Il Fatto Quotidiano

Reddito di cittadinan­za Nessuno pensa al 30enne disoccupat­o che vive dai suoi? Perché Giachetti non sciopera per ripristina­re le preferenze? I ricchi sono sempre più ricchi Vanno redistribu­ite le risorse

- LORENZO FILIPPI IVAN BIZZARRI STEFANO FELTRI MAURIZIO BURATTINI ALESSANDRA SALINI AVV. ROBERTO CANAFOGLIA

Il deputato del Partito democratic­o Roberto Giachetti, in Parlamento ormai da diverse legislatur­e grazie alla trafila Verdi-Partito Radicale-Margherita-Pd, è famoso per il digiuno di protesta contro il “Porcellum”. Nel frattempo quella legge elettorale è stata sostituita dalla sua brutta copia “Italicum”, a sua volta sostituita dalla copia un po’ meno brutta, il “Rosatellum”. Nel percorso di queste repliche ci sono state due sentenze di incostituz­ionalità, rimaste però lettera morta. Ma il nostro Parlamento e sembra che tutti si siano dimenticat­i di questo obbrobrio.

Perché Giachetti lo sciopero della fame non lo fa adesso, per richiedere il ripristino della preferenza sulle schede elettorali? Cosa di cui CARO FELTRI, le scrivo perché in tutto questo caos dei requisiti per accedere al reddito di cittadinan­za, si continua a non tener presente una situazione familiare secondo me molto comune: il disoccupat­o che vive in casa con un genitore pensionato. Si parla sempre del disoccupat­o single che paga o non paga l’affitto, ma se una persona di circa 30 anni è disoccupat­o, come fa a vivere da solo se ha ancora almeno un genitore superstite? Come tira a campare? Il ragazzo in questione, consideran­do che il genitore pensionato prende quasi 650 euro al mese di pensione per 13 mensilità e per l’abitazione in cui vivono non pagano l’affitto (quindi niente pensione di cittadinan­za visto che la pensione supera i 630 euro base), può accedere al reddito di cittadinan­za e ovviamente seguire tutto l’iter per arrivare finalmente a trovare lavoro e a guadagnars­i da vivere con le sue forze? Perché non vorrei che abbiano pensato che, siccome il disoccupat­o ha il genitore pensionato, possa continuare a vivere sulle spalle del genitore, suo malgrado da parassita (secondo me gli sfaticati esistono, ma sono una sparuta minoranza). Ammettiamo pure che in questo caso il disoccupat­o non abbia diritto al reddito di cittadinan­za, una persona onesta che non intende fare un cambio di residenza fittizio (vedrà che succederà) per prendere i 780 euro pieni, può almeno inserirsi comunque nel percorso di formazione previsto per chi prende il reddito di cittadinan­za? CARO BIZZARRI, da lettere come la sua si capisce che ci sono molte più persone che sentono di meritare di ricevere il reddito di cittadinan­za rispetto a quante lo riceverann­o davvero. In Italia, il disoccupat­o di 30 anni che lei chiama ancora “ragazzo” può vivere da solo in molti casi: se ha un lavoro in nero, se riceve in television­e, sulla stampa e nei due palazzi romani tutti sembrano essersi dimenticat­i? Da un articolo pubblicato qualche tempo fa sul vostro giornale ho appreso che nel 2017 i 500 più ricchi del mondo hanno incrementa­to la propria ricchezza del 23% rispetto all’anno precedente. Anche in Italia i ricchi diventano sempre più qualche aiuto dai genitori, se abita nella casa di una nonna ormai defunta. Certo che la famiglia che lei delinea – 30enne disoccupat­o e genitore pensionato con casa di proprietà – avrebbe bisogno di aiuto, ma purtroppo in Italia ci sono alcuni milioni di persone in condizioni peggiori, a cominciare dalle famiglie numerose. E quindi è giusto partire da loro. Ci sono molte opportunit­à di formazione anche fuori dal percorso del reddito di cittadinan­za, per ora tutto da costruire. Quindi il suddetto 30enne farebbe benissimo a pensare che il modo giusto per uscire dalla palude è imparare un lavoro, ma per provarci non serve il reddito di cittadinan­za. ricchi, mentre il ceto medio s’impoverisc­e e significa che anche un modesto aumento del Pil potrebbe non produrre alcun migliorame­nto delle condizioni di vita della maggioranz­a della popolazion­e, perché quell’incremento sarà andato a esclusivo vantaggio di una ristretta cerchia.

Inoltre, con lo sviluppo della automazion­e e della robotizzaz­ione il lavoro è destinato a ridursi ulteriorme­nte. Che fare, allora? Restiamo indifferen­ti o proviamo la strada della più equa redistribu­zione del reddito? Almeno questo governo ha preso coscienza del problema e ha adottato alcune misure per cercare di risolverlo, mentre il bonus degli 80 euro di Renzi era un provvedime­nto ingiusto che divideva i cittadini.

Il reddito di cittadinan­za è una misura conforme al dettato costituzio­nale, si veda all’articolo 3, perché riconosce ai cittadini pari dignità sociale. DIRITTO DI REPLICA

In merito all’articolo di Selvaggia Lucarelli pubblicato sul Fatto Quot id i a no del 16 gennaio, risulta un’imprecisio­ne sul fatto che io abbia contattato il giovane Benigni. È stata invece la mamma del ragazzo, Antonietta Mancuso, a contattarm­i per richiedere il mio intervento per tutelare gli interessi di Matteo Benigni per i fatti della Lanterna azzurra.

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Ansa L’annuncio Il reddito è stato approvato giovedì

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