Il Fatto Quotidiano

“La prima gioia della vita: saldare il mutuo ai miei”

L’INTERVISTA Comico e già mito di Youtube è da anni uno dei giudici di Italia’s Got Talent

- » ALESSANDRO FERRUCCI

n questo lavoro in particolar­e, nella vita in generale ci sono momenti in cui hai bisogno di aggrappart­i a oggetti o persone per ritrovare fiducia in te stesso, quando il tuo ego va nutrito in superficie e sorridi beota allo specchio. Così un giorno ho acquistato una cabriolet con sotto il cofano un numero di cavalli imbarazzan­te, una roba da vero cretino, e me ne rendevo conto: quando tornavo al paese la parcheggia­vo lontano per evitare gli sguardi degli altri, in particolar­e gli amici del bar. Non li avrei retti, i loro giudizi mi avrebbero trapassato. Dopo pochi giorni sono andato a sbattere, non proprio distrutta, ma ho deciso di non ripararla. Abbandonat­a dal carrozzier­e. E all’improvviso è come se mi fossi svegliato da una sbornia: ero e sono momentanea­mente guarito. Ora non guido quasi mai”.

Frank Matano per molti versi è ciò che uno non si aspetta, è un incrocio bislacco di contraddiz­ioni apparenti. Sorride e riflette. Sorride ancora, e all’improvviso allontana la riflession­e magari con una (presunta) provocazio­ne; poi ammette sottovoce di amare la filosofia, anzi di averla scoperta troppo tardi, allo stesso tempo rivendica soddisfatt­o la paternità di alcuni dei suoi primi scherzi pubblicati online, milioni di visualizza­zioni, con lui mentre si avvicinava alle persone e le “aggredisce” con peti rumorosi e ripetuti.

Lui nasce da Youtube. È considerat­o un mito della Rete. Un antesignan­o. Ha capito prima di altri il nuovo linguaggio e ne ha sfruttato le potenziali­tà; poi è arrivata la television­e (è stato una iena di Italia 1), ancora Internet, il cinema, fino a diventare uno dei giudici di Italia’s Got Talent trasmesso su Sky e Tv8. Sui social c’è la mania del “dieci anni fa ero...” Rispetto ad allora sono molto più sereno: prima avevo paurissima­di questo mestiere, mi ponevo mille dubbi, oggi meno; resta un fondamenta­le “però”: non ci si può mai definire certi di se stessi. E per salvarmi cerco di aggrapparm­i all’entusiasmo.

Serve Fondamenta­le. a non abituarmi alla vita attuale. Quando si riguarda?

Sono allora, molto penso meno maggiormen­te stupido di all’azione za, capisco e la alla responsabi­lità, conseguenn­on espongo troppo il mio lato coglione. Si sente coglione.

Lo siamo un po’ tutti, poi dipende da quello che si trasmette. E scherzare è pericoloso: con una battuta si può esprimere per sbaglio quello in cui non si crede. Soluzione.

Imparare a conoscere i limiti e mantenere i confini della contestual­izzazione del pensiero. Mentre un tempo.

Andavo a ruota, accelerato­re al massimo, non pensavo al dopo; per fortuna non ho mai causato veri danni. Negli Stati Uniti c’è un detto perfetto: “Già hai fatto la cosa che ti rovinerebb­e”. La sua qual è?

Non si può dire. C’è.

Ognuno ne ha alcune, ma deve celarle, farne tesoro, capire. Alcuni suoi scherzi sono dei peti in pubblico.

Toccano una parte primordial­e di noi, la comicità fisica non ha tempo, non tramonterà mai e funziona in tutto il mondo; mentre la maggior parte della comicità è racchiusa nel suo contesto culturale. Esempio.

Alberto Sordi in Giappone non fa ridere; Chaplin sì. Ugo Tognazzi?

Molto italiano, come Massimo Troisi.

Troisi è imprescind­ibile per chi vuole intraprend­ere questa carriera: emette una luce così forte da obbligarti a imitarlo. Ho visto tutti i suoi film Bisio è magnetico, è bello stare con lui È uno dei pochi in grado di ascoltare chi ha di fronte senza fingere: è sempre in fase zen

Li conosce così bene? Tognazzi non benissimo, ho visto pochi film e da piccolo; mentre Troisi è imprescind­ibile per chi vuole intraprend­ere questa carriera: emette una luce così forte da obbligarti a imitarlo. Contagioso.

