Volto emergente del Movimento ma già sconfitta cinque anni fa
Icapelli biondi, l’aspetto gradevole e il rossetto sempre sulle labbra le hanno guadagnato il soprannome ironico – ovviamente copyright della stampa che si proclama “antipopulista”– di “Chiara Ferragni del teatino”. Sara Marcozzi invece nel Movimento 5 Stelle non è una figurina. Compagna di Giorgio Sorial (ex deputato, recuperato da Luigi Di Maio come vice capo di gabinetto al ministero dello Sviluppo economico) è in ottimi rapporti con il leader grillino, che di lei si fida molto: ne sono una prova le sempre più frequenti apparizioni televisive. Marcozzi ha tutto l’aspetto di una figura che i Cinque Stelle potrebbero spendere anche sul palcoscenico nazionale, se non fosse per la regola dei due mandati (finché dura): la candidata governatrice infatti è già al secondo giro. Nel 2014 vinse le primarie online con la miseria di 346 voti, poi nella sfida per la presidenza arrivò terza, fermandosi al 21,4%. Dopo cinque anni di opposizione consiliare ci riprova: le nuove “regionarie” su Rousseau sono state un mezzo flop (ad agosto furono sospese e rinviate per un mai spiegato problema tecnico), ma la sua candidatura non è mai stata davvero in discussione (e stavolta ha portato a casa 1.032 preferenze). Formazione da avvocato, per uno strano incrocio del destino si trova a sfidare Giovanni Legnini, titolare dello studio presso cui ha svolto la pratica forense. Anche se il vero avversario si chiama Marco Marsilio. E ancora più di lui, Matteo Salvini.