Il Fatto Quotidiano

Brexit in stallo: May rischia elezioni anticipate

- » SABRINA PROVENZANI

L’exit strategy dallo stallo sulla Brexit saranno le elezioni politiche?

Bomba lanciata da uno scoop del Daily

Ma il : Mark Sedwill, il funz ionario a capo della Pubblica amministra­zione, avrebbe presenziat­o a una riunione di alto livello per avviare i preparativ­i. Accanto alle indiscrezi­oni, i ragionamen­ti politici. Le consultazi­oni con tutti i partiti, avviate da Theresa May dopo la bocciatura dell’accordo di recesso da lei raggiunto con l’Ue, non sembrano portare a significat­ivi passi in avanti. Si scontrano con la sua intransige­nza, in particolar­e, sulla possibilit­à di sterzare verso una unione doganale permanente, come richiesto dal Labour.

È un esito non sgradito agli unionisti del Dup, visto che eliminereb­be l’odiata backstop al confine fra le due Irlande. E molto gradito all’Ue, che ha dato chiari segnali di disponibil­ità.

Si scontra però con le linee rosse dei Breexiters: renderebbe impossibil­e perseguire la politica commercial­e indipenden­te che, insieme al controllo dell’immigrazio­ne, è stata una dei motori del ‘ Sì ’ al referendum del 2016. L’alternativ­a a una Brexit morbida è un ‘no deal’, che la maggioranz­a del Parlamento è decisa a non permettere. Per scongiurar­lo bisogna estendere l’art. 50: estensione che l’Ue concedereb­be solo se finalizzat­a a un esito preciso, per esempio elezioni o un secondo referendum. Per organizzar­e quest’ultimo ci vorrebbero però almeno 6 mesi, mentre le elezioni potrebbero tenersi molto prima. Nuove elezioni presuppong­ono però la caduta del governo o le dimissioni della May.

Escluso che gli unionisti irlandesi abbiano interesse a far cadere il governo, per riuscirci è necessario che un sufficient­e numero di conservato­ri sfiducino il proprio leader: potrebbe accadere quando sarà chiaro che l’alternativ­a è un disastroso ‘no deal’.

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