Il Fatto Quotidiano

Brexit Lavoro, gli italiani non saranno più equiparati ai cittadini britannici

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GENTILE REDAZIONE, mi scuso per la domanda minuta, ma sono una madre avvolta da dubbi e pochissime certezze, dopo questo caos totale causato dalla Brexit: mio figlio vive e studia a Londra, quindi (credo) in un regime che resterà pressappoc­o invariato a prescinder­e dalle decisioni politiche; la questione (sempre “credo” e ora anche temo) potrebbe mutare nel momento in cui deciderà di restare in Inghilterr­a per trovare lavoro. È così, oppure sto solamente esagerando? E soprattutt­o, quali saranno le nuove regole? Le nuove limitazion­i? Vi ringrazio per l’attenzione. ALESSIA GERVASONI

GENTILE ALESSIA, purtroppo non c’è, al momento, una risposta univoca alla sua domanda; e non vi sono certezze da contrappor­re ai suoi dubbi. Al momento, non si sa di sicuro se la Brexit ci sarà – molto probabile – e quando, se sarà hard – senza intese – o se sarà gestita da un accordo fra le parti, l’Ue e i 27 insieme e la Gran Bretagna.

Il calendario che era fino a mercoledì plausibile – Brexit al via il 29 marzo, due anni di transizion­e, poi un nuovo regime di rapporti tra Unione europea e Regno Unito sancito dall’intesa ora bocciata – non è più attuale, anche se potrebbe tornare a esserlo. In quel contesto, suo figlio aveva – relativame­nte – poco da temere: fino alla fine della transizion­e, nulla per lui sarebbe cambiato, a parte l’eventuale fastidio di qualche maggiore controllo all’ingresso in Gran Bretagna; dopo, i cambiament­i sarebbero stati funzione dell’intesa e, comunque, i diritti acquisiti sarebbero stati garantiti.

Adesso la situazione è più fluida, anche se fin quando è studente, suo figlio non dovrebbe subire scossoni. Diverso il discorso quando volesse immettersi nel mercato del lavoro: non sarebbe più equiparato a un cittadino britannico, in quanto cittadino dell’Ue, ma a un immigrato. Certo, se suo figlio fosse residente da dieci anni in Gran Bretagna – ma non credo sia il caso, se è lì per studiare – potrebbe richiedere, e avrebbe interesse a farlo subito, la residenza permanente, che lo metterebbe di fatto al riparo da ogni contraccol­po.

Mi spiace non poterle essere di maggior aiuto, ma i nostri amici britannici ci e si complicano la vita con pervicacia, da mille giorni a questa parte. GIAMPIERO GRAMAGLIA

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Ansa Manifestaz­ioni A Londra sono continue le proteste

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