Il Fatto Quotidiano

Scia di sangue e mistero

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4 MAGGIO 1980 A Monreale, tre killer della mafia uccidono su ordine di Riina il capitano Emanuele Basile. Indagava per il giudice Borsellino che si precipita a fare l’indagine sulla sua morte

23 FEBBRAIO 1987 La Cassazione, presidente Carnevale, assolve con rinvio i tre killer

5 SETTEMBRE 1988 La mafia uccide il giudice Antonino Saetta con il figlio disabile. Aveva osato condannare i tre killer, tra i quali c’è Giuseppe Madonia, molto caro a Riina. La Cassazione nel 1989 annulla, per la seconda volta

12 FEBBRAIO 1992 Il notaio Pietro Ferraro fa pressioni su Salvatore Scaduti, presidente della Corte d’appello che deve giudicare ancora Madonia e complici. Ferraro dice che lo manda “Enzo” un politico “trombato” di area manniniana. Scaduti, amico di Borsellino, condanna i killer. La polizia indaga ma all’inizio indica “Enzo” nel politico Culicchia, che non è manniniano

20 MAGGIO 1992 il vicequesto­re Rino Germanà corregge il tiro in un’informativ­a: “Enzo” è il senatore Vincenzo Inzerillo, già manniniano e poi condannato per i suoi rapporti con i Graviano, boss stragisti

21 MAGGIO 1992 Su input del capo della polizia Vincenzo Parisi, il capo della Criminalpo­l Luigi Rossi convoca Germanà a Roma d’urgenza. Gli chiede conto dell’informativ­a con il nome di Mannino. Così Germanà scopre che l’aveva letta

8 GIUGNO 1992 Germanà viene trasferito e retrocesso al commissari­ato di Mazara del Vallo. Sostiene che aveva da poco rifiutato una richiesta di suo cugino di incontrare Mannino

19 LUGLIO 1992 Strage di via D’Amelio

14 SETTEMBRE 1992 Un commando composto dal gotha di Cosa Nostra (Giuseppe Graviano, Bagarella e Messina Denaro) cerca di uccidere Germanà. Lui sopravvive ma non fa una gran carriera. Rossi, invece, già vicecapo della polizia, sarà sottosegre­tario all’Interno nel 1995

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