Corriere, Fca e Cisl contro l’ecotassa (per auto da ricchi)
Mercoledì sera, tre milioni di lettori del Corriere.it vengono informati che l’ecotassa decisa dal governo per favorire l’acquisto di auto meno inquinanti mette a rischio “centomila posti di lavoro”. L’articolo di apertura del sito rilancia un comunicato del segretario della Fim Cisl, Fabrizio Bentivogli, e titola: Ecotassa “favorite solo automobili straniere. Penalizzati 14 modelli Fca”. Segue il sommario: “L’allarme della Fim Cisl: il provvedimento rischia di distruggere l’industria italiana dell’auto e migliaia di posti di lavoro. Favorite 28 vetture estere, penalizzati 14 modelli di Fca tra cui la 500X e la Renegade 2000 diesel. Eccoli tutti”. La lettura del pezzo, che riporta il documento del sindacato, le dichiarazioni di Bentivogli e del presidente di Confindustria Vincenzo Boccia, suscita però parecchie perplessità. Prima di tutto per la lista. Il Corriere.it ricorda (nell’articolo, ma non nella titolazione) che 9 dei 14 modelli penalizzati portano il marchio Maserati. Si tratta delle auto diesel e benzina Ghibli B, 4 p B, Gran Turismo B, Gran Cabrio B, Ghibli D, 4 p D, Levante, Gran Turismo D, Gran Cabrio D. Tutte macchine bellissime che nei modelli base costano tra i 72 mila e i 129 mila euro. Chi si intende di auto sa però che in genere vengono vendute super accessoriate e che quindi il loro prezzo reale sale di parecchio.
Per questo a qualunque persona minimamente dotata d’intelletto appare francamente esagerato ritenere, come evidentemente ritiene Bentivogli, che i pochi acquirenti italiani di una Maserati decideranno di rinunciarvi a causa della tassa una tantum contro l’inquinamento, solo perché dovranno sborsare 2.000 euro in più al momento dell’acquisto. Se ho i soldi e voglio un’auto così, me la compro punto e basta. Anche perché, se scelgo una Porsche o una Jaguar, la tassa la pago lo stesso.
IL COMUNICATO della Cisl e l’a rt ico lo questo però non lo dicono. Così come non riportano i prezzi di listino dei vari modelli e l’ammontare dell’ecotassa (prevista a scalare a seconda dell’inquinamento). I lettori vengono invece informati già dal sommario che la Cisl lancia l’allarme sulla più accessibile Fiat 500x (2000 diesel). È un fatto curioso, almeno stando a quanto scrive Q u a tt r o r u o t e . Secondo l’autorevole mensile, questo modello di Fiat 500 ha emissioni di anidride carbonica pari a 144 grammi per chilometro, mentre il limite oltre il quale si paga l’ecotassa (1.100 euro, primo scaglione) è di 161 grammi. Ma si deve trattare di una svista, come doveva essere una svista l’inserimento nell’elenco Cisl pure della Fiat Panda 1.2 Easy ( modello non citato nell’articolo). Nella lista del Corriere.it compaiono invece una Renegade (2000 diesel), una Giulietta (1.4 B), una Giulia (2.0 B) e una Stelvio (B). Stupisce però il fatto che il sindacato non abbia chiesto a Fca come mai la nuova Giulietta 1.4 a benzina inquini di più rispetto al modello vecchio che, al contrario, non avrebbe pagato nessun ecobonus. Per quanto riguarda la Giulia, gli acquirenti possono invece stare tranquilli. Vi sono altri due allestimenti con lo stesso motore per i quali il sovrapprezzo non c’è, mentre per la Renegade si può sempre comprare la cilindrata inferiore. In ogni caso, dati alla mano, l’allarme lanciato da Cisl e Corriere appare ben poco fondato. È invece vero che Fca, a differenza di molti concorrenti, non produce ancora modelli ibridi o elettrici. Ma questa non è una notizia. È solo un errore di un’azienda alla quale, in un mondo ideale, sindacato e libera stampa dovrebbero chiedere conto.