si muove anche da qui, da questa accettazione dei rispettivi ruoli, la strategia del M5S verso le urne di maggio. Ieri, tra una polemica sulle trivelle e un comunicato su Carige, ai piani alti del Movimento ghignavano: “Salvini è nervoso, i suoi lo pressano perché Conte lo ha mandato a sbattere”. E tirava quasi aria da rivincita, perché da quando esiste il governo gialloverde una musata come quella sui migranti il capo del Carroccio non l’aveva mai presa. E Salvini, abituato a uscire spesso trionfante dalle scaramucce interne, ha subìto il colpo. Tanto che da Palazzo Chigi ieri facevano notare i post disseminati su Facebook mercoledì dal ministro dell’Interno, poco prima del vertice di governo notturno. Pensieri che spaziavano da “sui migranti decido io” fino a domande retoriche: “Come facciamo ad accogliere ancora quando ci hanno preso in giro per mesi?”. E sotto tanti commenti durissimi contro Conte. Colpito dai toni, raccontano.
Ma tanto andrà avanti, con la sua politica di mediazione e il suo linguaggio da professore, così colloso da affaticare perfino Bruno Vespa tre sere fa. È anche su questo che punta il Movimento, e quindi Di Maio. “Luigi sta soffrendo la popolarità di Conte, è evidente” ammettevano fino a pochi giorni fa i maggiorenti del M5S. Ma il vicepremier è anche un pragmatico. E sa che nelle Europee si giocherà quasi tutto. Quindi sta cercando di giocare la carta Conte innanzitutto come un’opportunità. “L’idea di accogliere donne e bambini è partita da Di Maio” spiegano. E infatti su Facebook è stato lui a lanciarla.
POI PERÒha lasciato la palla al premier, anche perché farne una battaglia personale avrebbe significato lo scontro totale con l’altro vice con cui non vuole mai litigare, nel nome di un patto di non belligeranza tra pari. Tanto che in Consiglio dei ministri quando c’è da discutere per davvero per il Carroccio di solito parla Giancarlo Giorgetti e per il Movimento solo raramente Di Maio. Così spazio a Conte, che con i suoi consiglieri diplomatici ha gestito la trattativa sui migranti della Sea Watch e della Sea Eye con gli altri Paesi. Pochi, minimi i contatti con la Farnesina, perché il premier voleva fare da solo. Anche perché aveva e ha l’ombrello del Quirinale, con cui è in costante contatto. Come il presidente del Consiglio che tiene a bada la Lega, e per il Colle va benissimo così. Però Salvini è un osso durissimo e gli equilibri sono fragili. Così ieri Conte ha promesso e smussato, in un video apposito: “La linea in materia di politica d’imm igra zio ne del governo italiano è cambiata? Assolutamente no. Su questo il governo è compatto, non cambia idea sul fatto che occorre una linea di rigore”. Ossia questa volta la colla l’ha usata per tenere tutti assieme. Mentre Di Maio non ha gradito i tweet del Campidoglio contro Salvini. “In questi casi è meglio parlarsi” ha detto ai suoi. Ma sono schermaglie. La guerra di posizione si gioca altrove. E il primo generale è Conte, quello che finge di non esserlo.
Passo di lato
Il capo politico lascerà più spazio al premier per dedicarsi al M5S in vista delle Europee