L’ex Br Lojacono: “L’Italia non ha mai chiesto l’estradizione, sconterei la pena in Svizzera”
L’ex terrorista condannato per la strage di via Fani
▶ACCETTEREBBE di scontare l’ergastolo in Svizzera Alvaro Lojacono, ex membro delle Brigate Rosse condannato per l’agguato di via Fani in cui la scorta di Aldo Moro – sequestrato e poi ucciso – venne sterminata. Lojacono, da tempo cittadino svizzero, rompe il silenzio dopo quasi vent’anni con un’intervista al portale Ticinonline.it pochi giorni dopo il recente arresto dell’ex Pac Cesare Battisti. Se l’Italia presentasse una richiesta di estradizione corretta e completa (cioè per tutte le condanne italiane cumulate), con la garanzia di non procedere più per gli stessi fatti, spiega Lojacono, “l’accetterei senza obiezioni, almeno metteremmo la parola fine a questa vicenda“. In pratica, l’ex terrorista non ha mai scontato la pena per via Fani, ha fatto 11 anni di carcere in Svizzera per l’omicidio del magistrato Girolamo Tartaglione, non ha mai espresso parole di compassione per le vittime, lamentando spesso "la logica di vendetta" con cui lo Stato italiano (secondo lui) avrebbe combattuto il terrorismo, accetterebbe ora di scontare nel paese elvetico l’ergastolo, inflittogli da un giudice svizzero, secondo le sentenze italiane: “L’Italia non riconosce, né può riconoscere, la carcerazione sofferta in Svizzera per gli stessi fatti e reati – spiega – perché non solo non ha chiesto alla Svizzera l’estradizione, ma neppure ha chiesto alla Confederazione di processarmi in Svizzera. La certezza della pena vale anche per il detenuto: io sono stato scarcerato quasi venti anni fa.