“Gli obblighi sui vaccini? È meglio creare fiducia”
Guido Silvestri L’immunologo è tra gli ideatori del Patto per la Scienza firmato anche da Grillo e Renzi: “Bisogna investire sulla prevenzione”
“In una dinamica di costrizione, la dialettica tra medico e paziente è meno costruttiva”. Guido Silvestri è ideatore, insieme a Roberto Burioni e altri scienziati, del Patto per la scienza promosso nelle scorse settimane e firmato da Beppe Grillo, Matteo Renzi e migliaia di professionisti. È immunologo di fama e professore ad Atlanta (Usa). Professor Silvestri, che pensa dell’obbligo vaccinale? Bisogna tenere separati i due piani: il primo riguarda sicurezza ed efficacia dei vaccini. Il secondo l’opportunità di introdurre misure coercitive come l’obbligo.
Che differenza c’è?
Uno è strettamente scientifico: in Italia i vaccini raccomandati sono gli stessi di ogni Paese scientificamente evoluto. Su efficacia e sicurezza non c’è più alcun ragionevole dubbio. Sono somministrati a centinaia di milioni di bambini proteggendo da malattie potenzialmente pericolose. Il secondo è gestionale e politico: capire come vaccinare la più alta quota di persone possibile in un contesto con un movimento di opinione che sostiene che i vaccini siano tossici e pericolosi.
Che vantaggio ha l’obbligo? Crea una forte spinta a vaccinare. Chi non vaccina il figlio per pigrizia o perché troppo occupato o se n’è dimenticato viene spronato a farlo. In California è stato dimostrato che in questo modo si recuperano molte di queste persone.
Lo svantaggio?
Dal punto di vista sociale e culturale costringere le persone a un intervento sanitario è molto antipatico. Gli interventi sanitari si raccomandano, come smettere di fumare, ma nessuno obbliga a farlo. In una dinamica di costrizione, la dialettica tra medico e paziente diventa meno costruttiva rispetto all’adesione consapevole. La salute di un bimbo riguarda aspetti più vasti: dall’attività fisica alla salute mentale. Ma non c’è obbligo di far assumere vitamine e fare sport. C’è invece un capitale di fiducia tra genitore e struttura sanitaria, di cui il pediatra è il fronte più avanzato. Creare fiducia genera un capitale che può essere usato per ogni aspetto della salute. L’obbligo inasprisce chi si oppone ai vaccini?
Si dà l’opportunità ai professionisti dell’antivaccinismo di atteggiarsi a vittime. Il genitore fanatico che crede che il vaccino ucciderà suo figlio comunque non glielo farà, pagherà la multa o troverà il pediatra compiacente che gli firmi un certificato. Forse queste persone è meglio ignorarle che antagonizzarle.
Ma c’è il metodo “anti-igno-
Il genitore fanatico che crede che il vaccino ucciderà suo figlio comunque non glielo farà o imbroglierà
ra n ti ” di Roberto Burioni. Considera valido quel tipo di comunicazione tranchant? Riguarda meno dell’1% di ciò che scrive, mentre il 99% è comunicazione chiara, pacata, efficace e scientificamente inappuntabile di un professionista di grande valore. Bisognerebbe concentrarsi su questo aspetto, che sta aiutando milioni di persone. L’obbligo tutela chi non può essere vaccinato?
La questione dell’immunità di gregge è seria. Ma il livello d i r i s c h i o non dipende dall’obbligo bensì dal livello della copertura vaccinale. Un bambino che vive in un Paese con l’obbligo ma con una copertura del 90% è più a rischio di uno che vive in Svezia dove non c’è obbligo ma la copertura è al 99.
Va tolto?
Lo auspico, ma se si decidesse di farlo è fondamentale che si investa davvero su raccomandazione e persuasione. Se si lascia il problema al caso, togliendolo da un giorno all'altro, potremmo ritrovarci coperture in calo ed epidemie. C’è bisogno di campagne di prevenzione serie e ben finanziate. Inoltre è necessario che le autorità sanitarie (ministero, Iss, Aifa) prendano posizioni forti contro le bufa- le. È difficile puntare sulla persuasione se c’è chi, per professione, dice in giro che i vaccini sono tossici.
Quanto è importante la trasparenza?
Non c’è alternativa: bisogna essere trasparenti: nelle evidenze scientifiche a favore, nelle decisioni sui vaccini, sui possibili effetti avversi, e anche se ci sono conflitti d’interessi. E c’è bisogno, d’a lt ro canto, che qualcuno punisca chi diffonde informazioni false. Il conflitto d’interessi esiste, ma è marginale. Molte accuse sono assurde.
Ora si pensa a introdurre “l’obbligo flessibile”...
La terminologia è infelice, ma la strada intermedia tra l’approccio dell’obbligo e quello della persuasione potrebbe essere una buona idea. Se ci sono casi particolari di calo delle coperture o di epidemie, si aumenta la pressione n e l l’immediato con aspetti “pu n i ti v i ” per poi lavorare sulla fiducia in situazioni meno critiche e come strategia a medio-lungo termine. Ridare efficacia alla raccomandazione è un percorso bellissimo, ma anche lungo e difficile. Perché tanto stupore sulla firma di Grillo al patto? Si dice che il M5S abbia intercettato il voto no-vax… Beppe Grillo è una persona estremamente intelligente e da sempre innamorata della scienza. La sua adesione non dovrebbe stupire. Può aver fatto degli errori, ma l'importante è il presente e soprattutto il futuro. L’Italia ha bisogno di crescere nel modo in cui si promuove e protegge la scienza e che una persona del carisma di Beppe si impegni in questo senso è una splendida notizia per tutto il Paese.
Burioni? Tranchant solo l’1% di ciò che scrive Il resto è comunicazione chiara, pacata ed efficace