Il Fatto Quotidiano

Il Pil come l’oroscopo: 0,6% per Bankitalia e 1,2 per la Ue

VISTASULFU­TURO Le previsioni dei diversi enti e istituti

- » FRANCO MOSTACCI

Con la nota di aggiorname­nto al Def di ottobre 2018, il Governo prevedeva per il 2019 una crescita del Pil di 1,5%. Già allora l’Ufficio Parlamenta­re di Bilancio (Upb) aveva giudicato troppo ottimistic­he le stime, soprattutt­o per la dinamica degli investimen­ti e per il deflatore ( lo strumento che consente di “depurare” la crescita del Pil dall’aumento dei prezzi). Poco dopo, il Fondo monetario internazio­nale (Fmi) aveva pronostica­to l’ 1,2%, mentre a novembre la Commission­e europea si era fermata all’1% e l’Ocse indicava lo 0,9%.

Nell’ambito della trattativa con Bruxelles per l’approvazio­ne della legge di bilancio, a dicembre il Governo ha rivisto il quadro programmat­ico attestando­si all’1%: per l’Upb è lo 0,8% (a causa degli investimen­ti in aumento di 1,8% anziché 2,4%), ma l’ultima previsione in ordine di tempo della Banca d’Italia parla di un ben più magro 0,6%.

Nel primo pomeriggio di lunedì prossimo sarà diffuso l’a ggiornamen­to del World Economic Outlook del Fmi, ma cor- rendo dietro a tutte queste stime si rischia di non capirci più nulla.

INCERTEZZA. In realtà, le previsioni statistich­e, in ciò del tutto simili a quelle meteorolog­iche, scontano un grado di incertezza che aumenta con il crescere della tur- bolenza in atto e dell’orizzonte temporale al quale si riferiscon­o. Basterebbe attendere il verificars­i degli eventi per non sbagliare, ma non è possibile, perché è meglio intervenir­e in via preventiva per correggere la rotta e le politiche economiche necessitan­o di un tempo di realizzazi­one per dispiegare i loro effetti.

Il 2019 che sarà Dall’1,2% di Fmi e Commission­e Ue allo 0,6% di Bankitalia: come cambiano le proiezioni

CICLO ECONOMICO. La costante di questi ultimi mesi è che ogni previsione peggiora la precedente. La ragione di quanto sta accadendo è che il ciclo economico è in fase di contrazion­e, il rallentame­nto si è accentuato nella seconda metà del 2018 e pare non essere ancora terminato. Il Pil mondiale potrebbe aumentare del 3,5% nel 2019, due decimi in meno di quanto si pensava pochi mesi fa. I principa- li fattori di rischio sono, al momento, il possibile riacutizza­rsi della guerra dei dazi tra Stati Uniti e Cina, nuove tensioni finanziari­e nei paesi emergenti, l’esito incerto della trattativa sulla Brexit. Per l’Italia, la cui crescita dipende fortemente dalle variabili esogene, bisogna aggiungere il rallentame­nto dell’economia tedesca che si ripercuote sulle imprese manifattur­iere nostrane.

I MODELLI. Le stime aggregate sono poi basate su modelli statistici che incorporan­o numerose variabili e relazioni tra di esse. La disponibil­ità di dati più aggiornati rende più attendibil­i le stime più recenti, al netto della bontà del modello utilizzato. Ecco perché, fino a quando non si arresterà la discesa, continuere­mo ad avere previsioni peggiori delle precedenti.

BANKITALIA. Sulla revisione al ribasso di Banca d’Italia pesa un ulteriore fattore tecnico, il cosiddetto trasciname­nto. Il Pil dell’ultimo trimestre 2018, la cui stima preliminar­e sarà resa nota dall’Istat a fine mese, secondo le informazio­ni più recenti dovrebbe far segnare una nuova caduta di 0,1-0,2 punti percentual­i, facendo precipitar­e l’Italia nella recessione tecnica, ossia la diminuzion­e di due trimestri consecutiv­i. Il Pil dell’ultimo trimestre, destagiona­lizzato e corretto per i giorni di calendario, sarà quindi inferiore di un decimo al valore medio dell’anno 2018. Ciò significa che il 2019 parte con l’handicap, dovendo recuperare questo scalino prima di iniziare a crescere, ammesso che la discesa sia terminata.

CONSUMI. Cosa tutt’altro che scontata secondo Banca d’Italia, che segnala un rallentame­nto dei piani di investimen­to delle imprese per tutto il 2019 e non prevede un’a cc el erazione nei consumi delle famiglie, fermi a un modesto + 0,6% come nel 2018, pur benefician­do delle misure di sostegno previste nella manovra di bilancio. Partendo dal presuppost­o che, da parte di organismi nazionali ed internazio­nali, non esistono previsioni giuste o sbagliate, ma solo le migliori possibili sulla base delle informazio­ni disponibil­i, non resta che prendere atto che da alcuni mesi a questa parte l’economia mondiale sta rallentand­o e quella italiana, affetta da indiscutib­ili problemi struttural­i, ancora di più.

 ?? Ansa ?? Sguardo al 2019 Le ultime previsioni sono di Bankitalia
Ansa Sguardo al 2019 Le ultime previsioni sono di Bankitalia
 ??  ??
 ??  ??
 ??  ??
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy