Dieselgate, stangata per Fca
“Fiat Chrysler ha ingannato acquirenti e governo Usa”. Maxi multa da 800 milioni con l’Agenzia per la protezione ambientale. Ma potrà rivalersi sui clienti
Per rispondere all'accusa di aver falsificato i test sulle emissioni delle auto a diesel, mossa negli Stati Uniti, Fiat Chrysler se la caverà pagando 800 milioni di dollari. È una cifra che potrebbe sembrare molto alta, ma diventa ben più contenuta se confrontata con i 25 miliardi di dollari che per la stessa vicenda ha dovuto sborsare oltreoceano la tedesca Volkswagen, anche se i due casi non sono paragonabili per dimensioni.
IERI L'AGENZIA americana per la protezione ambientale (Epa) ha confermato le voci che si rincorrevano nei giorni scorsi: Fca ha raggiunto un accordo con le autorità statunitensi. Anche se la casa automobilistica ha accettato di tirare fuori i soldi per il risarcimento, l'intesa firmata non è assimilabile a un patteggiamento con ammissione di colpa. Anzi, sempre ieri i vertici di Fca hanno continuato a proclamare la propria innocenza. L'inchiesta è partita a maggio del 2017, quando il Dipartimento di Giustizia ha accusato l'azienda di aver utilizzato in modo fraudolento un software per ta- roccare i risultati delle emissioni. È stato il momento in cui il gigantesco scandalo “Dieselgate” ha travolto anche Fiat Chrysler. Quest'ultima, però, a differenza della concorrente Volkswagen che ha fatto mea culpa, si è difesa sostenendo che quel software non serviva a truffare i controlli e in generale di “non aver adottato alcun disegno deliberatamente diretto a installare impianti di manipolazione per aggirare i test”. Allora perché alla fine ha comunque sottoscritto l'accordo per pagare i danni? “Questa vicenda – ha detto Mark Cernoby, manager di Fca con delega alla sicurezza e alla conformità normativa per il Nord America – ha creato incertezza tra i nostri clienti. Agendo in questo modo, manterremo la loro fiducia nei nostri confronti”. Non sono dello stesso avviso i vertici dell'Epa, secondo i quali “Fca ha ingannato gli acquirenti e il governo”. “L'accordo – hanno aggiunto – manda un chiaro segnale ai produttori: l'amministrazione Trump farà rispettare con forza le leggi per la protezione dell'ambiente e della salute”.
Alle autorità statunitensi Fca dovrà quindi versare metà dell'intera somma dovuta: poco più di 300 milioni sotto forma di sanzione civile andranno alla stessa Epa, oltre che al Dipartimento di Giustizia e al California Air Resources Board per far fronte alle contestazioni in materia ambientale. Un altro centinaio di milioni andrà invece alle corti della California e di altri stati per le pretese relative alla tutela dei consumatori. Poi ci sono i risarcimenti da versare direttamente ai proprietari delle automobili. Ognuno di loro riceverà tra i 2.500 e i 2.800 dollari. Si tratta di un obolo che non avrà grandi impatti sui conti di Fca, che sapendo a che cosa poteva andare incontro aveva accantonato una cifra simile già nel terzo trimestre del 2018. La casa automobilistica ha anche annunciato di essere pronta ad avviare una campagna di richiamo che coinvolgerà circa 100 mila veicoli per l'aggiornamento del software.
Guai americani
Il Lingotto annuncia che richiamerà 100 mila veicoli per aggiornare il software