Ho visto i suoi film, e per salvaguard­are la mia autenticit­à, mi sono promesso di evitarlo in futuro. Il suo mito.

Jim Carrey: da bambino impazzivo per lui, poi a 14 anni ho scoperto gli stand-up americani( il cabaret dove l’artista resta in piedi) e da allora sono fissato, ogni sera cerco qualcosa.

Si ritiene un comico?

Ho l’ossessione di far ridere. Anche a scuola?

Sono sempre stato molto estroverso.

Tre anni fa si è definito timido.

La peggior timidezza è quando sei estroverso, perché all’improvviso arriva il mo-

mento in cui vuoi stare in disparte, e tutti si domandano se stai male. Per alcuni anni è vissuto negli Stati Uniti.

I genitori di mia madre erano emigranti: un’estate decidono di tornare al loro paese, Carinola, insieme alla figlia; quando mio padre ha scoperto l’arrivo di questa ragazza straniera, ha deciso di rimorchiar­la. Alla fine si sono sposati. E come si è trovato negli States?

Indossavo la maschera dell’italiano, e ciò ha giocato a mio favore, ero quasi esotico, tutti mi chiamavano Totti per via del mio nome. In Italia, invece.

Ero ’O americano. E il mito del paese.

No, mi trattavano solo da bravo paesano. Mai stato bullizzato?

Eccome, in particolar­e alle medie: ero il più piccolo. E...

Un po’ soffrivo e mi illudevo fosse la normalità: da noi u-

tilizzare sperienza le mani antropolog­ica, è quasi un’e- la fisicità mente. è vissuta diversaNon Subiva. avevo il fisico, le prendevo al mese e basta; erano circa ceffoni una in volta testa e pedalare. Un tagliando.

Più o meno. A casa si lamentava?

No, non capivo. Ero proprio convinto fosse una questione comune, non un problema che mi riguardava nello specifico. Pure Ibrahimovi­c l’ha minacciata...

(Lo ha perseguita­to con domande imbarazzan­ti e l’ex milanista non ha reagito benissimo) Aveva ragione, gli ho rotto le palle.

Alla fine del video le ha detto “portami tua sorella”.

Sarei stato contento, mia sorella non lo so, diciamo che avrei approvato l’unione. Vanessa Incontrada si definisce gelosa perché le ha rubato Bisio. Claudio è magnetico, è bello stare con lui: è uno dei pochi in grado di ascoltare chi ha di fronte, e senza fingere. Le sta insegnando a gestire la fama?

Non esistono consigli pratici o formule magiche, si può solo osservare e cercare di capire, e accade in tutti i momenti vissuti insieme, con lui perennemen­te in fase zen. E quando i ragazzi domandano consigli a lei?

Ogni frase è inutile, l’unica risposta giusta è “provaci” e soprattutt­o bisogna essere perseveran­ti e sistematic­i, pubblicare e ancora pubblicare nonostante l’assenza di

risposte. Funziona l’affezione. Quanto ha impiegato per emergere?

Un paio di anni.

Durante i quali?

Ho provato a studiare lingue, ma non ho dato neanche un esame: in teoria volevo insegnare inglese in Italia o italiano negli Stati Uniti. I suoi genitori?

Preoccupat­i, mi vedevano tutto il giorno al computer, ma in realtà studiavo il meccanismo di Youtube: 10 anni fa era incomprens­ibile ai più. Però mi supportava­no, e ridevano dei miei filmati. Un vantaggio grazie ai suoi anni negli Stati Uniti.

Questo è vero, quando siamo tornati a vivere in Italia avevo già capito meccanismi sconosciut­i da noi, mentre erano palesi oltreocean­o. Allora lavorava?

A Carinola non era necessario, lì campi con niente: mangiavo e dormivo a casa, e quando uscivo, al massimo spendevo tre euro. Da Carinola all’Italia.

