Il Fatto Quotidiano

Oggi Abruzzo, domani Europa Inizia la sfida Salvini-Di Maio

- » TOMMASO RODANO

“Tanto in Abruzzo vince pure ’n manico de scopa del centrodest­ra”. Il colorito pronostico è stato attribuito a Marco Marsilio, candidato governator­e del trio Salvini- Meloni- Berlusconi. Una profezia pronunciat­a a dicembre, secondo la ricostruzi­one maliziosa di Benigno D’Orazio, ex consiglier­e abruzzese di Fratelli d’Italia passato armi e bagagli al centrosini­stra di Giovanni Legnini. Che la frase sia stata davvero pronunciat­a o meno, resta comunque il termometro dell’ottimismo nelle truppe salvinian-meloniane: nelle elezioni di oggi il centrodest­ra parte da grande favorito.

MALGRADO QUESTO, i sondaggi che hanno premiato Marsilio per tutta la campagna elettorale ora non lasciano margini tranquilli­zzanti: la candidata del Movimento Cinque Stelle Sara Marcozzi e Legnini, l’avvocato – ex vicepresid­ente del Csm – scelto dal Pd, non sarebbero poi così distanti.

La partita, insomma, è aperta. Ed è decisiva: in Abruzzo inizia lo scivolo elettorale che passa per la Sardegna (dove si vota il 24 febbraio) e arriva dritto alle Europee di fine maggio: una serie di appuntamen­ti che può spostare gli equilibri politici nazionali.

Non a caso l’Abruzzo nelle ultime settimane è stato meta di frequenti pellegrina­ggi politici. I tre leader del centro- destra hanno girato la Regione separatame­nte ma si sono fatti anche fotografar­e e intervista­re insieme. I risultati che arriverann­o stasera potrebbero confermare che la coalizione nel voto locale è quasi inarrestab­ile. E siccome il perimetro del centrodest­ra tende a coincidere sempre più con quello della Lega – nonostante Marsilio sia un uomo di Fratelli d’Italia – le elezioni abruzzesi potrebbero diventare un nuovo tassello nella costruzion­e dell’eg emonia di Salvini.

Il “Capitano” da una parte ha caricato l’importanza del voto facendo pesare la sua presenza fisica in Regione per tutta la campagna elettorale (è stato in Abruzzo nell’ultimo mese e mezzo addirittur­a 7 volte), dall’altra nelle sue dichiarazi­oni pubbliche prova a tenere bassa la temperatur­a: “Andiamo insieme agli altri partiti del centrodest­ra per dare un governo all’Abruzzo ma non è un preludio ad una nuova coalizione politica – ha ripetuto anche ieri – Se do la mia parola, la mia parola vale anche oltre i sondaggi”.

AL DI LÀ della sua parola, c’è la politica: una vittoria leghista avrebbe chiare conseguenz­e sulla percezione dei rapporti di forza con i Cinque Stelle. È il motivo per cui anche il Movimento ha investito molto sull’appuntamen­to abruzzese, schierando il tandem Di Maio-Di Battista. La candidata grillina è la stessa di cinque anni fa: nel 2014 Sara Marcozzi si fermò al 21,4%. Stavolta spera di sfruttare il traino delle ultime Politiche, quando i grillini sfiorarono il 40%.

Poi c’è Legnini. Il Pd – che ha governato la Regione fino alle dimissioni di Luciano D’Alfonso – si è nascosto per tutta la campagna elettorale: non si è visto praticamen­te nessuno dei leader nazionali. L’ex magistrato ha fatto da solo. Tutto sommato, visto l’attuale appeal del partito, potrebbe essergli andata meglio così.

Terzo incomodo

Tra Lega e M5S c’è Giovanni Legnini I dem, per aiutarlo, l’hanno lasciato da solo

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Ansa Campagna permanente Salvin è andato in Abruzzo 7 volte, Di Maio è stato affiancato da Di Battista
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