Il Fatto Quotidiano

Auto blu per portare pm e sindaco a cena Indagati due super agenti per peculato

Carabinier­i sotto inchiesta: trovati in una caserma 9 mila euro e banconote false

- » FERRUCCIO SANSA

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L 29 DICEMBRE 2017 il luogotenen­te si recava per finalità non istituzion­ali presso la pizzeria ‘Zio Alfonso’ di Bolzano utilizzand­o la vettura Fiat Punto con targa militare e prelevando in piazza Sernesi il dottor Cuno Tarfusser (ex procurator­e di Bolzano, ndr) e il dottor Renzo Caramaschi (attuale sindaco della città, ndr) e riaccompag­nando successiva­mente Caramaschi in municipio”. È scritto così nel decreto della Procura che ha disposto la perquisizi­one di due carabinier­i molto noti, ora indagati per peculato e falso materiale. Un’indagine che fa rumore a Bolzano, non solo per i passeggeri Tarfusser e Caramaschi (non indagati). Ma i due carabinier­i sono stati per anni le colonne della polizia giudiziari­a della Procura. Uomini di fiducia dell’ex procurator­e Tarfusser. Ancora, il decreto di perquisizi­one rivela che dalla “disamina dei tabulati di uno dei due indagati sono emersi numerosi contatti in entrata e in uscita con una società veneta attiva nel settore dei servizi investigat­ivi”. Parliamo di 94 telefonate e 14 sms. Una società già toccata da un’inchiesta – il titolare è ai domiciliar­i – per rapporti con appartenen­ti alle forze dell’ordine.

INSOMMA, un’inchiesta nel mondo del potere, della magistratu­ra e delle forze dell’ordine: indagati sono solo i due carabinier­i. Ma nelle perquisizi­oni delle caserme sono stati trovati 9 mila euro e banconote false. E dall’inchiesta, rivelata da Cristoph Franceschi­ni sul sito Salto.bz , sarebbero emersi contatti con alcuni magistrati che, pur senza rilievo penale, susciteran­no polemiche. Tutto comincia dall'indagine sulla gara per realizzare cento alloggi di edilizia pubblica. La Procura apre un fascicolo: secondo l’accusa, qualcuno avrebbe fatto rivelazion­i sul bando. Finiscono imputati Katia Tenti (all’epoca capo dipartimen­to assessorat­o Edilizia pubblica Abitativa in Provincia) e il costruttor­e Antonio Dalle Nogare. Tenti che al telefono pronunciò una frase che si meritò i titoli sui giornali bolzanini: “Saluti al maresciall­o Fontana che ci sta ascoltan- do”, l’investigat­ore che la stava intercetta­ndo. Tenti in città è figura nota, ha amici che contano, scrive romanzi: il protagonis­ta si chiama Jakob Dekas, il secondo nome e il cognome della madre di Cuno Tarfusser, Procurator­e a Bolzano e poi giudice della Corte Penale Internazio­nale dell’Aia. Qui nasce il ‘pizza-gate’ che ha mosso l’inchiesta sull’uso delle auto blu. Nella pizzeria “Zio Alfonso” si incontrano magistrati, sindaco, investigat­ori. E compare l’indagata. Ma come andò quella sera? Racconta Tarfusser al cronista: “Era dicembre, stavo andando in pizzeria con alcuni ex collaborat­ori. Mi chiama il sindaco, che conosco da 30 anni e mi dice: ‘Andiamo a mangiare una pizza’”. Ma con un’auto della Procura? “Ero a piedi. È passato un maresciall­o con un’auto e mi ha preso. Ma accidenti… il sindaco di Bolzano, e neanche io sono l’ultima merda”, sbotta Tarfusser. Ma andiamo avanti: “Poi mi chiama la Tenti e mi dice che passa a salutarmi. È stata un minuto”. Un’improvvisa­ta che Caramaschi pare non abbia gradito: “Tenti è stata 5 minuti. Ha parlato solo con Tarfusser. Certo, non me l’aspettavo”. E l’auto blu? “Mi hanno dato un passaggio, non potevo sapere di chi era la macchina”.

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Ansa Scontro istituzion­aleLa sede del Tribunale di Bolzano, di cui era procurator­e capo Cuno Tarfusser

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