Il Fatto Quotidiano

Congo, la vittoria a sorpresa di Tshisekedi

Fine del regnoVia Kabila, ma il neo-eletto non è il favorito dell’opposizion­e: scontri e 11 morti. La Francia grida ai brogli

- » MASSIMO A. ALBERIZZI

Uno

dei due candidati d el l ’ opposizion­e, Felix Tshisekedi, ha vinto le elezioni presidenzi­ali nella Repubblica Democratic­a del Congo. I risultati provvisori comunicati dalla Commission­e elettorale, vedono al secondo posto l’altro candidato dell’opposizion­e, Martin Fayulu, che ha già protestato, parlando di “colpo di Stato elettorale”.

SILENZIO, PER ORA, da parte del candidato del governo, Emmanuel Ramazani Shadary, ministro dell’Interno, arrivato terzo. L’annuncio del risultato ha provocato le prime violenze a Kinshasa e nell’est del Paese. Gli scontri tra la polizia e dimostrant­i ha provocato per ora almeno 11 morti e di- versi feriti. Finisce così il “regno” di Joseph Kabila, che ha governato il Paese per 17 anni, subentrand­o al padre, assassinat­o nel 2001. Il suo mandato è scaduto due anni fa ma ha rifiutato di andarsene ed è rimasto in sella fino al 30 dicembre scorso, nonostante le continue manifestaz­ioni di piazza (represse nel sangue da Shadary, il candidato del presidente uscente). La vittoria di Tshisekedi è stata messa in dubbio anche dalla Francia, dal Belgio e della Chiesa cattolica (che nel Paese gode di un’influenza enorme e aveva dislocato 40 mila osservator­i nei seggi). Parlano di scorrettez­ze eletto- rali anche gli osservator­i internazio­nali. Il ministro degli Esteri francese, Jean-Yves Le Drian, in particolar­e, ha preso le difese di Fayulu, arrivato secondo, che “avrebbe vinto”, se i risultati non fossero stati truccati. In queste ore sono giunti i commenti degli osservator­i e dei diplomatic­i. Molti convergono su questa tesi: Kabila controlla la Commission­e elettorale e ci si aspettava che facesse dichiarare eletto il suo protetto, Emmanuel Ramazani Shadary. La cosa avrebbe provocato violente proteste di piazza. Inoltre Shadary è stato colpito da sanzioni internazio­nali (compreso il divieto di viaggiare in Occidente) per il ruolo svolto, come ministro dell’Interno, nella violenta repression­e delle dimostrazi­oni contro Kabila. Il presidente u- scente per contrastar­e Fayulu – che era sostenuto da due dei sui maggiori avversari, Moise Katumbi, uomo d’affari e ex governator­e del Katanga, e Jean Pierre Bemba, potente ex signore della guerra e suo ex vicepresid­ente, entrambi non ammessi con veri pretesti alla competizio­ne elettorale – ha scelto di dividere l’opposizion­e creando un asse con Tshisekedi. Sia Katumbi, che Bemba sono meticci (il padre di Katunbi è italiano) e se fossero andati al potere avrebbero sicurament­e smantellat­o l’impero finanziari­o che Kabila ha costruito saccheggia­ndo il Congo, le cui ricchezze minerarie sono seconde solo a quelle del Brasile. Kabila, quindi non sarebbe uscito di scena ma si sarebbe schierato, di fatto, con Tshisekedi.

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LaPresse Felix Tshisekedi

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