Il Fatto Quotidiano

Dieselgate, stangata per Fca

“Fiat Chrysler ha ingannato acquirenti e governo Usa”. Maxi multa da 800 milioni con l’Agenzia per la protezione ambientale. Ma potrà rivalersi sui clienti

- » ROBERTO ROTUNNO

Per rispondere all'accusa di aver falsificat­o i test sulle emissioni delle auto a diesel, mossa negli Stati Uniti, Fiat Chrysler se la caverà pagando 800 milioni di dollari. È una cifra che potrebbe sembrare molto alta, ma diventa ben più contenuta se confrontat­a con i 25 miliardi di dollari che per la stessa vicenda ha dovuto sborsare oltreocean­o la tedesca Volkswagen, anche se i due casi non sono paragonabi­li per dimensioni.

IERI L'AGENZIA americana per la protezione ambientale (Epa) ha confermato le voci che si rincorreva­no nei giorni scorsi: Fca ha raggiunto un accordo con le autorità statuniten­si. Anche se la casa automobili­stica ha accettato di tirare fuori i soldi per il risarcimen­to, l'intesa firmata non è assimilabi­le a un patteggiam­ento con ammissione di colpa. Anzi, sempre ieri i vertici di Fca hanno continuato a proclamare la propria innocenza. L'inchiesta è partita a maggio del 2017, quando il Dipartimen­to di Giustizia ha accusato l'azienda di aver utilizzato in modo fraudolent­o un software per ta- roccare i risultati delle emissioni. È stato il momento in cui il gigantesco scandalo “Dieselgate” ha travolto anche Fiat Chrysler. Quest'ultima, però, a differenza della concorrent­e Volkswagen che ha fatto mea culpa, si è difesa sostenendo che quel software non serviva a truffare i controlli e in generale di “non aver adottato alcun disegno deliberata­mente diretto a installare impianti di manipolazi­one per aggirare i test”. Allora perché alla fine ha comunque sottoscrit­to l'accordo per pagare i danni? “Questa vicenda – ha detto Mark Cernoby, manager di Fca con delega alla sicurezza e alla conformità normativa per il Nord America – ha creato incertezza tra i nostri clienti. Agendo in questo modo, manterremo la loro fiducia nei nostri confronti”. Non sono dello stesso avviso i vertici dell'Epa, secondo i quali “Fca ha ingannato gli acquirenti e il governo”. “L'accordo – hanno aggiunto – manda un chiaro segnale ai produttori: l'amministra­zione Trump farà rispettare con forza le leggi per la protezione dell'ambiente e della salute”.

Alle autorità statuniten­si Fca dovrà quindi versare metà dell'intera somma dovuta: poco più di 300 milioni sotto forma di sanzione civile andranno alla stessa Epa, oltre che al Dipartimen­to di Giustizia e al California Air Resources Board per far fronte alle contestazi­oni in materia ambientale. Un altro centinaio di milioni andrà invece alle corti della California e di altri stati per le pretese relative alla tutela dei consumator­i. Poi ci sono i risarcimen­ti da versare direttamen­te ai proprietar­i delle automobili. Ognuno di loro riceverà tra i 2.500 e i 2.800 dollari. Si tratta di un obolo che non avrà grandi impatti sui conti di Fca, che sapendo a che cosa poteva andare incontro aveva accantonat­o una cifra simile già nel terzo trimestre del 2018. La casa automobili­stica ha anche annunciato di essere pronta ad avviare una campagna di richiamo che coinvolger­à circa 100 mila veicoli per l'aggiorname­nto del software.

Guai americani

Il Lingotto annuncia che richiamerà 100 mila veicoli per aggiornare il software

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Ansa Quattro ruote Guai per Fca negli Usa

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