Due passaporti diplomatici e strani viaggi: fermato Benalla
L’affaire Benalla si fa sempre più intricato. L’ex consigliere per la sicurezza d i E m m anuel Macron, già i n d ag a t o l’estate scorsa per violenza dopo essere stato filmato mentre picchiava alcuni partecipanti al corteo del Primo maggio, è di nuovo posto in stato di fermo da ieri.
Questa volta, Alexandre Benalla deve rendere conto davanti ai giudici di Parigi dell’uso che ha fatto dei suoi passaporti diplomatici dopo essere stato licenziato dall’Eliseo, una volta scoppiato lo scandalo del video con le violenze, il 18 luglio 2018. Il capo di gabinetto di Macron, Patrick Strzoda, sentito in Commissione senatoriale, ha infatti rivelato che l’ex uomo di fiducia dell’Eliseo ha utilizzato i suoi documenti ufficiali “una ventina di volte” tra agosto e dicembre, quindi in modo illecito perché già licenziato, per viaggi in Africa e Israele.
Strzoda sospetta inoltre Benalla di avere falsificato una nota interna per ottenere il secondo passaporto. Perché non ha restituito i documenti? A cosa gli sono serviti? Ha fatto davvero carte false? Quando era stato convocato in Senato a settembre, Benalla aveva assicurato sotto giuramento di aver lasciato i passaporti nel suo ufficio dell’Eliseo, ma lì non c’erano. Perché ha mentito? Si è poi saputo che non aveva restituito neanche un cellulare “criptato” con cui ha continuato a comunicare con il presidente. Restano molti misteri sul giovane “protetto” di Macron e sui privilegi di cui sembra aver sempre goduto. La nuova inchiesta, che dovrà fare luce su questi aspetti, era stata aperta il 29 dicembre, dopo che si era saputo del viaggio in Ciad di Benalla, per incontrare tra l’altro il presidente Déby, pochi giorni prima di una visita ufficiale di Macron nel paese africano. Il fermo può durare fino a 48 ore, dunque domani mattina. Benalla sarà ascoltato di nuovo in Senato lunedì.