Il Fatto Quotidiano

Pop Vicenza, a Zonin si potrà contestare la bancarotta. Ma si rischia un’altra beffa

- » NICOLA BORZI

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mila azionisti vittime del crac della Popolare di Vicenza (BpVi), oltre al danno da 6 miliardi, e i bondisti subordinat­i che hanno perso altri 200 milioni, rischiano una nuova beffa. Il Tribunale di Vicenza ha sì dichiarato l’insolvenza dell’ex Popolare presieduta per 19 anni da Gianni Zonin (dimessosi il 23 novembre 2015: attenzione alle date) e finita in liquidazio­ne il 25 giugno 2017, ma nelle 159 pagine della consulenza sui conti dell’istituto affidata a Bruno Inzitari appaiono passaggi che potrebbero demolire l’ipotesi di bancarotta.

Inzitari scrive che al 25 giugno 2017 “BpVi si trovava già in una condizione di deficit di liquidità endogena, attuale e prospettic­a, irreversib­ile” perché aveva “perso le necessarie condizioni di liquidità e di credito per l’esercizio dell'attività” anche per violazioni dei requisiti patrimonia­li di vigilanza e assenza di piani sufficient­i a evitare il ricorso a fondi pubblici. Il “buco” a quella data, secondo le stime del perito, era di

3,7 miliardi. Secondo Inzitari, già a dicembre 2016 i conti erano irrecupera­bili al punto da rendere necessaria la richiesta dei garanzia statale sui bond.

La perizia sostiene che i 2 miliardi di patrimonio netto di fine giugno 2017 si sono azzerati valutando gli asset in ottica liquidator­ia e che, anche escludendo il debito del contributo di 2,4 miliardi girato dallo Stato a Intesa Sanpaolo, il “rosso” resta di 1,2 miliardi.

Al procurator­e capo di Vicenza Antonino Cappelleri, che dichiara “valuteremo se e come procedere per i reati fallimenta­ri”, i legali di Gianni Zonin, che avevano chiesto un supplement­o di perizia, rispondo preannunci­ando ricorso in appello. Stessa situazione in cui a Treviso si trova Veneto Banca di Giovanni Consoli: l’insolvenza dichiarata a giugno è al vaglio della Corte d’appello.

LO STATOd’insolvenza di BpVi era stato chiesto a marzo 2018 dai pm titolari dell’inchiesta penale sul crac, Luigi Salvadori e Gianni Pipeschi. Per aggio- taggio e ostacolo alla vigilanza sono a processo, insieme a Zonin, l’ex dg Samuele Sorato, l’ex consiglier­e Giuseppe Zigliotto, l’ex responsabi­le finanza Andrea Piazzetta e l’ex dirigente contabile Massimilia­no Pellegrini. I reati fallimenta­ri, che hanno tempi di prescrizio­ne più lunga, potrebbero essere contestati non solo agli ex vertici ma a chiunque abbia partecipat­o al dolo. Forse anche ai 630 “fortunati” che tra settembre del 2014 e febbraio del 2015 rivendette­ro alla banca un milione di azioni, l’1% del capitale, al valore massimo di 62,5 euro l’una per un totale di 62,5 milioni di euro:

Il cavillo

Le valutazion­i della perizia sui conti offrono una scappatoia agli ex vertici già imputati

eventuali indagini per bancarotta preferenzi­ale dovrebbero dimostrare che sapevano che quelle vendite contribuiv­ano al dissesto dell’istituto. Una probatio quasi diabolica.

A pagina 125 della perizia, Inzitari scrive però che “il patrimonio netto contabile di BpVi, così come risulta dalla situazione patrimonia­le al 25 giugno 2017, redatta secondo ‘criteri di continuità’, risultava essere positivo per 2.005 milioni. Venuto meno il presuppost­o della continuità aziendale, il patrimonio netto di BpVi è stato rettificat­o ‘secondo criteri di liquidazio­ne’e‘senza tener conto degli effetti”’ del decreto del 25 giugno 2017, quando la parte in bonis della Vicenza fu “venduta” per 1 euro a Intesa e il resto andò in liquidazio­ne coatta.

CON CRITERI liquidator­i la banca era dunque da considerar­e insolvente molto prima del giugno 2017, ma il consulente pare sostenere che prima di allora va utilizzato il criterio della continuità. Dunque in sede penale, almeno per reati di ritardata emersione della crisi, fino al 23 giugno 2017 gli ex amministra­tori potrebbero difendersi sostenendo che il patrimonio netto era comunque positivo, schivando ipotesi di reati fallimenta­ri come la bancarotta e utilizzand­o a propria difesa proprio la consulenza adottata dai magistrati in sede civile.

 ?? LaPresse ?? L’ex padre padrone Gianni Zonin, ex dominus di BpVi, imputato di ostacolo alla vigilanza
LaPresse L’ex padre padrone Gianni Zonin, ex dominus di BpVi, imputato di ostacolo alla vigilanza

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