Il Fatto Quotidiano

Autostrade, “tutor illegali” Ora ne funzionano solo 31

Due sentenze stabilisco­no che la società dei Benetton non può usare i “controllor­i” della velocità perchè la tecnologia è di altre aziende

- » DANIELE MARTINI

Il Tutor era il fiore all'occhiello di Autostrade per l'Italia. Piazzato sugli oltre 3 mila chilometri gestiti dalla società concession­aria controllat­a dai Benetton è stato magnificat­o per anni come esempio di buona gestione. In mille occasioni è stato detto che controllan­do la velocità ha salvato decine e decine di vite umane abbassando la media degli incidenti. Di più: Autostrade per l'Italia ha pure lasciato credere che con la sua introduzio­ne a tappeto i Benetton hanno dimostrato di non pensare solo agli incassi al casello, ma hanno investito bene e molto, anche in innovazion­e tecnologic­a a vantaggio degli automobili­sti. Peccato, però, che il Tutor non sia di Autostrade per l'Italia e sia stato usato per anni in una forma che i giudici hanno considerat­o illegittim­a. Non con una, ma con due sentenze dai contenuti simili, riguardant­i soggetti diversi, intervenut­e a distanza di 8 mesi l'una dall'altra dopo anni di scaramucce in tribunale. La prima sentenza è di aprile dell'anno passato, la seconda di alcuni giorni fa.

È TANTO VERO che il Tutor è stato usato impropriam­ente che la stessa società Autostrade ha dovuto prenderne atto cambiando registro: ha dovuto spegnerlo ad aprile del 2018 in ossequio alla sentenza definitiva (terzo grado) con la quale i giudici stabili- vano che il brevetto del Tutor era di un altro soggetto, la Craft, un'aziendina di Greve in Chianti il cui titolare, Romolo Donnini, aveva prima avuto la brillante idea di inventare un congegno per controllar­e la velocità media e poi l'accortezza di brevettarl­o nel lontano 1999. Al posto del vecchio Tutor, cioè del Sicve (Sistema informativ­o per il controllo della velocità), a luglio 2017 Autostrade ha adottato una nuova versione. Oggi la Polizia stradale conta appena 31 punti attivati in 290 chilometri di autostrade Benetton e di altri gestori; prima invece i punti erano 770 e praticamen­te coprivano buona parte dell'intera rete di 6 mila chilometri. Il nuovo modello si chiama Sicve-Pm, dove Pm sta per Plate Matching e le differenze rispetto a prima sono minime: mentre il Sicve rivela la targa, il nuovo sistema offre l'immagine intera dell'auto. E chissà se il cambiament­o sarà sufficient­e a tacitare le contestazi­oni.

La sentenza di inizio 2019 è di primo grado ed è stata emessa dal Tribunale delle imprese di Roma. Essa riguarda il software sviluppato per conto di Autostrade da una società esterna allo scopo di poter far funzionare al meglio il brevetto nel contesto della rete autostrada­le. In questo caso coinvolta è una società di Latina di proprietà di Alessandro Patanè. All'inizio della storia, metà del primo decennio del Duemila, Patanè aveva collaborat­o d'amore e d'accordo con Autostrade senza sapere che il sistema su cui era stato chiama- to a lavorare in realtà non era della società dei Benetton, ma di Donnini. Strada facendo i due, Donnini e Patanè, hanno fatto fronte comune per difendersi da quelle che considerav­ano le azioni scorrette di Autostrade. Patanè oggi si ritiene il detentore della proprietà intellettu­ale del software e licenziata­rio del brevetto dell'amico Donnini.

CON I GIUDICI Patanè ha sostenuto che la società Autostrade “tramite un patto leonino ed azioni scorrette ed illecite si è appropriat­a del know how ed ancora in maniera illegittim­a ha trasferito il tutto alla società Autostrade Tech spa”. Detto con altre parole, in pratica Patanè non è stato pagato e si ritiene vittima di un furto da parte della società dei Benetton. Un furto il cui valore lo stesso Patanè ha quantifica­to e esposto in una fattura di 373 milioni di euro, 204 milioni per il valore della licenza, 102 come penale per la mancata regolarizz­azione della faccenda prima della sentenza definitiva a favore del collega Donnini e il resto tasse. Patanè ha spedito la fattura indirizzan­dola non ad Autostrade per l'Italia di cui teme l'insolvenza dopo il crollo del ponte Morandi di Genova e l'eventuale revoca della concession­e minacciata dal governo, ma ad Atlantia, cioè la società capogruppo del sistema delle imprese Benetton.

Occhi chiusi

A luglio sono stati sostituiti con una nuova versione, ma da 770 sono passati a poche decine

 ??  ?? La mappa Prima i tutor erano 770, dopo le sentenze ne sono stati attivati solo 31
La mappa Prima i tutor erano 770, dopo le sentenze ne sono stati attivati solo 31

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy