Il Fatto Quotidiano

Sindaci giurano: “Polonia sarà democratic­a”

Ultimo saluto a Adamowicz: per i suoi un eroe, per la propaganda di governo un “traditore”

- » MICHELA A.G. IACCARINO

Pawel

è morto e Danzica lo ricorda. Con un mare di rose bianche, un coro tutto in nero, 20 sacerdoti in viola e una bandiera rossa, con due croci e una corona. È il drappo simbolo della città sul Baltico, che ora avvolge la memoria del sindaco assassinat­o e tutti i cittadini accorsi a salutarlo per l'ultima volta.

Fiumi di persone: è la procession­e ieri di lutto dei migliaia di cittadini in tutte le strade intorno alla basilica di Santa Maria. Nella chiesa di mattoni, – una delle più grandi del mondo, 3.500 posti e file per riuscire ad entrare sin dall'alba –, del sindaco rimangono le ceneri in un'ur- na posta sull'altare. Due scout, una ragazza a sinistra, un ragazzo a destra, vegliano. In prima fila in chiesa il presidente polacco Andrey Duda, il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk e il premier Mateusz Morawiecki. Accanto all'eroe di Solidarnoz­c, l'ex presidente Lech Walesa, c'è il presidente del Pis, partito ‘ Legge e Giustizia’, Jaroslaw Kazynsky, prima suo amico e alleato politico, poi suo nemico acerrimo. A cascata tra i banchi scuri ci sono i primi cittadini delle città polacche, arrivati sul Baltico per l'ultimo saluto.

La bara di Adamowicz, che venerdì è stata trasportat­a in auto per tutta Danzi- ca, prima della cremazione, era circondata dal silenzio di migliaia di cittadini che ai microfoni delle telecamere hanno detto piangendo: “Dobbiamo essere orgogliosi e ricordare la sua solidarnos­c”.

ADAMOWICZ è morto ma continua a sorridere nelle foto che sono state affisse nella sua città. I telescherm­i per trasmetter­e “il funerale più importante della storia di Da nzic a”, come ha scritto Gazeta Wyborcza, sono stati montati dalla Capitale fino a Poznan. A Varsavia le persone si sono riunite in piazza del Castello, dove il sindaco Adamowicz è stato dichiarato cittadino onorario. Fino al- la sua morte, per la sua posizione a favore della migrazione, secondo la propaganda governativ­a era invece il “traditore della patria” che voleva permettere “l'accesso dei terroristi islamici nel Paese”. Nella Polonia divisa, per un giorno, una morte unisce. Gli arresti della polizia dopo l'omicidio del sindaco sul palco del concerto sono stati decine, effettuati in seguito a minacce telefonich­e. Una squadra di 105 giudici è stata istituita per investigar­e i crimini d'odio. L'accusa del lutto polacco è verso l'odio che sta guidando il destino del Paese, vero colpevole della fine del sindaco.

Aleksandr Hall, accademico amico di Adamowicz, ha detto: “La morte di Pawel cambierà le persone in modo permanente, si sono rese conto di cosa possono fare le parole”. Il sindaco di Sopot, Jarek Karnowski: “Noi, i sindaci delle città polacche, promettiam­o di costruire una Polonia che sarà democratic­a ed europea, proprio come la tua Danzica”.

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LaPresse In migliaia L’omaggio al sindaco ucciso domenica scorsa

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