Reddito di cittadinanza Nessuno pensa al 30enne disoccupato che vive dai suoi? Perché Giachetti non sciopera per ripristinare le preferenze? I ricchi sono sempre più ricchi Vanno redistribuite le risorse
Il deputato del Partito democratico Roberto Giachetti, in Parlamento ormai da diverse legislature grazie alla trafila Verdi-Partito Radicale-Margherita-Pd, è famoso per il digiuno di protesta contro il “Porcellum”. Nel frattempo quella legge elettorale è stata sostituita dalla sua brutta copia “Italicum”, a sua volta sostituita dalla copia un po’ meno brutta, il “Rosatellum”. Nel percorso di queste repliche ci sono state due sentenze di incostituzionalità, rimaste però lettera morta. Ma il nostro Parlamento e sembra che tutti si siano dimenticati di questo obbrobrio.
Perché Giachetti lo sciopero della fame non lo fa adesso, per richiedere il ripristino della preferenza sulle schede elettorali? Cosa di cui CARO FELTRI, le scrivo perché in tutto questo caos dei requisiti per accedere al reddito di cittadinanza, si continua a non tener presente una situazione familiare secondo me molto comune: il disoccupato che vive in casa con un genitore pensionato. Si parla sempre del disoccupato single che paga o non paga l’affitto, ma se una persona di circa 30 anni è disoccupato, come fa a vivere da solo se ha ancora almeno un genitore superstite? Come tira a campare? Il ragazzo in questione, considerando che il genitore pensionato prende quasi 650 euro al mese di pensione per 13 mensilità e per l’abitazione in cui vivono non pagano l’affitto (quindi niente pensione di cittadinanza visto che la pensione supera i 630 euro base), può accedere al reddito di cittadinanza e ovviamente seguire tutto l’iter per arrivare finalmente a trovare lavoro e a guadagnarsi da vivere con le sue forze? Perché non vorrei che abbiano pensato che, siccome il disoccupato ha il genitore pensionato, possa continuare a vivere sulle spalle del genitore, suo malgrado da parassita (secondo me gli sfaticati esistono, ma sono una sparuta minoranza). Ammettiamo pure che in questo caso il disoccupato non abbia diritto al reddito di cittadinanza, una persona onesta che non intende fare un cambio di residenza fittizio (vedrà che succederà) per prendere i 780 euro pieni, può almeno inserirsi comunque nel percorso di formazione previsto per chi prende il reddito di cittadinanza? CARO BIZZARRI, da lettere come la sua si capisce che ci sono molte più persone che sentono di meritare di ricevere il reddito di cittadinanza rispetto a quante lo riceveranno davvero. In Italia, il disoccupato di 30 anni che lei chiama ancora “ragazzo” può vivere da solo in molti casi: se ha un lavoro in nero, se riceve in televisione, sulla stampa e nei due palazzi romani tutti sembrano essersi dimenticati? Da un articolo pubblicato qualche tempo fa sul vostro giornale ho appreso che nel 2017 i 500 più ricchi del mondo hanno incrementato la propria ricchezza del 23% rispetto all’anno precedente. Anche in Italia i ricchi diventano sempre più qualche aiuto dai genitori, se abita nella casa di una nonna ormai defunta. Certo che la famiglia che lei delinea – 30enne disoccupato e genitore pensionato con casa di proprietà – avrebbe bisogno di aiuto, ma purtroppo in Italia ci sono alcuni milioni di persone in condizioni peggiori, a cominciare dalle famiglie numerose. E quindi è giusto partire da loro. Ci sono molte opportunità di formazione anche fuori dal percorso del reddito di cittadinanza, per ora tutto da costruire. Quindi il suddetto 30enne farebbe benissimo a pensare che il modo giusto per uscire dalla palude è imparare un lavoro, ma per provarci non serve il reddito di cittadinanza. ricchi, mentre il ceto medio s’impoverisce e significa che anche un modesto aumento del Pil potrebbe non produrre alcun miglioramento delle condizioni di vita della maggioranza della popolazione, perché quell’incremento sarà andato a esclusivo vantaggio di una ristretta cerchia.
Inoltre, con lo sviluppo della automazione e della robotizzazione il lavoro è destinato a ridursi ulteriormente. Che fare, allora? Restiamo indifferenti o proviamo la strada della più equa redistribuzione del reddito? Almeno questo governo ha preso coscienza del problema e ha adottato alcune misure per cercare di risolverlo, mentre il bonus degli 80 euro di Renzi era un provvedimento ingiusto che divideva i cittadini.
Il reddito di cittadinanza è una misura conforme al dettato costituzionale, si veda all’articolo 3, perché riconosce ai cittadini pari dignità sociale. DIRITTO DI REPLICA
In merito all’articolo di Selvaggia Lucarelli pubblicato sul Fatto Quot id i a no del 16 gennaio, risulta un’imprecisione sul fatto che io abbia contattato il giovane Benigni. È stata invece la mamma del ragazzo, Antonietta Mancuso, a contattarmi per richiedere il mio intervento per tutelare gli interessi di Matteo Benigni per i fatti della Lanterna azzurra.