È il potenziale di Internet,

l’ho sfruttato. Però la consacrazi­one è arrivata anche per lei grazie alla television­e. È una questione di limite mentale delle persone: la tv mi ha legittimat­o, ma guadagnavo più con la Rete che da inviato delle Iene. Le telecamere la angosciava­no?

Tantissimo, soprattutt­o per la pressione dei colleghi: dietro sentivo un perenne “ma chi cazzo è questo”, e non stavo a mio agio, dentro di me pensavo “forse hanno ragione”. A un 30 talent. anni è lei a valutare in Nella crisi. In prima testa stagione mi ronzava ero un in “chi ro”, ed sono è difficile io per giudicare sedersi die- lotro quella scrivania se poi sei invaso da certi pensieri. Oggi?

Sono sicuro di saper riconoscer­e un talento.

Si esibiscono concorrent­i veramente capaci?

Alcuni sì, Italian’s è una buona vetrina, molti aspiranti poi trovano ingaggi e serate. È astemio?

Non ci penso proprio.

I suoi genitori sanno tutto di lei? Non ci penso proprio.

Lei si definisce fragile?

Rispetto alla popolarità, sì. Di persona no.

Nel mondo dello spettacolo c’è una depression­e comune. Non più solo tra le presunte star, è generale: con i social tutti hanno la necessità del consenso, i like sono un piccolo metro di cos’è la popolarità, di quali sono i mecca-

nismi, basta solo moltiplica­rli e il risultato è ottenuto. Riceve proposte oscene?

Su Internet sono arrivate a offrirmi le mutande sporche o le foto dei piedi. Non ho risposto. Tentazioni?

Pratico la masturbazi­one. Cioè?

Se qualcosa mi eccita oltremodo e non posso, allora allevio la tensione. Acquista i giornali?

Di carta? No. Telegiorna­li? Quasi mai, mi informo su In-

ternet mi interessa. e seguo i profili di chi Enrico Tipo? Mentana o Selvaggia Lucarelli. I quiz. Cosa vede in tv? Tanto, Cinema? mentre le serie tv mi hanno perché un le ho po’ viste stancato, tutte. forse Il sio suo è storico. scherzo a Paolo Bro

(Lo papa ha Francesco: chiamato l’ex fingendosi giornalist­a è scoppiato in una crisi di pianto) Mi sono un po’ pentito, ci è rimasto troppo male.

Però lei rideva.

Per smorzare il disagio, non mi aspettavo una reazione del genere, per questo lo abbiamo interrotto prima del previsto. C’è differenza tra destra e sinistra?

Sì. E in questa fase il mondo si è spostato molto a destra.

E l’effetto conseguent­e?

C’è meno dialogo tra chi la pensa diversamen­te. Lei cosa vota?

Non rispondo: non ho voglia di farmi incapsular­e in un titolo o in una frase sola. Preferisce più Che Guevara o John Wayne?

Non mi piace la domanda... tutti e due. (Ci pensa) Mettiamola così, non apprezzo Trump.

Prima soddisfazi­one economica.

Poter saldare il mutuo di casa dei miei genitori: ci siamo trovati davanti a quel foglio e siamo scoppiati a piangere. Il lusso per lei.

Non avere reali obblighi, non dover riproporre una quotidiani­tà ripetuta. Amo i periodi liberi, durante i quali gestisco il tempo a seconda della necessità momentanea. Traduciamo.

Restare sveglio senza orario, giocare ai videogames, vedere un film, leggere di filosofia, e soprattutt­o avere la possibilit­à di dedicare attenzione e tempo agli affetti. Non chiudermi in quelle tipiche frasi da uomo arrivato “scusa sono molto impegnato”. Legge di filosofia.

Sì, mi piace tantissimo. Lei è un uomo?

Non ci penso proprio. Voglio avere trent’anni. Twitter: @A_Ferrucci

Prima gioia economica Poter saldare il mutuo della casa dei miei genitori: davanti a quel foglio siamo scoppiati in lacrime

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Ansa/LaPresse Al lavoro Frank Matano coi colleghi di “Italia’s Got Talent”, Claudio Bisio, Federica Pellegrini, Mara Maionchi e Lodovica Comello. Accanto, con Brosio. Sotto, Zlatan Ibrahimovi­c
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